Fabrizio Di Amato: MAIRE “technology driven”, focus sulla transizione energetica
In un’intervista rilasciata a “Il Giornale d’Italia”, il Presidente di MAIRE Fabrizio Di Amato si è soffermato sui progetti e sugli obiettivi del Gruppo.
Contribuire alla transizione energetica in modo significativo e rendere l’Italia un hub del gas e dell’idrogeno: nelle parole del Presidente Fabrizio Di Amato la vision e i progetti del Gruppo MAIRE.
Fabrizio Di Amato: MAIRE, il focus sulla tecnologia
MAIRE è una società “technology driven” e con NEXTCHEM, la business unit dedicata alle soluzioni tecnologiche sostenibili, sta portando avanti progetti che fanno della tecnologia un punto focale delle attività. A confermarlo è il Presidente Fabrizio Di Amato in una recente intervista rilasciata a “Il Giornale d’Italia”, occasione per parlare anche dei progetti di lungo periodo sviluppati dal Gruppo. “I punti fondamentali sono più di uno. Intanto il piano stesso, a dieci anni è inusuale, ma è la migliore rappresentazione soprattutto parlando di tecnologie e transizione energetica e programmi che hanno impatti importanti sui cambiamenti climatici che si dovranno realizzare nel 2030 e nel 2050”. Altro punto centrale è “collegato al fatto che abbiamo rappresentato due linee di business, una sorta di rivoluzione organizzativa, una divisione che è capacità di realizzare grandi impianti in zone remote del mondo, quindi capacità di far accadere le cose e la tecnologia che da più di dieci anni ci distingue”. “Siamo una società technology driven”, ha aggiunto Fabrizio Di Amato, e “abbiamo messo sotto al cappello di NEXTCHEM tutte le nostre tecnologie. Sinergie importanti”.
Fabrizio Di Amato: partita importante per l’Italia, MAIRE prosegue negli investimenti
Transizione energetica e supporto alla filiera italiana sono due aspetti su cui MAIRE intende contribuire “in modo significativo”, ha sottolineato Fabrizio Di Amato, che nell’intervista ha parlato anche del ruolo dell’Italia in termini di hub geografico e strategico per l’Europa. “In Italia abbiamo l’attività dell’idrogeno circolare che nasce da rifiuto che può cambiare il paradigma e aiutare la strategia del Governo di rendere il Paese un hub del gas del Nord Africa e noi pensiamo che con la realizzazione di questi impianti potremo diventare un secondo hub per l’Europa per l’idrogeno”, così il Presidente di MAIRE: “16.000 tonnellate di rifiuto possono essere trattate per produrre 1,6 milioni di tonnellate di idrogeno che equivale al 20% del consumo di idrogeno in Europa. Siamo attori in questa partita, ma dipenderà da noi e dalle istituzioni”. MAIRE continua così a “investire nelle acquisizioni di nuove tecnologie” con “una buona parte degli investimenti del 2023 già fatti e pensiamo di farne altrettanti nella seconda parte dell’anno”. Come evidenziato da Fabrizio Di Amato, MAIRE “investe nei progetti dove ha un ruolo da promotore dell’iniziativa, utilizziamo le nostre tecnologie, li realizziamo ed entriamo anche noi nel capitale dell’iniziativa”: tra i vantaggi anche quello di far crescere la filiera italiana e “attraverso questo nostro cambiamento di passo pensiamo di portarci questa forza operativa verso la decarbonizzazione”.
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