Napoli città: Arte o Luna Park?
Un analisi dello stato attuale della città di Napoli, prossima all'overbooking, ma sempre più incline a mostrare il peggio di sé...
Ieri domenica 26 novembre, sono svolte a Napoli, le prove per il Natale. Tutta la mattinata, siamo stati in giro per verificare la resistenza della nostra Sirena di Tremila anni all’invasione turistica.
Viaggiando in scooter ed a piedi, nell’arco della mattinata, abbiamo potuto saggiare le diverse aree, in particolare, quelle definite turistiche, o meglio quelle che dovrebbero far propendere Napoli come città d’Arte.
Il primo impatto, dopo il caffè di ordinanza, è stata via Duomo, più precisamente, il tratto che va, da via Marina, altezza varco Pisacane, prosegue per i c.d. Quattro Palazzi (Piazza Nicola Amore) e sale verso il Duomo.
Quello che si è mostrata ai nostri occhi è stata un’onda anomala di persone, che scaricata, letteralmente, da centinaia di BUS, in maniera, disordinata, si riversava per strada e si avviava, come un “gregge”, verso via DUOMO.
La curiosità, ci ha portato a seguire, a grandi linee, anche, grazie al fatto che eravamo motorizzati, questo fiume di persone, con la consapevolezza di chi, conosce già il finale di un film, li abbiamo visti, inondare il Centro Antico di Napoli (Patrimonio dell’UNESCO), dalle vie San Biagio dei Librai e via Tribunali, rendendole, già alle 10.00 del mattino, impraticabili.
A questo punto, arrivati quasi al Duomo, abbiamo optato, per via Tribunali, lato ex Ospedale della Pace, e passando per piazza e corso Garibaldi ci siamo recati a Piazza Mercato, qui la scoperta.
Un silenzio spettrale si è manifestato nell’invaso, probabilmente, più ricco di arte e di storia di Napoli. La piazza delle tre effe (Festa, Farina e Forca), la piazza che ha visto le gesta e la fine del capopopolo Masaniello, la piazza che ha visto la decapitazione del giovane re svevo Corradino e potremo andare avanti, con tutta la storia dalla Madonna bruna del Carmelo, alla chiesa di San Giovanni a Mare, che vedeva i crociati arrivare dalla Terra Santa, fare quarantena presso l’annesso Ospedale, prima di entrare in città, alla gotica chiesa di Sant’Eligio del primo restyling barocco voluto dagli Angioni a partire del 1200. Questo solo per citare ed avvalorare, il fatto che il luogo in oggetto non è un campo di patate.
Ultima citazione, prima di lasciare la seconda tappa, è stata la voglia di prendere un secondo caffè, voglia inappagata dal fatto che tutti i Bar della piazza erano chiusi.
A questo punto ci restavano, secondo il programma che ci eravamo prefissati, piazza Dante, via Toledo, quartieri Spagnoli e Piazza del Plebiscito.
La situazione si è mostrata “vivibile”, solo nelle due piazze, capaci di contenere il flusso di persone, mentre sia, via Toledo, arteria di transumanza che conduce alla cd Napoli Monumentale che i Quartieri Spagnoli, dedalo di piccole stradine, la situazione si è presentata al collasso, soprattutto, nella via De Deo che ospita il murales di Maradona.
Nota per il lettore, situazione analoga alla piazza del Mercato, l’abbiamo potuto notare sia a Palazzo Reale, prospiciente sulla Piazza del Plebiscito, con una bellissima invasione di gruppi turistici, che al Museo Archeologico Nazionale, in pratica vuoti o poco più.
Tante parole per dire cosa?
Anche se non compete allo scrivente dare risposte, e bene sottolineare, che Napoli così non va da nessuna parte e credendo fermamente che Napoli sia molto di più di un Luna Park dove la domenica si viene a bivaccare, chiediamo a chi di dovere o a chi ha le competenze, di intervenire, perché chi può faccia, e faccia presto!
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