SALUTE e MEDICINA
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Zeolite e amalgama dentale: un rimedio naturale per contrastare l’accumulo di mercurio e metalli

L’amalgama è un materiale comunemente utilizzato per le otturazioni dentali. È composto da una miscela di metalli ed è apprezzato per la sua durata, resistenza e costo relativamente basso. Tuttavia, il suo utilizzo ha suscitato alcune preoccupazioni a causa della presenza di mercurio nella sua composizione, che è un metallo tossico. Negli ultimi anni, la zeolite, in particolare la zeolite clinoptilolite, ha guadagnato popolarità come rimedio naturale per la chelazione e la disintossicazione da metalli pesanti.

FotoIl mercurio è uno dei metalli pesanti più tossici per l’organismo umano. Una delle principali fonti di esposizione cronica al mercurio è rappresentata dalle amalgame dentali, composte da circa il 50% di mercurio metallico mescolato con argento, stagno, rame e altri metalli. Col tempo, queste amalgame possono rilasciare vapori di mercurio che vengono assorbiti attraverso i polmoni e accumulati nei tessuti, con possibili effetti neurotossici e immunologici.

I metalli vengono utilizzati all'interno del nostro corpo e sono impiegati nella produzione, nella conservazione e nell'immagazzinamento di sostanze che utilizziamo direttamente sul nostro corpo o di cui ci nutriamo. I Metalli possono essere dannosi per la nostra salute molto di più di quanto si possa immaginare. Troppo spesso il loro influsso sulle nostre condizioni di salute viene trascurato; infatti, molto spesso, metalli tossici possono causare malattie croniche difficilmente diagnosticabili.

Il materiale usato in Odontoiatria per le ricostruzioni, contiene sostanze potenzialmente tossiche, mercurio in particolare, il quale è la sostanza forse più tossica in natura e che non è vero essere stabile una volta inserita nella bocca. Le amalgame dentali sono quelle otturazioni grigie che vengono chiamate comunemente “piombi”. Sono composte per il 50% di Mercurio e per il 48% da una lega a base di Argento (16%), Stagno (26%), Rame (5%) e Zinco (1%) e sono utilizzate dai dentisti per le otturazioni. La caratteristica di questa lega metallica è di essere facilmente modellabile, di indurirsi completamente in circa due ore e di possedere una buona aderenza sul dente.

Per queste caratteristiche il suo uso è diventato molto diffuso, in campo odontoiatrico, per le otturazioni dentali, che sono necessarie nel trattamento delle carie. Le percentuali di ciascun metallo, contenuti nell’amalgama, permettono di classificare i prodotti finali in amalgami tradizionali e amalgami non-gamma-2 o ad alto contenuto di Rame. Una otturazione con amalgama rilascia ogni giorno da 0.5 a 0.10 mg di Mercurio per fenomeni di abrasione, corrosione, disgregazione elettrolitica, generati dai diversi metalli in ambiente salino come nella cavità orale, la bocca; anche i sali dei cibi, le acque gassate, gli acidi alimentari, ecc. accentuano la naturale disgregazione delle amalgame. I metalli rilasciati per il 50% si depositano nei tessuti cellulari, inibendo processi enzimatici e metabolici del nostro corpo; l'altro 50% viene eliminato attraverso le urine e le feci e va ad inquinare l'ambiente in cui viviamo, il terreno e quindi lo ritroviamo anche nella frutta, nei cibi, nelle verdure, ecc. e nelle falde acquifere.

Il mercurio e lo stagno, reagendo tra loro e con le diverse sostanze presenti in bocca (acidi, basi, ioni, ecc.), si trasformano in composti estremamente tossici che vanno a depositarsi in vari organi del corpo quali: tratto gastro-intestinale, tiroide, testicoli, prostata, fegato, pancreas, reni, capelli e soprattutto nel cervello.

Se il mercurio rimanesse strettamente legato agli altri composti dell'amalgama, un'otturazione vecchia di 5-10 anni dovrebbe contenere ancora il 50% di mercurio. Così non è nella realtà. Nei suoi studi, Jaro Pleva, svedese, dimostrò nel 1983 che se un'amalgama contiene in media 750 mg di mercurio e ci sono una media di otto amalgame per paziente, in cinque anni si liberano 2.640 mg di mercurio. Che fine fa? Viene eliminato solo in parte, il resto s'infiltra nei nostri tessuti (1) . Facendo riferimento agli studi di J. Pleva, il quantitativo sopra citato corrisponde ad una media giornaliera di 1.446 microgrammi al giorno, contro i 43 microgrammi ammessi dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come esposizione massima giornaliera. La situazione peggiora enormemente con le cosiddette "amalgame non gamma 2", che contengono elevate quantità di rame (30%) e sono oggi di gran lunga le più usate nel mondo: queste amalgame cedono mercurio 50 volte più velocemente rispetto alle amalgame convenzionali (3-6% di rame).

Questo fatto spiega, probabilmente, i maggiori effetti tossici ad esse associati, come riportato in molti studi, con maggiore incidenza di disturbi neurologici. L’amalgama al mercurio è ancora il materiale più usato per le otturazioni, anche se esistono ormai molti studi scientifici che ne dimostrano la tossicità: se il principio guida della scienza medica è quello che indica la necessità di non nuocere mai, è importante prestare attenzione alla composizione dei materiali di otturazione dentaria.

L’AMALGAMA: UN PO' DI STORIA
Il termine amalgama deriva dall’arabo “al malgham”, cioè lega di metalli con il mercurio. Già conosciuta nell’antica Cina, l’amalgama venne introdotta in Odontoiatria per la prima volta nel 1812 dal farmacista inglese Joseph Bell. In Francia fu utilizzata dai fratelli Crouscour, che intorno al 1830 l'esportarono negli Stati Uniti. L’amalgama era l’alternativa più economica all’oro, il materiale usato generalmente per le otturazioni. Il mercurio veniva utilizzato di frequente per la cura delle lesioni della pelle e della sifilide, una malattia estremamente diffusa all’epoca. Usando il mercurio le lesioni della pelle svanivano, ma il paziente si intossicava profondamente, riportando danni al sistema nervoso che lo conducevano ad una lenta ed atroce morte.

Il Dott. Samuel Hahnemann, fondatore dell’omeopatia, e i suoi discepoli dell’Ottocento furono di fatto il primissimo movimento organizzato antiamalgama dentale; tanto è vero che i dentisti che usavano amalgama non ne potevano più di tutte le teorie e le pressioni anti-amalgama di questi omeopati.
Alla voce "mercurio", Hahnemann, già nel 1830, elencava un centinaio di diversi sintomi. A quel tempo l'uso eccessivo di unguenti mercuriali da parte di ciarlatani non medici, causava il reiterarsi di intossicazioni croniche; questo costituì uno degli stimoli decisivi allo sviluppo da parte di Hahnemann dell'omeopatia. Quando si parlava di mercurio si usava il termine "Quacksalber", letteralmente "L'unguento degli imbroglioni", da cui cambiarono due vocali trasformandolo in "Quecksilber", che rimane oggi la parola usata in tedesco per il mercurio.

Non è passato moltissimo tempo, eppure il bagaglio di esperienze associate con l'intossicazione mercuriale sub-acuta, derivante da farmaci a base di mercurio, sembra essere scivolato via completamente dalla memoria. A New York, nel 184026, in seguito ad alterne vicende, si arrivò addirittura a proibire l'uso del mercurio nei materiali dentali, ma solamente per 20 anni. Alla fine dell'Ottocento la pratica venne poi riportata in Europa dove il chimico tedesco Alfred Stock pubblicò, nel 1920, vari lavori scientifici riguardanti la tossicità dell'amalgama (2). Molti altri studi furono pubblicati in quel periodo ed alcuni arrivarono addirittura ad auspicare che gli amalgami venissero banditi dalla pratica odontoiatrica; purtroppo però, con il sopraggiungere della seconda guerra mondiale, il problema fu dimenticato.

Solo nel 1961, L. Gmelin, nella pubblicazione del Manuale di Chimica Inorganica, fece un’importante affermazione: gli “avvelenamenti cronici possono presentarsi in pazienti trattati con piombatura d’amalgama” e questo confermava che, senza alcuna riserva, i pazienti con l'amalgama possono presentare avvelenamenti cronici. Da allora si sono susseguiti studi, formazione di associazioni a tutela dei pazienti intossicati dall'amalgama, fino ad arrivare a citazioni in tribunale e risarcimenti. Questa breve panoramica sottolinea il fatto che i rischi causati dall'uso dell'amalgama sono reali e comprovati dai numerosi studi di casi clinici, che perdurano da circa un secolo.

Secondo l’Odontoiatria “ufficiale” l’amalgama non pone problemi a lungo termine perché diventa inerte alcuni giorni dopo essere stato inserito. Ma numerosi studi hanno provato che il mercurio continua ad essere liberato nel tempo, a causa della corrosione dell’amalgama. Diversi fattori possono contribuire a questa corrosione, quali lo stress fisico della masticazione, dello spazzolamento, e dell’eventuale digrignamento, l’acidità e la temperatura di cibi e bevande, ed il potenziale elettromagnetico di altri metalli eventualmente presenti in bocca (ad esempio in ponti, corone, ecc.). Molti studi hanno dimostrato che il contenuto in mercurio, in amalgami vecchi di 5 o 10 anni, si può ridurre fino al 25-35%.

Ricerche hanno dimostrato che il mercurio liberato dall’amalgama è in grado di raggiungere in pochi giorni tutti gli organi, ed è in grado di superare la barriera placentare. L’intossicazione cronica da mercurio è stata collegata sia a sintomi mentali (che spesso sono i primi ad apparire quali depressione, instabilità di umore, angoscia, ipereccitabilità) che fisici come stanchezza cronica, disturbi della vista, dell’ udito oltre a un potenziale pericolo di immunosoppressione.

Nel 1987 due studi basati su autopsie dimostrarono una diretta correlazione fra il numero di otturazioni in amalgama ed il livello di mercurio nel cervello e nei reni . Uno studio effettuato su pazienti affetti da sclerosi multipla ha mostrato che questi hanno livelli di mercurio, nel liquido cerebro-spinale, 8 volte superiori rispetto agli individui sani usati come controllo. C’è, comunque, molta controversia sul possibile ruolo del mercurio dentario nella genesi della sclerosi multipla, non essendo ancora stato effettuato uno studio clinico che dimostri inequivocabilmente questo ruolo causale.

Nel 1991 è stato pubblicato uno studio che pone una probabile relazione fra l’esposizione al mercurio contenuto nell’amalgama ed il morbo di Alzheimer (demenza precoce) come pure fra amalgama e malattie cardiovascolari e renali.

L’Odontoiatria ufficiale ignora queste ricerche, mentre continua a ripetere che l’amalgama è assai sicuro, poiché il mercurio non viene ceduto, e che può provocare problemi solo nelle persone che sono ipersensibili ad esso, e che essa stima attorno all’1% .

L’ADA sostiene che l’amalgama è resistente e sicuro, e che viene usato da oltre 100 anni. Il fatto che l’amalgama sia usato da molti anni non è una prova della sua sicurezza. A differenza delle intossicazioni acute, che avvenivano negli ambienti di lavoro in cui si utilizzava il mercurio ed i cui sintomi erano facilmente riconoscibili, l’intossicazione provocata dal mercurio contenuto nell’amalgama è particolarmente subdola poiché si tratta di un avvelenamento cronico dovuto all’assorbimento continuo di piccole quantità del metallo, e questo ne rende particolarmente difficile la diagnosi.

Anche un semplice esame del sangue è assai poco significativo, poiché il mercurio si trova nel sangue solo in piccole quantità, e soprattutto vi rimane per tempi molto brevi (pochi giorni), prima di depositarsi nei vari organi. Neppure l’esame delle urine ci è molto d’aiuto. Il dosaggio dei metalli pesanti nei capelli (il mineralogramma), a volte, può dare delle buone indicazioni, purché la quantità di mercurio assorbita sia significativa, e purché sia trascorso un tempo sufficiente perché il metallo venga incorporato nei capelli in crescita.

A questo punto va fatta una considerazione importante. Naturalmente non tutti coloro che hanno in bocca otturazioni in amalgama presentano patologie correlabili al mercurio in esse contenuto e in più c’è da considerare la variabilità individuale di risposta a una noxa patogena. Fortunatamente, i molti problemi creati dall’amalgama, se non hanno raggiunto un livello di irreversibilità, rispondono ad una semplice misura: la rimozione dell’amalgama stessa. E’ essenziale che la rimozione sia effettuata da un dentista biologico secondo protocolli di sicurezza (es. protocollo SMART dell'IAOMT).

LA SITUAZIONE ATTUALE IN EUROPA
Attualmente, le norme consentono ancora l’utilizzo di amalgama di mercurio con la sola eccezione dei trattamenti dentali per bambini sotto i 15 anni, donne incinte o che allattano. Le alternative già esistono e sono ad oggi le più utilizzate ma, nonostante questo, circa 40 tonnellate di mercurio vengono ancora usate ogni anno nell’Unione Europea per le otturazioni dentali. L’accordo recentemente raggiunto stabilisce la graduale eliminazione dell’uso dell’amalgama dentale entro il 2025 (salvo casi giustificati da esigenze mediche specifiche del paziente). Alcuni Stati membri potrebbero però ritardare l’eliminazione per evitare impatti negativi sulle persone a basso reddito. Ma il Consiglio europeo specifica che tali Stati membri dovranno giustificare adeguatamente il ricorso alla deroga e notificare alla Commissione le misure che intendono attuare per conseguire l’eliminazione graduale entro il 1º gennaio 2027.

A partire dal 1° gennaio 2025 è proibita anche l’esportazione di amalgama dentale, seguita da un divieto completo della produzione e importazione nell’Unione Europea a partire dal 1° luglio 2026.

UTILIZZO DELLA ZEOLITE nel trattamento naturopatico orientata alla dechelazione dei metalli pesanti, in soggetti odontoiatrici che presentano otturazioni a base di amalgame e/o materiali protesici.

Il Protocollo Biologico Naturale per il drenaggio dei metalli pesanti, pre e post intervento di rimozione dal Dentista, sarà da decidersi al momento secondo il caso clinico in esame, la tipologia del paziente e la quantità di metalli pesanti presenti nel soggetto. In particolare un prodotto innovativo e senza controindicazioni, che potrebbe essere utilizzato nel protocollo specialistico di drenaggio e chelazione dei metalli pesanti ed altri tossici è la ZEOLITE.

La ZEOLITE è un minerale microporoso di origine vulcanica. Si presentano come minerali naturali dalla struttura microporosa costituita da migliaia di piccoli canali in grado di legare rilevanti quantità di tossine e metalli pesanti dannosi per la salute come anche radicali liberi, nitrosamine, ione ammonio, micotossine, pesticidi e cationi radioattivi. Esistono diversi prodotti a base di zeolite. Si consiglia di utilizzare quelli attivati con nanotecnolgie in quanto garantiscono in assoluto il miglior tasso di assorbimento.

Con ogni dose, un numero incalcolabile di cristalli di zeolite di dimensioni submicroniche entrano nell’organismo come gabbie energizzate a carica negativa. Poiché queste gabbie di cristallo viaggiano nel flusso sanguigno, i metalli pesanti e i radicali liberi si attaccano alle gabbie di cristalli di zeolite come un magnete che attrae la limatura di ferro. Questo meccanismo di scambio unico viene chiamato "capacità di scambio cationico". Queste gabbie piene di tossine escono naturalmente dall’organismo già dopo 5-7 ore.

La zeolite è in grado di attrarre e legare selettivamente le particelle tossiche sia che si tratti di metalli pesanti che di particelle radioattive, virus o altre sostanze pericolose e di eliminarle in maniera sicura prima che incidano negativamente sulla salute generale. La zeolite attivata con nanotecnologie elimina l'accumulo di sostanze tossiche, migliora la risposta immunitaria, alcalinizza l’organismo, favorisce le funzioni metaboliche e l’assorbimento delle sostanze nutritive.

COME FUNZIONA
L’azione della Zeolite si esplica a livello gastrointestinale locale, non ha attività metabolica; ma funziona in base a interazioni di tipo chimico e fisico. La Zeolite presenta una notevole capacità di scambio ionico: è in grado quindi di cedere i cationi liberi (Na+, K+, Ca2+, Mg2+) e legare al loro posto i metalli pesanti, ioni ammonio, radioisotopi o altri cationi (Cd2+, NH4+, Pb2+, Cs+, Sr2+), per i quali manifesta elevata selettività. La Zeolite agisce anche come setaccio molecolare bloccando all’interno dei canali della propria struttura tossine esogene ed endogene. L’azione della Zeolite si esplica nel tratto gastrointestinale dove tossine, micotossine, ioni ammonio, metalli pesanti e radicali liberi si legano ad essa e vengono eliminati con le feci, L’azione della Zeolite è progressiva e selettiva verso le sostanze tossiche, non coinvolge sostanze nutritive né farmaci e agevola la fisiologica detossificazione sistemica dell’organismo.

La Zeolite Clinoptilolite, quando viene “attivata” (ovvero quando viene sbriciolata in modo da aumentare la propria superficie di contatto, sulla quale restano liberi ponti ossigeno carichi negativamente capaci di attrarre sostanze con cariche positive) esplica un’azione detossificante sistemica: è attiva nei confronti di inquinanti ambientali e alimentari (additivi alimentari, conservanti, smog, fumo, amalgame dentali, tinture per capelli, colle, vernici, esposizione al sole); contrasta lo stress ossidativo da radicali liberi esogeni ed endogeni e gli effetti iatrogeni dei farmaci; favorisce il miglioramento sintomatico in caso di allergie anche da contatto (per esempio, Nichel) e delle intolleranze alimentari.

La Zeolite Clinoptilolite senza essere assorbita dall’organismo è in grado di sequestrare e eliminare dall’organismo stesso tossine radicali liberi, ioni ammonio e metalli pesanti, ovvero sostanze normalmente presenti nell’ambiente in cui viviamo, onnipresenti negli oggetti quotidiani. L’eliminazione avviene attraverso un meccanismo fisico intestinale: le sostanze nocive vengono eliminate con le feci.

INTEGRAZIONE DELLA ZEOLITE NEL TRATTAMENTO NATUROPATICO ODONTOIATRICO

FASI DI INTERVENTO:
Fase 1 – Preparatoria (1-2 settimane prima della rimozione delle amalgame)
• Obiettivo: stabilizzare l’ambiente intestinale, migliorare la funzione emuntoria, iniziare il legame intestinale dei metalli circolanti.
• Protocollo consigliato:
o Zeolite micronizzata attivata: 1 g 2 volte al giorno, lontano dai pasti.
o Supporti complementari: Vitamina C, glutatione, piante epato-renali (Cardo mariano, Tarassaco, Ortosifon).

Fase 2 – Durante la rimozione protetta delle amalgame
• Obiettivo: limitare l’assorbimento del mercurio liberato.
• Protocollo:
o Zeolite assunta 30-60 minuti prima dell’intervento odontoiatrico e subito dopo.
o Associazione con carbone vegetale o pectina per effetto sinergico.

Fase 3 – Detossificazione post-rimozione (3-6 settimane)
• Obiettivo: favorire la mobilizzazione dolce e la completa escrezione dei metalli residui.
• Protocollo:
o Continuare la zeolite (1-2 g/die) per cicli di 3 settimane, con pause di 5-7 giorni.
o Aggiunta di NAC, acido alfa-lipoico o alga clorella (con cautela).
o Stimolazione degli emuntori: fitoterapia drenante, saune a infrarossi, linfodrenaggio.

ALTRI PRODOTTI NATURALI DISINTOSSICANTI

CLORELLA, CHLORELLA
Oltre che per diversi altri effetti benefici, la clorella è un’alga monocellulare conosciuta per le sue proprietà disintossicanti. Questo la rende perfetta per una cura disintossicante. L’alga clorella è ricchissima di clorofilla che cresce nei fiumi asiatici e possiede 38 volte più proteine della soia e 55 volte quelle del riso, fornendo 9 amminoacidi essenziali e molteplici vitamine e minerali (vitamina A, tutto il gruppo B ed E). Agisce come una resina a scambio ionico e ha un buon effetto nel legare i metalli a livello dell’apparato digerente ma non nel mobilitarli ed espellerli dall’organismo (4).

ORTICA, URTICA DIOICA L., URTICA URENS L.
L’ortica è una pianta che in antichità era usata per innumerevoli scopi curativi sia a livello diuretico/depurante sia nella diminuzione dell’ipertrofia prostatica. I suoi componenti principali sono: flavonoidi, lignani, pigmenti, amine, steroli, oligoelementi e vitamine, triterpeni, acidi organici.
Le sue proprietà sono: l’azione concomitante di glucosidi flavonoidici, sali minerali e polisaccaridi fruttosanici determina un aumento della diuresi. Altre proprietà sono, digestive, tonificanti, emostatica, ipoglicemizzante. Le indicazioni sono come diuretico volumetrico declorurante e deuricemizzante.

LITOTAMNIO, LITHOPHYLLUM
È un’alga rossa che si presenta sotto forma di piccole e fragili ramificazioni corallinacee tipica dei mari della Bretagna e dell’Irlanda. Essiccata e macinata quest’alga è ricca di sali minerali, il cui apporto favorisce la sintesi del collagene e dell’elastina, stimolando le cellule osteopoietiche, coinvolte nella formazione di ossa e denti e utili per mantenere una buona elasticità dei tessuti connettivi. Il litotamnio, è un alimento altamente alcalino che aiuta a ridurre l’acidità gastrica e contrasta la fisiologica tendenza all’acidificazione dell’organismo, ossia la presenza di un’elevata concentrazione di sostanze acide nel sangue.

CURCUMA
Definita dalla medicina ayurvedica come la regina delle spezie, la curcuma aiuta a ripulire il fegato, purificare il sangue e promuove una buona digestione. Ha azione antiossidante e, al contrario di altri antiossidanti, i curcuminoidi della curcumina sembrano essere in grado, non soltanto di neutralizzare i radicali liberi ma anche di prevenirne la formazione (5). Inoltre ha proprietà antinfiammatoria, ma è priva degli spiacevoli effetti collaterali dei farmaci antinfiammatori (6). È usata altresì per la pulizia della pelle e la conservazione degli alimenti.

«La curcuma stimola la produzione di tre enzimi: aril-idrocarburo-idrossilasi, glutatione-S-transferasi, e UDP-glucuronil-transferasi. Questi sono “coltelli” chimici che abbattono le sostanze potenzialmente nocive nel fegato. La curcuma offre una protezione analoga per le persone che stanno assumendo farmaci come il metotressato (antagonista dell’acido folico) e altre forme di chemioterapia, che sono metabolizzati da o attraverso il fegato» (7).

Fonte: https://www.ambrosinaturalmedicine.com › ebooks

Bibliografia:
1. 24 Jaro Pleva, Ph.D., Mercury Poisoning From Dental Amalgam, Orthomolecular Psychiatry, Volume 12, Number 3, 1983, pp. 184-193
2. Alfred Stock, The Dangerousness of Mercury Vapor By, Berlin-Dahlem KaiserWilhelm-Institut fuer Chemie (Eingeg. Febr. 9, 1926) Translated by Birgit Calhoun - http://www.stanford.edu/~bcalhoun/AStock.htm
3. [1] Fonte: FDA – Food and Drug Administration.
http://www.fda.gov/medicaldevices/productsandmedicalprocedures/dentalproducts/dentalamalgam/ucm171094.htm#1
4. Travieso L, Canizares RO, Borja R. et al. Heavy metal removal by microalgae. Bull Environ Contam Toxicol 1999; 62: 144-151.
5. Panahi et al. Antioxidant and antiinfiammatory effects of curcuminoid-piperine combination in subjects with metabolic syndrome: A randomized controlled trial and an update meta analysis. Clin Nutr 2015 Jan 7: S0261-5614(15)00002-
6. Illuri R. et al. Anti-infiammatory activity of Polysaccharide Fraction of Curcuma longa (NR-INF-02). Antiinflamm Antiallergy Agent Med Chem 2015 Apr 7.
7. Duke JA. Dr. Duke’s Essential Herbs: 13 vital herbs you need to disease-proof your body, boost your energy, lengthen your life. Emmaus, Pennsylvania: Rodale Press; 1999.
8. Università degli Studi di Trento. http://www.ing.unitn.it/~colombo/metalli_pesanti/mercurio.html
9. FDA (Food and Drug Administration). http://www.fda.gov/medicaldevices/productsandmedicalprocedures/dentalproducts/ucm171094.htm#3




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