GASTRONOMIA
Articolo

I miti della resurrezione in Sicilia

23/01/14

... dal racconto di un famoso pasticcere di Acireale (CT)- L’agnello di zucchero o di marzapane era uno dei dolci di Pasqua che già nella mia infanzia era difficile trovare, ricordo che mio padre per accontentarci arrivava fino a Napoli ...

… dal racconto di un famoso pasticcere di Acireale (CT)
L’agnello di zucchero o di marzapane era uno dei dolci di Pasqua che già nella mia infanzia era difficile trovare, ricordo che mio padre per accontentarci arrivava fino a Napoli, alla salita di santa Teresa agli Scalzi c’era una piccola pasticceria, che produceva delle deliziose, saporite pecorelle di zucchero e marzapane. Ancora una volta come vuole la nostra secolare tradizione saranno le sapienti mani delle suore dei conventi, sparsi da Napoli a Palermo le prime a confezionare questo dolce, che subito diventa un inno alla Pasqua … un morbido involucro di pan di spagna (o marzapane), ripieno di una profumatissima crema di pistacchi, uova e liquore. La pecora di zucchero appartiene alla mia infanzia, anzi all’immaginario che trasforma il sacrificio in una prelibatezza, un paradosso tutto napoletano e se volete, anche barocco siciliano d’intendere la religione, ma era bello accapigliarsi con fratelli e cugini per un pezzo di coda, un orecchio, la testa toccava sempre al più grande di noi perché di solito era anche il più forte. Sono passati quasi cinquant’anni dall’ultima volta che ho mangiato una pecorella di zucchero, la vecchia generazione di pasticceri casoriani non ha lasciato eredi, oggi guardo i dolci nelle belle, illuminate vetrine dei bar e non ho l’impressione di trovarmi davanti ad un prodotto artigianale. Allora, aprire quella scatola, trovare dentro quel tesoro ed essere proiettato indietro nel tempo, alla mia infanzia è stata l’emozione più grande, come dare torto a Marcel Proust quando scrisse che il suo dolce preferito la "maddalene (madelaine)" era la sua macchina del tempo. Non so se la ricetta di questa settimana sarà una vera sorpresa ma sono riuscito a farmi dare, da un mio carissimo amico di Milano, la ricetta di questo dolce. Abbiamo due varianti, una semplice, l’altra un poco più complessa, ma di chiara provenienza sicula napoletana e che troverete alla fine ddi questo scritto.
Aequus nox "notte uguale" è il momento in autunno ed in primavera in cui si ha una perfetta proporzione tra il giorno e la notte, gli antichi astronomi sapevano bene che in quel giorno il sole si sarebbe trovato al di sopra dell’equatore celeste. In autunno l’equinozio segna la metà oscura dell’anno, quando le tenebre calano sulla terra, le tenebre saranno sconfitte dalla luce dell’equinozio di primavera, allora tutta la natura rinascerà e la terra sarà di nuovo fertile, il difficile passaggio dall’inverno alla primavera: il ciclo cosmico parla della necessità del sacrificio e del rinnovamento, della morte e della resurrezione, perché ogni inizio dell’anno sacro è un’allegoria dell’inizio del Cosmo e della Vita. Come ho già ho avuto modo di scrivere in altri miei articoli, questi concetti comuni a molte antiche culture hanno come idea centrale un sacrificio a cui segue una rinascita. La cristianizzazione delle antiche festività pagane proseguì anche con l’equinozio di primavera: la domenica dopo la prima luna piena, che segue l’equinozio, fu la data fissata nel IV° secolo d.C. per commemorare la resurrezione di Cristo avvenuta durante la festività ebraica della Pesah "passare oltre", che festeggiava l’esodo del popolo d’Israele dall’Egitto. La maggior parte dei miti della resurrezione, ci mostrano l’unione di un simbolismo celeste,il tema è sempre il matrimonio fra una divinità maschile celeste o solare e una femminile, legata alla terra o alla luna. Questi déi erano solitamente rappresentati da un sacerdote ed una sacerdotessa, che in primavera ritualizzavano in segno di buon auspicio e di fertilità l’accoppiamento, si festeggiava la primavera e la risalita della luce, si festeggiava Afrodite e allo stesso modo il ritorno di Persefone sulla terra dopo aver trascorso sei mesi nel regno dei morti. Il mito (in verità dovrei dire i miti) di Attis e Cibele rendono bene l’idea del sacrificio e della rinascita, il bellissimo Attis nato dal sangue della dea Cibele e da questa amato alla follia, voleva abbandonarla per sposare una mortale. La dea colta da una rabbia furente lo rese pazzo e Attis si evirò morendo dissanguato. Da questo sangue nacquero quegli splendidi fiori che chiamiamo viole e mammole, gli déi commossi e non potendolo resuscitare lo trasformarono in un pino sempreverde. Anche il mito di Adone (di cui ho già scritto) si colloca nella stessa scia, le Adonìe che si svolgevano nel mondo ellenico erano le feste della resurrezione, che vanno ricollegate al dio assiro-babilonese Tammuz o Adon "Signore". Nei simboli e nelle tradizioni delle antiche religioni pagane non è difficile scorgere le radici della Pasqua cristiana, pascha" è il termine greco e latino, che proviene dall’aramaico "pasha". Il significato della parola viene resa abitualmente da molti con: passaggio, passare oltre, ma bisogna ricordare anche il termine greco" pàschein" "soffrire", attribuendolo quindi alla passione "páthos". È possibile, che questa spiegazione raccolga solo la visione giudaica della Pasqua, sinonimo di agnello pasquale, immolare la pasqua, mangiare la pasqua nel Nuovo Testamento troviamo in Mt 26, 17 "Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù gli dissero: "Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?". E di seguito si veda Mc 14, 12; Gv 18, 28. Queste letture mettono in risalto in modo particolare l'agnello sacrificale metaforizzando la passione di Cristo come "salvatore", il "passaggio" dal mondo terreno alle sfere celesti, fa nascere il tema della Pasqua come "salvezza sotería". Qualcuno propone che l’espressione "passare oltre" si riferisca a Azrael l’Angelo sterminatore, che "passa oltre" salvando coloro che risiedono nella casa dove lo stipite della porta è segnato dal sangue. Le spiegazioni si sprecano: «diabasis, transitus hypérbasis», insomma "passaggio" come compimento del regno di Dio. La Pasqua cristiana più antica è quella detta "quartodecimana", festeggiata nel giorno della "Pesach 14 Nissan". Ma è possibile anche che le due tradizioni risalgano a due distinte correnti del giudaismo, è probabile che la Pasqua quartodecimana sia la ripresa cristiana del Pesach. Il concilio di Nicea tenutosi nel 325, stabilirà che la Pasqua cristiana dovrà essere celebrata la prima domenica dopo la luna piena, nel 525 si stabilirà il periodo entro il quale essa cade, che dura tutt’oggi: fra il 22 marzo e il 25 aprile. La Pasqua si festeggia anche riproponendo le pietanze legate al simbolismo della rinascita, l’agnello (sacrificale) non può mancare sulle tavole pasquali, dove i cibi erano semplici, agnello intero arrostito allo spiedo e uova. Qui da noi anche il carciofo è un ortaggio strettamente legato alla Pasqua, come la pastiera, fatta con chicchi di grano bolliti nel latte, insaporiti con l’acqua di fiori, arricchiti di pezzetti di frutta candita e amalgamati al più simbolico degli ingredienti l’uovo, simbolo della vita che rinasce e dunque della festa di Resurrezione. La pastiera gioiello della nostra pasticceria è dunque il simbolo della Pasqua, rito di passaggio stagionale – festa di primavera – resurrezione di Cristo. Il cibo diventa così parte essenziale del dramma divino "mangiate questo è il mio corpo, "bevete questo è il mio sangue", nasce così il rito dell’Eucarestia e il cibo diviene mezzo necessario per conquistare il paradiso, diventando da semplice alimento: mitologico, purificatorio e propiziatorio: «ecco l’agnello di Dio, ecco colui che lava i peccati del mondo». Sacro e profano, cristiano e pagano, il cibo di Pasqua è intriso dei culti mediterranei della fecondità, miti e riti ancestrali, che consumiamo distrattamente durante il pranzo della Pasqua. Cu’ bona salute e bona Pascaa tutti.

’A pucurella e zucchero … vi consiglio di non fare dosi più grandi ve ne pentireste.
Ingredienti
ü 500 gr. mandorle
ü 500 gr. zucchero a velo:
ü 1 bustina di vanillina
ü 100 ml (dl) Acqua
ü Cannella
Preparazione - tritate finemente le mandorle, mescolate l’acqua con lo zucchero e versate il composto in un tegame. Scaldate su fiamma bassa, mescolando, quando lo zucchero comincerà a filare togliete dal fuoco e incorporate la vanillina, la cannella e rimescolate il tutto energicamente. Ottenuta una pasta omogenea, versatela su un piano leggermente inumidito e continuate a lavorare l’impasto con le mani fino a quando sarà liscio e compatto. Formate una palla che va lasciata asciugare per circa 1 giorno. Se siete bravi potete modellare manualmente l’impasto a forma di pecorella, se non siete bravi dovrete essere almeno fortunati e cercare nei negozi specializzati uno stampo a forma di pecorella. Lasciate asciugare per circa due giorni. Decorate la pecorella con coloranti per cibo, disegnando tutti i particolari aggiungete due praline, e a Pasqua portate in tavola.

’A pucurella chiena … Questa ricetta è più elaborata, dovrete anche preparare il pan di spagna, la glassa di cioccolato e quella di zucchero per la decorazione.
Ingredienti
per il marzapane 200 gr mandorle secche e spellate 200 gr di zucchero 30 gr farina 1 uovo intero e 1 albume essenza di arancio colorante alimentare.
Glassa al cioccolato, per copertura Ingredienti: 500 gr. di cioccolato fondente Una noce di burro mezza tazzina d'acqua calda 1 uovo aroma a piacere Preparazione: Sciogliete a bagnomaria la cioccolata evitando che giunga a bollore, quando il cioccolato si sarà sciolto, toglierlo dal fuoco e aggiungervi una noce di burro, il tuorlo d'uovo e mescolare molto bene, montare a neve il bianco dell’uovo e aggiungerlo alla cioccolata. Adesso Unite anche l'aroma che più vi piace un liquore, della buccia di limone ecc.. Mescolate bene e mettete il composto in frigorifero a solidificare quanto basta per poterla usare.
Glassa di zucchero per decorare Ingredienti: 4 albumi, 200 gr. zucchero, 1 cucchiaio di succo di limone Un pizzico di sale.



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
CarloMariaGrassi
Responsabile account:
Carlo Maria Grassi (Marketing, Tourism & New Business )
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
RSS di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere