CADMIO: disintossicarsi con prodotti naturali
E’ risaputo che l’aria che respiriamo è satura, oltre i massimi limiti di guardia, delle famigerate polveri sottili: il Cadmio, uno dei metalli che le compone, è sempre più presente nell’aria ed è dichiarato dalla più importante autorità europea per la sicurezza dell’ambiente EFSA, come cancerogeno ad ALTO rischio.
Il rapporto tra uomo e ambiente è spesso difficile e conflittuale. Negli ultimi decenni l’intensiva attività industriale, finalizzata ad un incremento della produttività, ha influito in modo significativo sull’ecosistema globale. Dal concetto di contaminazione ambientale si è pertanto passati al più consono concetto di inquinamento ambientale.
Il cadmio è un metallo pesante le cui principali fonti antropocentriche di emissioni derivano dall’estrazione e dalla fusione dei minerali di zinco, da fertilizzanti fosfatidici e dall’incenerimento dei rifiuti solidi.
L’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha classificato il cadmio come cancerogeno per l’uomo di classe I.
Il cadmio tende ad accumularsi, causando importanti danni a livello epatico e renale e numerosi studi scientifici hanno dimostrato che il cadmio causa stress ossidativo, esercita una significativa azione genotossica, altera il metabolismo lipidico, e riduce la vitalità cellulare.
Il cadmio è tra i metalli pesanti uno con il più alto grado di tossicità per l’uomo. L’esposizione a tale elemento avviene principalmente per via inalatoria, attraverso gli alimenti, l’acqua e in seguito ad assorbimento.
La presenza di cadmio negli alimenti può essere correlata all’uso di piatti o contenitori smaltati e in ceramica. Una quantità minima può essere presente nell’acqua potabile. La sua emivita nell’organismo varia dai sedici ai trent’anni. Alcune malattie dei polmoni come enfisema, asma e bronchiti e ipertensione, potrebbero essere correlate a una sua lenta intossicazione. Questo elemento è diffusamente utilizzato anche per la produzione di batterie, coloranti, vernici, per la manifattura di bicchieri e come rivestimento di altri metalli, principalmente come anticorrosivo di lamiere d’acciaio. È risaputo che il cadmio viene assorbito in maniera significativa dal fumo di sigarette, in quanto si accumula naturalmente nella pianta del tabacco (Nicotiana tabacum). L’apporto medio di cadmio, fumando 20 sigarette al giorno, si attesta intorno a 1mcg. Il cadmio può indurre cambiamenti epigenetici, che svolgono un ruolo chiave nello sviluppo di numerosi tipi di tumore, malattie croniche o altri numerosi disturbi. Altri effetti del cadmio possono essere lo stress ossidativo e la produzione di ROS, condizioni che possono controbilanciate mediante l’attivazione di barriere, enzimatica (superossido dismutasi, catalasi, glutatione perossidasi) e non enzimatica (glutatione, vitamina C, vitamina E).
CINETICA E METABOLISMO
L’assorbimento attraverso il tratto gastrointestinale dipende dalla diversa solubilità dei composti. Nelle persone sane viene assorbito il 3-7% del cadmio ingerito; nelle persone con carenza di ferro questa quota può raggiungere il 15-20%. Il cadmio assorbito entra nel circolo sanguigno, dove si lega ad una proteina la metallotioneina ed è filtrato nel rene attraverso i glomeruli. Tale proteina ha un effetto protettivo nei confronti dei metalli pesanti, se la quantità di cadmio eccede la capacità di produzione di metallotioneina, si verifica un danno alle cellule del tubulo prossimale, con conseguente insorgenza di proteinuria a basso peso molecolare. La concentrazione di cadmio nei tessuti aumenta con l’età. I principali organi che accumulano il cadmio sono principalmente i reni e poi il fegato. L’emivita biologica nell’uomo è di 10-35 anni. A causa del notevole accumulo di cadmio correlato all’età, solo una piccola parte viene eliminata con le urine (circa lo 0,007% del contenuto totale corporeo viene eliminato al giorno da un adulto).
Studi su animali di laboratorio hanno evidenziato che i composti del cadmio hanno una scarsa tossicità acuta orale; l’esposizione per via orale a lungo termine comporta lesioni ai tubuli prossimali renali con conseguente proteinuria a basso peso molecolare, effetti sull’osso (osteoporosi), sul fegato, sul sistema emopoietico e sul sistema immunitario. Non si verificano effetti teratogeni o embriotossici o fetotossici se non a dosi molto elevate di esposizione; sono riportate alterazioni della fertilità. Studi di mutagenesi e di alterazioni cromosomiche hanno dato risultati discordanti. Studi di cancerogenesi su ratti non hanno dimostrato un significativo incremento nell’incidenza di tumori.
EFFETTI SULL’UOMO
Per l’uomo l’esposizione acuta risulta letale solo a dosi molto elevate. A seguito di esposizione cronica per via orale il rene sembra essere l’organo bersaglio della tossicità. Le alterazioni nello scambio di fosfato e calcio derivanti dal danno tubulare possono causare un riassorbimento di minerali dall’osso, con conseguente osteomalacia con vari gradi di osteoporosi. Studi epidemiologici di popolazioni cronicamente esposte al cadmio attraverso la dieta a seguito di contaminazione ambientale non hanno rilevato un aumento nel rischio di cancro. Non sono disponibili studi sui possibili effetti sulla riproduzione, teratogenesi o embriotossicità nell’uomo. Studi epidemiologici di popolazioni esposte per via inalatoria ad elevate concentrazioni di cadmio sul luogo di lavoro hanno evidenziato un crescente rischio di cancro del polmone, ma non si sono raggiunte conclusioni definitive. Lo IARC ha classificato il cadmio nel gruppo 2A (probabile cancerogeno per l’uomo).
ECCO QUALI CIBI POSSONO AIUTARTI A RIDURRE L’ECCESSO DI CADMIO.
FIBRE ALIMENTARI: riducono il tempo di svuotamento gastrico, favorendo l’eliminazione delle scorie attraverso le feci. Inoltre, contengono componenti attive (i fitati) che riducono l’assorbimento intestinale di alcuni metalli, tra cui il cadmio (hanno un’azione chelante).
CIBI RICCHI DI ZINCO: lo zinco è un antagonista biologico del cadmio. A tal proposito, è stato dimostrato (Brzoska et al. 2001) che una dieta ricca di zinco può contrastare l’assorbimento di cadmio a livello intestinale. Fornendo adeguate quantitativi di micronutrienti (zinco, ferro e calcio), è possibile proteggere l’organismo dall’assorbimento e dalla tossicità del cadmio. Inoltre, per mitigare gli effetti dannosi del cadmio possono essere utili composti quali polifenoli, melatonina, carotenoidi, L-carnitina e coenzima Q10.
Interessante lo studio sull’azione benefica dell’estratto da FOGLIE D'ULIVO per contrastare gli effetti dannosi del cadmio. Nel corso del progetto S.O.S. finanziato da Ager è stata valutata l’azione benefica di estratti ottenuti da foglie di olivo, in cellule renali esposte a basse concentrazioni di cadmio. I dati ottenuti hanno dimostrato che il pretrattamento con gli estratti contrastava gli effetti citotossici del cadmio. In particolare, si è osservato un miglioramento della vitalità cellulare e un’azione antiossidante significativa che bilanciava l’effetto ossidativo del cadmio. Attraverso tecniche di microscopia è stato dimostrato che il trattamento con gli estratti di olivo bloccavano l’azione genotossica del cadmio e riduceva la formazione di goccioline lipidiche che si osservano, a livello cellulare, in condizioni di stress.
A livello molecolare, è stato dimostrato che gli estratti agiscono in modo specifico sulla proteina actina, costituente principale del citoscheletro della cellula. I risultati ottenuti, inoltre, sono di cruciale importanza per la valorizzazione delle foglie che rappresentano un importante sottoprodotto per i frantoi. Inoltre, questi studi creano una nuova prospettiva di utilizzo di questi composti di origine naturale e tendono a valorizzare produzioni tipiche regionali.
I dati ottenuti sono stati recentemente pubblicati sulla rivista internazionale PLOS one.
Il progetto S.O.S. - Sustainability of the Olive oil System, finanziato da Ager - Agroalimentare e ricerca - Fondazioni in rete per la ricerca agroalimentare, sviluppa una ricerca che punta alla massima sostenibilità ambientale della filiera olivicola.
Questi sono gli obiettivi della sua attività di ricerca:
• studiare le caratteristiche delle cultivar neglette (trascurate) per una loro valorizzazione punto nuove tecnologie di estrazione sostenibili, in grado di ridurre tempi e costi di lavorazione, migliorando la qualità dell’olio;
• mettere a punto nuove tecnologie di estrazione sostenibili, in grado di ridurre tempi e costi di lavorazione, migliorando la qualità dell’olio;
• riutilizzare i sottoprodotti della lavorazione a fini energetici e per alimenti funzionali ad alto valore aggiunto, con vantaggi economici per i produttori;
• studiare nuovi packaging per ridurre l’impatto ambientale e le perdite alimentari, preservando la qualità dell’olio;
• sviluppare nuovi metodi di analisi eseguibili direttamente in campo per ottimizzare la raccolta;
• mettere a punto sistemi di analisi per riconoscere rapidamente le caratteristiche qualitative di un olio, utilizzabili per qualificare il prodotto e facilitarne il riconoscimento da parte dei consumatori.
CLINOPTILOLITE-ZEOLITE: DISINTOSSICAZIONE CON LA FORZA DELLA NATURA
MOLTO IMPORTANTE anche l’effetto disintossicante della ZEOLITE. La clinoptilolite zeolite passa attraverso il nostro apparato digerente come una speciale spugna. L’effetto disintossicante è dovuto alle sue proprietà fisiche: il suo complesso sistema a microcanali cattura gli agenti nocivi ambientali (Ioni di ammonio e di metallo pesante – in particolare piombo, cadmio, arsenico, cromo e nichel) e li scambia con i minerali presenti sulla sua superficie. L’intestino non assorbe la zeolite stessa né gli agenti inquinanti che la attaccano. Al contrario, la zeolite, con il suo carico di sostanze inquinanti, lascia il corpo in modo completo e sicuro, proteggendolo da un nuovo assorbimento di sostanze inquinanti.
VITAMINE DEL GRUPPO B
Carenze di vitamina, B 1 e B 6 sono state segnalate per aggravare la sensibilità alla tossicità di Cadmio e Piombo. La supplementazione vitaminica ha dimostrato di essere efficace contro la tossicità di Cadmio e Piombo sia negli studi sull’uomo che in quelli su animali. La supplementazione dietetica di vitamina B 1 riduce i livelli di Piombo nel fegato, nei reni, nelle ossa e nel sangue e recupera l’attività ALAD nel sangue. La vitamina B 1 influenza l’assorbimento di Piombo e il suo anello pirimidinico media la sua interazione, il che può causare un aumento dell’escrezione di Piombo e la diminuzione della sua tossicità. Anche la vitamina B 6 ha dimostrato di essere efficace nel ridurre l’accumulo di Piombo nei tessuti e nella riduzione dell’inibizione dell’attività ALAD. È probabile che questa funzione sia attribuita all’atomo di azoto nella sua struttura ad anello, che può chelare il Piombo prima che venga assorbito.
RUOLO PROTETTIVO DEL MAGNESIO CONTRO LA TOSSICITÀ DI CADMIO
Uno dei meccanismi importanti della tossicità del cadmio (Cd) è la sua interazione con i bioelementi, incluso il magnesio (Mg). L'esposizione al Cd porta a disturbi del metabolismo del Mg nell'organismo, mentre l'integrazione di Mg ha un effetto negativo sull'assorbimento, l'accumulo e la tossicità del Cd. I risultati disponibili indicano un ruolo protettivo del Magnesio contro la tossicità del Cadmio.
Fonte: https://www.longlife.com/
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