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Comunicato Stampa

Intervista al professor Ruggiero sugli aspetti giuridici di bombe a grappolo e uranio impoverito

Il professor Ruggiero dell'Univerisità del Piemonte Orientale spiega la complessità degli aspetti giuridici dell'invio di determinate armi a sostegno delle forze armate ucraine. Se a livello politico la questione è dibattuta, pure su quello del diritto non manca univocità.

Strumenti PoliticiIl professore di diritto penale presso l’Università del Piemonte Orientale Gianluca Ruggiero illustra gli aspetti più controversi della fornitura di armi da parte dei Paesi occidentali all’Ucraina. L’opportunità o meno di inviare armamenti a Zelensky non deve infatti essere valutata solamente dal punto di vista politico, che è contingente, soggettivo, mutevole, ma anche e soprattutto da quello giuridico. Si parla qui soprattutto di quelle armi “proibite” o comunque estremamente discutibili a livello etico e morale, a parte la loro efficacia nelle condizioni specifiche di questo conflitto, ancora tutta da dimostrare.

I trattati internazionali

Vi sono trattati internazionali che vietano l’impiego - e dunque di riflesso si potrebbe dire anche la fornitura e la messa a disposizione - delle bombe a grappolo. In questo caso però, il testo della Conferenza di Dublino su queste bombe non è stato ratificata e nemmeno firmato da quelle che sono le parti in causa oggi, cioè Stati Uniti d’America, Ucraina e Russia. La Gran Bretagna invece ha pienamente aderito nel 2010, perciò non potrebbe dare le sue “cluster bombs” a Zelensky. Eppure in un primo momento sembrava volesse fornirle, salvo poi fortunatamente ripensarci.

Il trattamento dei cosiddetti terroristi

Londra ha però fatto il suo, dichiarando la Wagner un gruppo terroristico. Si tratta di una mossa totalmente inutile in questo momento, ma che potrebbe dare dei frutti a guerra finita, posto che vinca l’Ucraina. In ogni caso, tale dichiarazione rientra nel novero delle misure ad hoc contro i terroristi, che potrebbero invece rivelarsi un vulnus tremendo sullo stato di diritto. Si tratta di casi-limite, ma che nel recente passato hanno originato aberrazioni come quella di Guantanamo. Le formazioni di mercenari, poi, sono ampiamente utilizzate anche dai Paesi euroatlantici, vedasi gruppo Blackwater, dunque si finisce per nascondersi dietro a un dito. Senza dimentacare l’altro aspetto importante, che è quello di poter processare ed effettivamente punire i colpevoli dei crimini di guerra. Ma ad oggi né Washington né Mosca riconoscono la giurisidzione del Tribunale Internazionale dell’Aia.



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