BRICS il sorpasso sulle economie del G7
Un nuovo sistema economico mondiale.
Il BRIC è un’associazione Internazionale che ha riunito nella sua prima intenzione del 2009 quattro paesi aventi una economia emergente in forte ascesa, tra i primi membri costituenti troviamo la Russia, La Cina, l’India ed il Brasile. Solo nel 2015 le popolazioni ruotanti all’interno del BRICS allargato al Sudafrica era di 3 miliardi di persone che rappresenta circa il 42 % della popolazione globale. Valutando l’iniziale peso riguardo le economie dei paesi membri si notava un appannaggio del 23 % del Pil mondiale. Fin dall’inizio si è capito come questa associazione di Paesi avrebbe potuto intaccare il chiaro predominio delle nazioni industrializzate del G7.
Un nuovo scenario Internazionale in piena evoluzione per il BRICS. Spendendo alcune parole riguardo le origini della parola BRICS si ricorda Jim O’Neill della Goldman Sachs che nel 2001 indicò l’origine nei paesi fondatori B(Brasile) - R(Russia) - I (India) – C (Cina). I primi incontri sono avvenuti proprio a margine delle Nazioni Unite che finirono con la costituzione da parte dei quattro stati nel 2009 a Ekaterinburg in Russia. Nel 2008 il BRICS ha collaborato con il Fondo Monetario Internazionale in seguito alla crisi finanziaria e la Banca mondiale nel favorire il contenimento di bilancio delle strutture finanziarie mondiali. Nel merito il BRICS ha supportato nell’ambito del Fondo Monetario Mondiale nel 2010 la riforma delle quote di adesione che per molti paesi erano proibitive. Nello stesso anno il BRICS divento una dei maggiori azionisti del FMI. Nell’ambito della cooperazione dei paesi aderenti l’interazione oltre che economiche si sono rafforzate con incontri annuali trai ministri delle finanze ed i governatori delle Banche Centrali oltre che dell’Agricoltura, Lavoro e Salute e Sicurezza Nazionali. Nel 2015 hanno costituito durante il loro sesto vertice a Fortaleza, in Brasile, il 15 luglio 2014 la New Development Bank, Istituto Finanziario mondiale con una base operativa di 50 miliardi di dollari.
La banca nel tempo si è sviluppata con l’entrata di altri membri svolgendo la funzione di finanziare progetti infrastrutturali nei Paesi emergenti. Oggi la banca eroga prestiti agli aderenti con molta velocità ed ha incrementato il suo capitale sociale ad oltre 100 miliardi di dollari. Nell’ultimo periodo sono entrati a far parte del BRICS al 15° vertice di Johannesburg nell’Agosto 2023 ben 22 Paesi hanno fatto richiesta di aderire al BRICS tra questi; Algeria, Arabia Saudita, Bangladesh, Bahrein, Bielorussia, Bolivia, Cuba, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Honduras, Indonesia, Iran, Kazakistan, Kuwait, Nigeria, Palestina, Senegal, Thailandia, Venezuela, Vietnam. Di questi 22 stati dal 01 gennaio 2024 sono entrati a pieno titolo come membri Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran, e Arabia saudita da febbraio 2024. La Serbia ha chiesto di entrare nel maggio 2024.
Il BRICS sembra inoltre voler inglobare in futuro anche la Turchia allungando ipoteticamente l’acronimo costitutivo a BRICST. Le basi di uno sviluppo esponenziale si erano visti sin dai primi vagiti dell’organizzazione ma la Guerra sembra avere accelerato una chiara coesione dei paesi appartenenti in valutazione di altri aspetti collaborativi, oltre a quelli costitutivi legati alle economie di guerra. Il BRICS, infatti, in controtendenza con le incognite prospettate che vedevano il predominare di colossi Economici all’interno dell’organizzazione vedi Cina, India e Russia, tutto questo non è accaduto ma anzi si sono rafforzate le collaborazioni industriali ed in ambito militare. Condizione che ha alterato gli equilibri economici mondiali come possiamo notare i paesi BRICS viaggiano ad una media di sviluppo in termini di PIL del 4,5% nel 2023 mentre il G7 si attesta ad un misero 1,5%. Facendo una analisi dei colossi economici mondiali gli USA sono al 2,7% mentre l’India vede una crescita del 6,8% e la stessa Russia in economia di guerra cresce al 3,2 %. Il sorpasso sulle economie occidentali è netto e anche preoccupante visto l’impatto dei paesi emergenti come l’Etiopia in crescita del 6,2%. Una grande debacle sia per Washington che Bruxelles valutando che in essere ci sono ben 30 paesi in attesa di entrare nel BRICS.
Le prime avvisaglie di un nuovo ordine economico mondiale sono rappresentate da alcune scelte di mercato dovute alle sanzioni USA ed Europee che hanno determinato la demonetizzazione del dollaro nelle transazioni mondiali e la sostituzione del sistema Swift in determinati ambiti con il Brics Pay, la state Bank of India ha realizzato una app basata proprio su Brics Pay si sono associate alla piattaforma le Russe Sberbank e VTB, le Cinesi Bank of Cina e ICBC, la Brasiliana Petrobras. La banca britannica Standard Chartered ha aderito a BRICS Pay per consentire ai suoi clienti di effettuare pagamenti verso altri Paesi BRICS. A sua volta, questo consente a qualsiasi membro dei BRICS di utilizzare le proprie valute nazionali. Tutte le transazioni vengono elaborate dalla New Development Bank (banca Brics) che oggi detiene la più grande riserva aurea del pianeta avendo superato le riserve auree degli stati uniti. Gli Emirati Arabi Uniti inoltre smettono di usare il Dollaro USA nel commercio di petrolio.
I BRICS oggi effettuano scambi commerciali per un valore di 260 miliardi di dollari senza il dollaro USA. Tutti I paesi BRICS mirano a eliminare il dollaro USA da tutti gli scambi e le transazioni globali entro il 2024. L’obiettivo del blocco è quello di posizionare le valute locali al di sopra del dollaro USA. per rafforzare le economie e le imprese nazionali. L’alleanza sta inoltre esortando altri paesi in via di sviluppo a seguire l’esempio ed effettuare pagamenti per transazioni transfrontaliere nelle valute locali. Infine, possiamo ammettere che i paesi occidentali del G7 devono rimodulare le proprie politiche sanzionatorie e guardare di più alle monete nazionali per non perdere la loro egemonia nell’economia mondiale perché queste rappresentano solo un boomerang per i paesi europei visto che nel G7 sono solo gli USA ad attestarsi al 3,2%.
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