PSICOBIOTICI GABA-produttori: gli studi confermano l’ipotesi dell’asse microbiota-intestino-cervello
Il GABA (acido γ-amminobutirrico) è il principale neuromediatore inibitorio del sistema nervoso centrale (prima della glicina). Deriva dalla degradazione del glutammato. Il GABA è naturalmente presente in alcune piante come la valeriana o il tè verde. Recenti studi evidenziano come l’aumentata presenza di GABA, prodotto dal microbiota intestinale, possa avere effetti vantaggiosi su diversi disturbi nell’uomo.
Il GABA è una molecola fisiologicamente prodotta a livello della corteccia cerebrale, dove agisce come neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale con azione opposta rispetto all’effetto del glutammato che è invece uno dei principali neurotrasmettitori eccitatori. Il GABA non è presente solo nel cervello, ma anche in tutto il tratto gastrointestinale. Nel cervello, il neurotrasmettitore è presente nelle vescicole dei neuroni pre-sinaptici. Quando viene dato il segnale, il GABA contenuto in queste vescicole viene rilasciato. Si lega quindi al suo recettore sul neurone postsinaptico. Il recettore del GABA si apre e permette agli ioni cloruro di entrare in questo neurone post-sinaptico. Le sinapsi sono i punti di contatto tra i neuroni pre e post-sinaptici.
Il GABA è coinvolto nel 30-40% delle sinapsi del cervello. Il GABA è un neurotrasmettitore inibitorio e viene utilizzato nel trattamento dell'epilessia, ansia, insonnia, attacchi di panico.
Il GABA (acido gamma-aminobutirrico) svolge un ruolo chiave nella modulazione dell'attività delle cellule nervose nel cervello. La sua presenza è essenziale per mantenere un equilibrio tra segnali eccitatori e inibitori nel sistema nervoso. La funzione inibitoria dei GABA è importante per bilanciare l’attività eccitatoria di altri neurotrasmettitori, come l’acetilcolina, la dopamina e la noradrenalina. In sostanza, i GABA aiutano a mantenere il giusto equilibrio tra l’eccitazione e l’inibizione del sistema nervoso (Lasse K.B. et al. 2006. The glutamate/GABA-glutamine cycle: aspects of transport, neurotransmitter homeostasis and ammonia transfer). Ormai è comprovato l’effetto che l’attivazione dei recettori dei GABA favorisca il sonno. Analisi condotte mediante elettroencefalogramma su dei soggetti durante il ciclo di sonno, confermano che l’assunzione di GABA contribuisce a diminuire il tempo impiegato per addormentarsi e ne migliora qualitativamente il sonno. Ciò si traduce in una migliore qualità del sonno (Suhyeon K. et al. 2019. GABA and l-theanine mixture decreases sleep latency and improves NREM sleep). Come riportato in diversi studi scientifici, le performance atletiche di un individuo, che siano per sport anabolici o aerobici, sono fortemente influenzate dalle condizioni di riposo e dalla qualità del riposo fisico e mentale. La quantità di ore di sonno e una buona qualità del sonno consentono di aumentare le prestazioni atletiche (Hugh H.K. Fullagar. Et al. 2015 Sleep and athletic performance: the effects of sleep loss on exercise performance, and physiological and cognitive responses to exercise).
Migliorare la qualità del sonno permette di avere una concentrazione migliore durante la giornata, riduce il senso di affaticamento, riduce l’irritabilità.
Per contrastare stati d’ansia, depressione o insonnia, in ambito medico, spesso si utilizzano farmaci che agiscono sui recettori del GABA i quali però presentano diverse controindicazioni.
L’integrazione con GABA esogeno invece, sembra contribuire a migliorare lievi stati d’ansia, insonnia, previene disturbi neurologici e psichiatrici (Andrzej P. et al. 2005 GABAergic hypotheses of anxiety and depression: focus on GABA-B receptors). Ciò si traduce in un miglioramento della qualità della vita.
I GABA aiutano a mantenere la concentrazione a lavoro o negli studi, conciliano il sonno permettendo ad atleti e non di ricaricare le energie in maniera più efficace e di ridurre il senso di stanchezza.
È universalmente riconosciuto il ruolo fondamentale della dieta per la salute del corpo e, in questo caso in particolare, del cervello. Vediamo cosa è emerso da una review che ha ricercato dati clinici per maggior chiarezza.
Lo dicevano già gli antichi romani: mens sana in corpore sano. Qui si fa un passo in più: una dieta salutare può plasmare una mente in salute. Il collegamento tra un’alimentazione squilibrata e disturbi cognitivi e neurodegenerativi è stato oggetto negli ultimi anni di numerosi studi. È emerso, come già noto, che la Dieta Mediterranea detiene il primato salutistico grazie alla ricca concentrazione di composti antiossidanti, antinfiammatori, neuroprotettivi, antidepressivi e immunoprotettivi. L’acido gamma-butirrico (GABA), aminoacido non proteico, è uno di questi, essendo presente in alte concentrazioni in alimenti quali riso fermentato, tè verde, cavolo e yogurt.
Il GABA è il principale neurotrasmettitore inibitorio nella corteccia cerebrale umana. Come integratore alimentare viene consigliato e usato per alleviare l’ansietà e migliorare la qualità del sonno.
Alcuni studi riportano che il GABA sia in grado di superare la barriera emato-encefalica, sebbene in piccole quantità. Al GABA sono attribuiti effetti antiossidanti e antinfiammatori, oltre alla capacità di diminuire la neurotossicità e migliorare la salute cognitiva. In numerosi studi, adeguate concentrazioni di GABA sono state associate all’aumento del rilassamento, al miglioramento della qualità del sonno (sia come durata che diminuzione della latenza), della memoria e dei disturbi cognitivi. Il GABA è molto ben tollerato e viene riassorbito abbastanza rapidamente (6-8 ore), il che spiega la sua ampia diffusione. Non sono stati osservati effetti collaterali negativi quando questo integratore è stato assunto nella dose raccomandata. Tuttavia l'azione del GABA è potenziata da tutti i farmaci o integratori antidepressivi, neurolettici, ipnotici, antiepilettici e dall'alcol.
PSICOBIOTICI CHE STIMOLANO L’ESPRESSIONE DI GABA
Il termine “psicobiotico” custodisce già in sé il riferimento alla propria genesi e al proprio ambito di azione, che ha a che fare sia con la psiche sia col mondo dei probiotici che abitano il nostro intestino. Con il termine psicobiotico si intende il sottoinsieme di probiotici in grado di iniziare l’azione a livello intestinale, ma di proseguirla anche nel cervello, comunicando attraverso l’asse bidirezionale detto appunto “intestino-cervello”. I due apparati si parlano costantemente, e questo è possibile attraverso sia il sistema vagale, sia del circolo sistemico. Questa interazione è determinata da una serie di metaboliti neurotrasmettitori prodotti proprio dal microbiota intestinale. In particolare, il dialogo gut-brain è garantito da alcuni acidi grassi a catena corta. Ma non solo: per esempio a livello intestinale viene assorbito il triptofano, amminoacido essenziale che viene poi trasformato in serotonina (l’ormone della felicità!). Gli psicobiotici sono una classe di batteri benefici che vivono nel nostro intestino e che hanno un impatto significativo sulla nostra salute mentale. Il termine "psicobiotici" è stato coniato per sottolineare il loro ruolo nel supportare la salute del nostro cervello e il benessere emotivo.
Questi batteri agiscono nel nostro corpo in diversi modi. Innanzitutto, producono sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori, come la serotonina e il GABA , che sono fondamentali per la regolazione dell'umore e delle emozioni. Inoltre aiutano a mantenere l'equilibrio del sistema immunitario , riducendo l'infiammazione nel corpo. Infine, influenzano la produzione di neurotrofine , proteine che favoriscono la crescita e la sopravvivenza delle cellule cerebrali.
Il supplemento di probiotici a base di Lactobacillus spp. sembrerebbe avere effetti positivi nella memoria promuovendo la produzione di lattato nel colon e l’accumulo di GABA a livello ippocampale. Nonostante questi risultati necessitino di una conferma nell’uomo, sembrerebbe quindi esserci la possibilità di migliorare la memoria sfruttando l’asse intestino-cervello.
È quanto dimostra lo studio (2) di Jian-Hua Mao e colleghi del Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley, USA), recentemente pubblicato su Microbiome. Determinati ceppi batterici, Lactobacillus e/o Bifidobacterium spp. soprattutto, hanno dimostrato di influenzare non solo la salute fisica dell’ospite, ma anche il suo comportamento riducendo in alcuni casi sintomi ansiosi o depressivi e, di contro, migliorandone la memoria. Il supplemento con L. rhamnosus JB-1 ad esempio ha dimostrato di aumentare l’espressione ippocampale di GABA, recettore coinvolto nella memoria. L’aumento della sua espressione potrebbe derivare tuttavia anche da una produzione a livello intestinale.
Altri studi recenti evidenziano come l’aumentata presenza di GABA, prodotto dal microbiota intestinale, possa avere effetti vantaggiosi su diversi disturbi nell’uomo. Lo studio americano GABA-producing Bifidobacterium dentium modulates visceral sensitivity in the intestine (3) si propone, per la prima volta, di analizzare il collegamento tra la supplementazione di uno specifico probiotico produttore di GABA e il miglioramento dei sintomi addominali in vivo, valutando se tale effetto possa dipendere esclusivamente dalla capacità del batterio di produrre GABA. Lo studio mostra come un bifidobatterio GABA-produttore possa portare a miglioramento effettivo dei sintomi gastrointestinali proprio attraverso la sua capacità di produrre GABA e questi risultati gettano le basi per l’utilizzo di uno specifico probiotico nel dolore addominale ricorrente e in altri disturbi funzionali dell’intestino.
Il GABA è oggetto di oltre 58.556 pubblicazioni scientifiche (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=GABA%5BTitle%2FAbstract%5D).
Bibliografia
1. Naureen Z et al. Dietary supplements in neurological diseases and brain aging. J Prev Med Hyg 2022; 63(Suppl. 3): E174-E188.
2. Correzione a: Collegamenti genetici e metabolici tra il microbioma murino e la memoria (https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-020-00870-5)
3. https://www.mednews.care/wp-content/uploads/2022/06/bifidobacterium-adolescentis-as-a-key-member-of-the-human-gut-microbiota-in-the-production-of-gaba.pdf
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