GASTRONOMIA
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Il perchè del 'no' alla carne equina

27/01/09

Quali sono i motivi per cui c’è una certa riluttanza nel consumo di carne equina? Addirittura alcune catene di supermercati, come l’Esselunga, preferiscono evitarne la vendita. In Italia c’era stato un incremento della vendita di questo prodotto solo nel periodo di allarme mucca pazza. Motivi etici, religiosi, storici? Perché diciamo “no” alla carne equina?

È interessante sapere che il consumo di carne equina non è molto diffuso nel nostro Paese e in molti paesi europei per una serie di credenze tramandate dai nostri avi.
Spesso diciamo e ci sentiamo dire che non si mangia la carne equina perché dispiace per il cavallo. Ma perché non dispiacersi allo stesso modo per le “povere” mucche, i vitellini, i maialini? E la lista potrebbe continuare ancora per molto.
In realtà siamo restii nel consumo di carne equina perché secoli fa ne era stato vietato l’utilizzo. Il cavallo veniva infatti impiegato come sacrificio agli dèi o usato per riti propiziatori. Quindi pontefici e divulgatori del Cristianesimo hanno preferito vietarne del tutto il consumo per evitare qualsiasi ricaduta nel paganesimo.
Da questo divieto, tramandato e trasformatosi nel corso dei secoli, vi è insita in noi la tendenza a non mangiare la carne equina.
Ed è un peccato, perché la carne equina oltre ad essere un’importante fonte di ferro, omega 3, vitamina B6 e B12, è anche molto gustosa e saporita e può essere preparata in mille modi diversi, anche molto sfiziosi, ed è consigliata dai nutrizionisti in tutte le diete. E da non sottovalutare il fatto che a differenza di maiale “alla diossina”, pollo “all’aviaria”, o mucca “pazza”, non è mai stata legata a scandali.

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