Un progetto per i giovani dell’IPM di Nisida verso la mobilità elettrica
I corsi sono inseriti nell'ambito di un progetto complessivo che vede impegnati già da un anno, in partnership, il DAP, il Centro di Giustizia Minorile della Campania e l'azienda di mobilità elettrica Italiainmoto.
Si è svolta ieri, a Napoli, la visita del Presidente della Commissione Mobilità della Regione Campania Luca Cascone all’Ente di Formazione del Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità gestito da Italiainmoto, alla presenza del dott. Nicola Palmiero direttore del Centro di Giustizia Minorile della Campania e di Giuseppe Buonaguro CEO di Italiainmoto.
Nel centro napoletano si stanno tenendo i corsi di formazione per giovani-aduti ospiti dell’IPM di Nisida e Case di comunità finalizzati all’assemblaggio e alla gestione di stazioni di ricarica per la mobilità elettrica.
I corsi sono inseriti nell’ambito di un progetto complessivo che vede impegnati già da un anno, in partnership, il DAP, il Centro di Giustizia Minorile della Campania e l’azienda di mobilità elettrica Italiainmoto.
Questa è una realtà operante nel settore mobilità elettrica dal 2004, che attualmente ha sede a Bergamo ma con solide radici napoletane nella proprietà e ora questa sede napoletana dove si stanno tenendo i corsi, non a caso, nel quartiere di Secondigliano.
I corsi, che hanno riscosso un notevole interesse da parte dei ragazzi, non si propongono solo la formazione degli stessi ma sono volti anche a dare loro una concreta opportunità di inserimento lavorativo, una volta scontata la pena cui sono sottoposti.
Un progetto che oggi si estende anche proprio al carcere minorile di Nisida dove si aprirà un laboratorio, sempre con le medesime finalità, dedicato a quei ragazzi che non possono beneficiare della possibilità di uscire dalle mura di Nisida.
Quest’attività è pensata con una doppia valenza: formativa e sociale coniugando l’esigenza di formare personale tecnico – di cui il mercato della mobilità elettrica ha assoluto bisogno – con la voglia di offrire una concreta possibilità di riscatto a ragazzi che si trovano, finalmente, nella condizione di poter programmare il proprio futuro gettandosi alle spalle gli errori commessi per cui hanno scontato il loro debito con la società. Di poterlo fare con in mano una qualifica professionale che apre loro la vita futura con prospettive nuova in uno stato di perfetto reinserimento sociale.