Celiachia: AINC, riportare ai livelli del 2018 il bonus per chi è intollerante al glutine
Ramaroli: ”l’inflazione ha fatto impennare i prezzi anche del 40%”. Mendola, “se non si interviene, celiaci costretti a seguire la stessa dieta per tutta la vita”
Riportare l’ammontare del bonus per i celiaci ai livelli del 2018, visto che la corsa dell’inflazione nei mesi scorsi ha fatto aumentare fino al 40% i prezzi degli alimenti senza glutine. È la richiesta che rivolgono al governo l’AINC - Associazione Italiana Negozi Celiachia – e la community online CeliachiaFacile, spiegando che altrimenti si rischia di penalizzare pesantemente lo stile di vita dei soggetti intolleranti.
L’Associazione ricorda che il bonus serve a coprire la differenza di prezzo che c’è normalmente tra i prodotti normali e quelli preparati con farine senza glutine. Attualmente l’importo varia dai 56 ai 124 euro a seconda delle fasce di età e del sesso. Fino a qualche anno fa, tuttavia, il bonus era più sostanzioso, nel 2018 infatti il governo è stato costretto a attuare un taglio del 20% per esigenze di bilancio.
“Adesso è fondamentale riportarlo quantomeno ai livelli di cinque anni fa – commenta il Presidente dell’AINC, Fabio Ramaroli -, la corsa dell’inflazione a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno e mezzo ha inciso profondamente sul carrello della spesa. Molti prodotti gluten free hanno subito purtroppo dei rincari ben peggiori, in alcuni casi si arriva anche al 30, se non al 40% in più”.
Ma se non si interviene subito, si rischia di modificare radicalmente le abitudini alimentari dei soggetti celiaci. “Queste persone saranno costrette a rivolgersi alla grande distribuzione per cercare prezzi più favorevoli – osserva Michele Mendola, delegato regionale AINC per la Sicilia e fondatore di CeliachiaFacile, - ma lì non troveranno la stessa varietà di prodotti che può offrire un negozio dedicato. Un supermercato ha corsie intere dedicate a pasta, pane, prodotti da forno, specialità locali, cibi pronti, surgelati, biscotti, dolci e merendine. Ma quanto spazio può dedica ai prodotti senza glutine? Uno scaffale o due, forse una corsia nelle ipotesi migliori. E il celiaco dovrà accontentarsi di quello che trova in quell’unico scaffale”.
“La grande distribuzione difficilmente sarà in grado di offrire gli ingredienti gluten free per preparare dei piatti locali o tipici di una stagione – aggiunge ancora Mendola. - Per non parlare poi di tutti quei prodotti artigianali o semi-artigianali che sono un fiore all’occhiello dei negozi dedicati. Senza contare che il celiaco non potrà più fare affidamento sulla competenza che offrono i titolari di questi esercizi”. Un aspetto che secondo Mendola è fondamentale, tanto da averlo spinto a fondare la community online CeliachiaFacile, proprio per offrire consigli per affrontare la vita quotidiana. “Insomma, se non si ripristina l’importo del bonus – conclude Mendola – il rischio è che il celiaco sia costretto a seguire la stessa dieta per tutto l’anno, se non per tutta la vita”.