Il Workaholism: una dipendenza moderna
Il workaholism rappresenta una delle dipendenze più subdole della società contemporanea, manifestandosi come una vera e propria sindrome da "ubriacatura da lavoro". Questo disturbo, studiato approfonditamente negli Stati Uniti già dagli anni '70 grazie al pionieristico lavoro di Robinson, si configura come una forma specifica di disturbo ossessivo-compulsivo all'interno della più ampia famiglia dei disturbi d'ansia.
La persona affetta da workaholism sviluppa un'ossessione per il lavoro che si manifesta attraverso comportamenti compulsivi come il controllo costante delle email, delle comunicazioni con clienti e fornitori, e un pensiero incessante rivolto all'evoluzione del business. Questa condizione si distingue dalla semplice dedizione professionale per la sua natura patologica e l'impatto negativo sulla qualità della vita.
In alcune realtà metropolitane, come Milano, questa condizione viene paradossalmente normalizzata e persino valorizzata. Mentre in altri paesi europei, come il Belgio, lavorare oltre l'orario standard viene considerato un segno di disorganizzazione, in Italia spesso rappresenta un requisito implicito in molti ambienti professionali.
Il disturbo colpisce principalmente professionisti indipendenti, manager e dirigenti, categorie che non hanno vincoli orari definiti e gestiscono autonomamente il proprio tempo. La mancanza di limiti esterni può facilitare lo sviluppo di comportamenti compulsivi legati al lavoro, che si manifestano anche durante i weekend e le vacanze.
Le conseguenze del workaholism si riflettono principalmente in due aree fondamentali: la cura di sé e le relazioni affettive. Chi ne soffre tende a trascurare la propria salute fisica e mentale, riducendo progressivamente il tempo dedicato al riposo, all'attività fisica e alle relazioni sociali. Questo può portare a crisi familiari, con partner che si sentono trascurati e figli che percepiscono l'assenza emotiva del genitore.
Il trattamento di questa dipendenza richiede innanzitutto il riconoscimento del problema, spesso ostacolato dalla sua accettazione sociale. L'introduzione di pratiche come la mindfulness può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza e capacità di distacco dai pensieri ossessivi legati al lavoro. È fondamentale stabilire confini chiari tra tempo lavorativo e personale, reintroducendo gradualmente attività ricreative e momenti di socializzazione.
Il supporto familiare gioca un ruolo cruciale nel processo di recupero, anche se paradossalmente sono spesso gli ultimatum dei propri cari a fungere da campanello d'allarme. Il percorso di guarigione richiede un approccio professionale che aiuti a riconoscere e modificare i pattern comportamentali disfunzionali, permettendo di sviluppare un rapporto più equilibrato con il lavoro e riscoprire il valore del tempo libero e delle relazioni personali.