A Bergamo forte calo dei dipendenti agricoli
ABIA-Confai denuncia il forte calo dell’occupazione agricola in Bergamasca: Bolis: “Dipendenti delle aziende agricole diminuiti del 20% nel 2011”. In parziale controtendenza il comparto agromeccanico.
L’ufficio studi di ABIA-Confai, l’associazione bergamasca dei contoterzisti agrari, ha reso noti gli aspetti essenziali del trend dell’occupazione agricola in Bergamasca, basati su elaborazioni di dati Istat e di Regione Lombardia.
“Il dato più allarmante è rappresentato dal calo dei dipendenti delle aziende agricole – esordisce Leonardo Bolis, presidente di ABIA e della confederazione nazionale Confai – diminuiti di un secco 20% nel 2011 rispetto all’anno precedente. Circa l’annata in corso non abbiamo ovviamente dati definitivi, ma pare che permanga un segno negativo, benché di portata inferiore”.
Come spiegare questo segnale estremamente preoccupante? “Una delle ragioni del fenomeno – spiega Bolis – è da ricercare indubbiamente nel fatto che, in una provincia a spiccata vocazione zootecnica come la nostra, hanno cessato la propria attività molti allevamenti da carne, sia di bovini che di suini. Peraltro, anche nel settore dei seminativi la crisi si è fatta sicuramente sentire e molte aziende di medie dimensioni hanno fatto un minore ricorso a manodopera professionale, cercando probabilmente di sopperire con un più intenso utilizzo di manodopera familiare”.
In diversi casi, inoltre, le aziende agricole bergamasche hanno preferito terziarizzare completamente determinate operazioni colturali, rivolgendosi ai servizi di qualificate imprese agromeccaniche, anziché accollarsi gli oneri dell’assunzione di manodopera supplementare.
“È il fenomeno della cosiddetta agricoltura in outsourcing – ricorda Enzo Cattaneo, direttore di ABIA-Confai -. Non dimentichiamo infatti che nella nostra provincia i contoterzisti agrari effettuano ormai il 97% della raccolta di soia e cereali e oltre il 70 % delle altre lavorazioni in campo nelle aree di pianura: dalla preparazione del letto di semina ai trattamenti contro parassiti e infestanti, dall’imballatura dei foraggi fino all’essiccazione e ad altre forme di messa in sicurezza del prodotto finale. Ne è prova il fatto che, in base ai dati a nostra disposizione, nel corso del 2011 l’impiego di manodopera da parte del comparto agromeccanico si è dimostrato in parziale controtendenza rispetto al resto del settore agricolo, facendo segnare un + 2,5%”.