SPETTACOLO
Comunicato Stampa

"La Grande Magia" di Eduardo De Filippo al Teatro della Regina di Cattolica con NATALINO BALASSO e MICHELE DI MAURO

Cosa significa per ognuno di noi essere liberi di entrare o no nella grande magia, nella scatola magica? Regia di Gabriele Russo

Foto LA GRANDE MAGIA di Eduardo De Filippo, uno spettacolo diretto da Gabriele Russo e interpretato, nei ruoli principali, da Natalino Balasso e Michele Di Mauro, accompagnati da un gruppo di artisti formato da Veronica D’Elia, Gennaro Di Biase, Christian di Domenico, Maria Laila Fernandez, Alessio Piazza, Manuel Severino, Sabrina Scuccimarra, Alice Spisa, Anna Rita Vitolo.

Cosa è vero? Cosa è falso?

Questa la domanda, di attualità eterna, che Gabriele Russo, regista de La grande magia, si pone e ci pone.

Questa opera straordinaria, unica, quasi un omaggio a Pirandello, di Eduardo De Filippo è, fra tutte, quella più complessa e necessaria per i temi che affronta, per le relazioni che propone. Una commedia squilibrata, sospesa e caotica come il tempo in cui viviamo.



Quando andò in scena per la prima volta nel 1948, La grande magia non fu capita e suscitò reazioni controverse. «Ci fu quella resistenza – racconta Gabriele Russo – che sempre riscontra un grande artista quando prova a esplorare nuovi orizzonti. L’incomprensione del pubblico di allora rivela quanto questo testo sia intriso di profondità e capacità di raccontare, oggi, le nostre emozioni e incertezze.»

Ora, a quarant’anni dalla scomparsa di De Filippo, Natalino Balasso e Michele Di Mauro sono i protagonisti di questa commedia nera, a tratti drammatica e misteriosa, che supera il racconto familiare e si apre a molteplici interpretazioni grazie al magico gioco della drammaturgia eduardiana.



Al centro dell’opera, il confronto tra Calogero di Spelta, uomo ossessionato dal controllo, che tenta disperatamente di mettere in ordine una realtà sempre più sfuggente, e l’enigmatico illusionista Otto Marvuglia.

“Vedi questi uccellini? Illusioni non se ne possono fare. Noi invece sì, ed è questo il privilegio”. Entrare nella scatola magica, giocare al gioco della vita, questo è un gioco che, come ci dice l’autore, “ha bisogno di essere sorretto dall’illusione"

"Un gioco eterno del quale non ci è dato di scorgere se non particolari irrilevanti”.

Per l’adattamento di questo testo di Eduardo ho scelto di concentrare tutta l’azione, e quindi anche la meravigliosa lingua eduardiana, nel carattere dei tre personaggi principali della commedia – Otto Marvuglia, sua moglie Zaira e Calogero Di Spelta –

In un contesto culturale dove essere poco aderenti con la realtà, illudersi, è vissuto come fattore negativo, cosa significa per ognuno di noi essere liberi di entrare o no nella scatola magica?



Note di regia

"Perché Eduardo? A ventidue anni ho sperimentato la potenza della scrittura di Eduardo De Filippo nella fortunatissima edizione di Napoli Milionaria diretta da Francesco Rosi in cui ero Amedeo, il figlio di Gennaro Iovine interpretato da Luca De Filippo. Quelle oltre trecento repliche mi hanno fatto toccare con mano la profondità e la sapienza di questa drammaturgia, il senso, i sentimenti, la verità e la teatralità insieme che ci sono dietro ogni singolo frammento di testo, la ricchezza che si rivela in ogni battuta. Ho potuto toccare con mano la grandezza di un autore che definirei un alchimista della drammaturgia scenica e un mago, appunto, capace di regalare agli attori parole, contesti ed azioni in cui crescere, imparare, sviluppare intelligenza teatrale, replica dopo replica. È per questo ed altro che vent'anni dopo ho sentito che avrei dovuto e voluto mettere in scena un suo testo. Ma quale?

La grande magia. Se posso dire di essere arrivato razionalmente all’idea ed al desiderio di lavorare ad un’opera di Eduardo non posso dire altrettanto riguardo la scelta del testo da mettere in scena che viceversa è stata dettata dall’istinto, ritenendo che da esso possano venire fuori traiettorie artistiche significative e profonde. Quando ho chiesto a Tommaso De Filippo i diritti de La grande magia, nel mezzo dei bei confronti e scambi che hanno nutrito questo percorso, mi ha chiesto “provocatoriamente” se di fronte ad una eventuale indisponibilità di quel testo ne avessi voluto indicare un altro e a costo di rischiare di perdere l’occasione di lavorare ad un testo di Eduardo, seguendo l’istinto che mi aveva guidato in quella richiesta ho risposto che no, non avevo altre opzioni. Non in quel momento, non in questo momento. Fra tutti i testi di Eduardo che posso dire di conoscere a fondo ritengo e sento che La Grande Magia sia quello più necessario oggi per i temi che affronta, per le relazioni che propone, perché è una commedia squilibrata, meno lineare e matematica delle altre, sospesa e caotica come il tempo in cui viviamo, infine, perché come regista sento di poter dare un contributo specifico e personale. La Grande Magia è un testo complesso, ha l’ampiezza e lo sguardo del gran teatro ed allo stesso tempo offre sfumature nere della nostra umanità, tratti psicologici addirittura espansi nella nostra società contemporanea rispetto al 1948, anno in cui La Grande Magia andò in scena per la prima volta suscitando reazioni controverse e per lo più negative, poiché il testo non fu capito ed apprezzato. Come sappiamo, per Eduardo quella fu una profonda delusione, fu accusato di imitare Pirandello o più semplicemente, ci fu quella resistenza che sempre riscontra un grande artista quando prova ad esplorare nuovi orizzonti. Il fatto che Eduardo stesso abbia vissuto l'amarezza dell'incomprensione del pubblico rivela quanto questo testo sia intriso di profondità e potenzialità per raccontare oggi le nostre emozioni, le nostre incertezze e le nostre ossessioni. Questa commedia nera, a tratti drammatica, così ambigua e scivolosa, non ristretta al discorso sulla famiglia, priva di retorica, sospesa fra realtà e finzione, fra fede e disillusione, teatro e vita, vero e falso. (Gabriele Russo)

Teatro della Regina, Cattolica / ER T

NATALINO BALASSO MICHELE DI MAURO



La Grande Magia

di Eduardo De Filippo

e con Veronica D’Elia, Gennaro Di Biase, Christian di Domenico, Maria Laila Fernandez,

Alessio Piazza, Manuel Severino, Sabrina Scuccimarra, Alice Spisa, Anna Rita Vitolo

scene Roberto Crea – luci Pasquale Mari

costumi Giuseppe Avallone – musiche e progetto sonoro Antonio Della Ragione

regia Gabriele Russo

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