SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

“LE MEDICHESSE” storie di vita per abbattere gli ostacoli alla carriera delle donne medico

Martedì 11 febbraio, ricorre la Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza, evento promosso dall'ONU con l'obiettivo di sottolineare l'importanza cruciale del ruolo delle donne nel campo scientifico, sfidando gli stereotipi e promuovendo l'uguaglianza di genere. Con questo stesso obiettivo l'Associazione Italiana Donne Medico, in collaborazione con Chiesi Farmaceutici S.p.A. e con il contributo di Teva Italia, ha dato vita alla rappresentazione teatrale "Le Medichesse - Sempre cercando di essere là dove il mondo si muove", progetto che punta a valorizzare il contributo delle donne in campo sanitario.

In Italia, la medicina è donna: si attesta al 53% il valore percentuale delle donne medico sotto i 70 anni, 171.645 su un totale di 325.114 professionisti (dati elaborati in occasione dell’8 marzo 2024 dal Ced - FNOMCeO). La situazione cambia, però, se si parla di ruoli apicali: si ferma al 33,97% il dato relativo alle donne che ricoprono ruoli di vertice nelle aziende sanitarie o ospedaliere (dati pubblicati da Openpolis il 7 marzo 2024).

Nasce per abbattere il “soffitto di cristallo” che ancora ostacola le donne medico nel raggiungere posizioni di leadership, e per contribuire alle trasformazioni socio-culturali, organizzative e professionali che destrutturano le convenzioni sociali e favoriscono l’evoluzione della carriera delle donne, "Le Medichesse - Sempre cercando di essere là dove il mondo si muove", il progetto teatrale realizzato dall'Associazione Italiana Donne Medico, in collaborazione con Chiesi Farmaceutici S.p.A. e con il contributo di Teva Italia, che punta a valorizzare il contributo delle donne in campo sanitario.

“L’iniziativa – spiega Fabiola Bologna, vice presidente nazionale e past president della sezione bergamasca dell’Associazione Italiana Donne Medico – vuole creare una rete di solidarietà, unità e alleanza volta a favorire la consapevolezza in una professione di cura e l’uguaglianza di genere nelle carriere sanitarie, promuovendo un cambiamento culturale necessario”.

“Un ulteriore obiettivo del progetto – spiega Daniela Gianola, vice presidente AIDM, sezione di Bergamo – è di trasmettere alle nuove generazioni l’attrazione e la passione verso la Medicina, intesa come Arte nella cura del malato”.

Lo spettacolo, ideato da Daniela Gianola, Fabiola Bologna e Silvia Barbieri in seguito alla partecipazione al laboratorio di scrittura autobiografica curato dalla scrittrice Adriana Lorenzi, mette in scena donne medico provenienti da tutto il territorio nazionale con i loro racconti, che, intrecciati in una drammaturgia teatrale, danno voce a storie professionali e umane dal forte impatto emotivo.

“Accompagnati dalla figura simbolica di Igea, dea della salute e dell’igiene – spiega la regista Silvia Barbieri –, gli spettatori saranno guidati in un viaggio che esplora la complessità della professione medica vissuta dalle donne: l’equilibrio tra vita personale e professionale, la lotta contro le discriminazioni di genere e la continua ricerca di umanità e relazione nella cura del paziente. Passione, studio e conquiste, ma anche sacrifici e rinunce: sono questi gli elementi che si fondono nei racconti, e nelle vite, delle protagoniste”.

Lo spettacolo “Le Medichesse” andrà in scena sabato 5 aprile a Parma e domenica 18 maggio a Bergamo. Maggiori dettagli saranno disponibili sui profili Instagram (@medichesse25) e Facebook (Le Medichesse) dell’associazione. Per informazioni è possibile contattare l’indirizzo e-mail spettacoli.lemedichesse@gmail.com.

L’ASSOCIAZIONE ITALIANA DONNE MEDICO
Nasce nel 1921 ed è una Società Scientifica riconosciuta dal Ministero della Salute.
Costituita da sezioni diffuse in tutte le regioni italiane, è composta da Donne Medico di ogni specialità sanitaria.

L’Associazione ha l’obiettivo di promuovere:

● un approccio multidisciplinare tra le diverse aree mediche che tenga conto delle differenze di sesso e genere in tutte le fasi della vita, per garantire l’appropriatezza nella ricerca e nella cura dalla prevenzione alla diagnosi, all’assistenza;
● valori etici ai più elevati livelli per assicurare l’equità di genere in ambito lavorativo evitando ogni forma di discriminazione e favorendo l’avanzamento di carriera;
● la diffusione dei temi sanitari legati alla medicina di genere ai cittadini e in particolare in ambito formativo a tutti i livelli dalla scuola all’università.

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