Il caffè e le leggende sulla sua origine
I love coffee, potrebbe essere il titolo di un best seller per tutti gli impiegati. Ore passate in attesa della pausa caffè, per rilassarsi e rigenerarsi. Molte sono le leggende e le curiosità sulla creazione di questa bevanda miracolosa, alcune davvero interessanti e fantasiose.
La più conosciuta è probabilmente quella proveniente dal Monastero Chehodet nello Yemen. La leggenda racconta che i monaci del monastero, avendo saputo da un pastore che le sue capre erano vivaci anche la notte, se mangiavano certe bacche, decisero di preparare una bevanda con queste bacche che permettesse loro di stare svegli anche la notte. Un’altra leggenda riguarda Maometto, che un giorno in cui non si sentiva bene, ricevette la visita dell’arcangelo Gabriele, mandato da Allah con una miracolosa bevanda. La bevanda era scura come la Sacra Pietra Nera della Mecca, comunemente chiamata "qawa". Maometto la bevve, si rianimò di colpo e ripartì per grandi imprese. Forse a noi il caffè della distribuzione automatica (dette anche coffee machine vending) non farà proprio lo stesso effetto, ma di certo riesce a darci la carica almeno per qualche ora di duro lavoro.
La più nota storiella narra, invece, che in Arabia un pastore di nome Kaddi , avendo portato al pascolo le sue capre, notò sbigottito che esse, dopo aver mangiato le bacche di una pianta ivi spontanea, mostravano segni di eccitamento. Il pastore, non riuscendo a spiegare l'accaduto, lo sottopose al vegliardo abate Yahia. Costui, intuendo quelle che erano le proprietà della pianta, ne fece una bevanda amara e ricca di calore che, riscaldando il corpo lo rinvigoriva, liberandolo da sonno e stanchezza. Proprio la stessa che noi possiamo gustare tutti i giorni al bar e in ufficio, anche grazie alle macchinette per caffè (espresso coffee machines).
Una leggenda simile vuole, invece, che il caffè sia stato scoperto da un Iman di un monastero arabo, il quale ne preparò un decotto e lo fece gustare a tutti i monaci del convento, che rimasero svegli senza fatica tutta la notte. Un'altra storiella narra di un monaco arabo, lo sceicco Ali ben Omar, che rimase solo durante un viaggio verso Moka, città nella quale accompagnava il suo maestro Schadeli, morto durante l'itinerario. Apparsogli un angelo, fu incoraggiato a proseguire verso quella città dove infuriava una terribile peste. Qui, con le sue preghiere ad Allah, riuscì a guarire molti malati e persino la figlia del re, della quale si innamorò. Il Re, però allontanò' il monaco, il quale, costretto a vivere nella solitudine della montagna, per appagare la fame e la sete, dovette invocare l'aiuto del suo maestro, il quale gli inviò' un magnifico uccello dalle piume variopinte e dal suadente canto. Destato e sollevato dal melodioso canto, Omar si avvicinò per ammirare l'uccello e, giunto sul posto, vide un albero rivestito da fiori bianchi e frutti rossi: la pianta del caffè. Colse alcune bacche e ne fece un decotto dalle virtù salutari che, spesso, offrì ai pellegrini che riceveva nel suo rifugio. Sparsasi la notizia delle qualità magiche della bevanda, il monaco venne riaccolto nel regno con grandi onori.
Questa è quindi una bevanda dall’antico e affascinante passato, che non ha perso il suo fascino anche se ora è possibile trovarla in tutti i distributori automatici di bevande (office coffee machine) il caffè resta un compagno inseparabile delle nostre giornate, con le sue impagabili virtù, che ce lo rendono tuttora insostituibile.
A cura di Martina Meneghetti
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