Lo scrittore Michele Sanvico svela l'identità dell'autore di una mappa cinquecentesca raffigurante il Monte Sibilla
Michele Sanvico, autore del romanzo "L'Undicesima Sibilla", ha annunciato oggi un'altra entusiasmante scoperta, di grande rilevanza, relativa ad una nota mappa del sedicesimo secolo nella quale sono rappresentati Norcia, il Monte Sibilla e i Laghi di Pilato, oggi custodita presso la Biblioteca Apostolica Vaticana a Roma.
A valle di un precedente ed interessantissimo risultato di ricerca, con il quale è stata stabilita una inedita correlazione tra la mappa e l'antico enigma della "Pietra di Bologna", ora lo scrittore appassionato della leggenda della Sibilla Appenninica è lieto di rendere pubblicamente noto il nome della persona che, nel 1566, disegnò di mano propria, nella propria collezione di antiche iscrizioni latine, il diagramma della regione dei Monti Sibillini, che include i luoghi della leggenda sibillina.
L'anonimo disegnatore ha oggi un nome: Baldo Angelo Abbati da Gubbio, illustre medico e naturalista vissuto nel sedicesimo secolo.
L'incredibile scoperta è il frutto di una dettagliata analisi condotta da Michele Sanvico sul codice vaticano registrato sotto la collocazione "Vat Lat 5241", comprendente circa ottocento pagine manoscritte, e che include al proprio interno anche la citata mappa dei Sibillini e una peculiarissima versione dell'iscrizione nota come "Pietra di Bologna".
«Ho avuto la possibilità di effettuare una ricerca veramente emozionante, proprio come in un film di Indiana Jones», ha dichiarato Michele Sanvico, «quando si sfogliano le pagine di un antico manoscritto non si può mai sapere cosa si possa rinvenire». L'identità del proprietario del codex è rimasta avvolta nel mistero sin dal momento della scoperta della collezione di manoscritti, a metà degli anni 1980; eppure, secondo Sanvico, la chiave dell'enigma era nascosta proprio tra le pagine dell'antico codice.
«Ho verificato centinaia e centinaia di pagine contenenti le copie manoscritte di antiche iscrizioni latine», ha aggiunto Michele Sanvico, «ho osservato con attenzione ogni singolo segno lasciato su quelle pagine da una mano fino a quel momento sconosciuta... e finalmente ho fatto centro!». La risposta era infatti contenuta alle pagine 260v-261r, nelle quali una lettera manoscritta campeggiava all'interno della serie infinita di iscrizioni. «Si trattava di un'antica missiva redatta in lingua italiana, apparentemente datata 11 febbraio 1569 e indirizzata a qualche personaggio di rango. Ed era sottoscritta: 'Deditissimo Baldo Agnolo Abbati da Ugobbio' (vedere figura). Non c'era dubbio: la mano che aveva vergato quelle parole era la stessa che aveva scritto alcune frasi sulla mappa raffigurante il Monte Sibilla.
Questo eccezionale ritrovamento apre le porte ad una nuova, promettente linea di ricerca per la quale saranno necessari ulteriori approfondimenti. Baldo Angelo Abbati è noto per essere l'autore di un importante libro antico sul tema dei serpenti velenosi, 'De admirabili viperae natura et de mirificis ejusdem facultatibus liber', pubblicato nel 1589 a Urbino, nonché di altre opere erudite dedicate agli autori classici. Il suo peculiare interesse verso i temi della Sibilla Appenninica richiederà una ricerca specifica e dettagliata, dal punto di vista sia letterario che storico.
«Come autore del romanzo 'L'Undicesima Sibilla', dedicato alla Sibilla degli Appennini e al suo mistero, sono veramente felice di essere riuscito a fornire un contributo importante in merito a questo appassionante enigma», ha dichiarato Michele Sanvico, «ora spero che la ricerca storica ufficiale possa percorrere fino in fondo la nuova strada da me aperta».
Per ulteriori informazioni, visitate il sito dedicato al mistero del Monte Sibilla (http://www.italianwriter.it/TheApennineSibyl/TheApennineSibyl.asp) e la pagina che racconta in dettaglio la scoperta di Michele Sanvico sulla Sibilla e l'autore del manoscritto vaticano (http://www.italianwriter.it/TheApennineSibyl/TheApennineSibyl_LegendOrigin.asp).
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