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Licata: S. Angelo a 399 anni dal miracolo della Peste

Manifestazioni e culti antichi a Licata.

maurizio cirignotta Si celebrano il 17-18-19 agosto e per la 399ª volta dal miracolo della peste di Licata, scomparsa per intercessione del santo nel 1625. S. Angelo, Padre Carmelitano, nato a Gerusalemme il 2 marzo 1185 da un parto gemellare in una famiglia ebrea poi convertitasi al cristianesimo, arrivò dal mare da Gerusalemme, approdando prima a Roma per una breve permanenza e poi inviato in Sicilia a Licata. La scelta di Angelo fu quella di abbracciare la fede cristiana per tutta la vita, la sua ordinazione avvenne sul monte Carmelo in Palestina. Un abbraccio di vita verso l'ordine del Carmelo fondato dal Profeta Elia. La sua storia di fede è stata caratterizzata dall'evangelizzazione del popolo palestinese attraverso i molti miracoli compiuti. Fu scelto dall'ordine per andare a Roma a sottoporre al Papa Onorio III la regola adottata da San Broccardo, regola che dopo pochi anni il Papa adottò assieme alla Regola di San Francesco, confermando la regola carmelitana a cinque anni dalla morte.

Angelo in seguito fu inviato in Sicilia con il compito della predicazione contro le eresie catare: qui predicò a Palermo, Cefala Diana dove guarì sette lebbrosi, successivamente si recò ad Agrigento e Sant’Angelo Muxaro dove celebrò messa per gli abitanti. Infine, approdò a Licata dove si imbatte in un signorotto locale, un certo Berengario il Cataro, che viveva peccando e nell’incesto avendo rapporti con la sorella, fatti che indussero S. Angelo a convincere la moglie a lasciarlo. Il Signorotto accecato dalla rabbia lo assalì ferendolo con cinque colpi di spada. Trasportato in una casa vicina morì il 5 maggio 1220 per le ferite, prima di morire chiese di perdonare l’omicida. Sepolto nella stessa chiesa dove fu ucciso, il suo culto si sviluppò rapidamente.

Il 17 di agosto 2024 la chiesa era piena in un tripudio di fedeli per assistere alla traslazione dell’urna argentea verso l’altare principale che avviene attraverso un preciso rito in cui sono coinvolti il Sindaco di Licata, il rappresentante della Curia Vescovile ed il Capo dell’associazione pro S. Angelo in possesso delle tre chiavi che hanno aperto i cancelli dove l’urna viene conservata per tutto l’anno. Appena aperto il primo lucchetto riecheggia nella chiesa la voce degli adepti dell’associazione tutti vestiti in scuro che a gran voce dicono: “E k semmu surdi e muti?” ed i fedeli rispondono “Evviva S. Angelo”. Una volta uscita dai cancelli l’urna viene portata a spalla dai membri dell’associazione per tutta la chiesa fino ad arrivare all’altare maggiore dove viene posizionata in attesa di essere portata in giro per tutta la città domenica 19 agosto.



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