Le fondamenta storiche e bibliche del Tempio di Salomone: da Re David ai Templari
un breve riepilogo storico dell'Antico Tempo di Salomone tra le fonti bibliche fino ai Templari
fr.Vincenzo Felice Mirizio
Commendatore Cavalieri del Tempio San Giovanni Battista – Terra del Salento
Commander Scottish Knights Templar (Scozia)
Membro della Society for the Study of the Crusades and the Latin East – New York
Il mondo moderno, con tutte le sue incertezze, si interroga sul futuro,divenuto incerto non avendo le basi su cui fondare i solidi pilastri per le nuove generazioni, sempre più riversate alla polverizzazione degli ideali etici e morali. Dunque ci si chiede, rievocando gli antichi quesiti: cosa succederà? Dove ci condurrà l’eccesso del perbenismo?
La storia trascorsa ci porta a ricordare le profonde radici culturali della nostra nascita giunte fino a noi dalle antiche civiltà che hanno intriso la conoscenza e il sapere dell’umanità. La filologica ci porta a ricercare, attraverso la cultura greca, la conoscenza del nostro sapere, ereditata dai misteri gnostici degli egiziani, divenuti la primogenitura sapienzale diffusasi all’inizio del periodo ellenico. Il fondamento misterico,sia in Egitto che in Grecia, rappresentava la “conoscenza” riservata a pochi e di conseguenza gli iniziati avevano l’obbiettivo di ricercare l’estesi Divina quale unione tra l’uomo e il Divino. Lo sviluppo e la conseguente diffusione della cultura misterico-iniziatica influenzò lo sviluppo della conoscenza occidentale,la quale sosteneva che le scienze e la filosofia dovevano configurarsi al bello,al buono e alla verità. Questo punto rappresentava la base inopinabile del sapere e solo attraverso questa si poteva ricercare la fonte Divina,divenendo di conseguenza il ripudio degli gnostici verso il “Dio della Bibbia”. Gli gnostici tendevano nel rappresentare nella figura del “serpente” il simbolo esoterico del sapere, quale netta espressione di una “vittoria” sull’ignoranza, che traeva la sua origine nel pensiero superstizioso del buio medievale.
A seguito del Concilio di Nincea del 325 d.C. convocato dall’imperatore Costantino,la gnosi venne dichiarata eretica, con ufficializzazione della fede cattolica quale unico credo religioso dell’Impero Romano. A detta degli storici,questo decreto imperiale, oltre ad ostacolare l’avanzamento culturale in periodo già predominato dallo scetticismo e dall’ignoranza poneva una forte inibizione nella crescita interiore dell’uomo.In conseguenza di ciò,gli gnostici iniziarono la loro clandestinità richiamandosi agli insegnamenti “iniziatici” di Cristo-Esseno,identificandosi con il nome di Rex Deus,al quale appartenevano i reali Sassoni della Gran Bretagna, e capetingi di Francia (che rivendicavano la loro discendenza da Maria Maddalena) e i St.Clair (Cappella di Rosslyn). Secondo gli adepti del Rex Deus,i cavalieri templari divennero una spalla di difesa della loro iniziazione in quanto custodi della gnosi cristiana custodita in gran segreto attraverso i secoli. I cavalieri templari crearono le basi del diretto contatto con i Sufi islamici,i quali ebbero un ruolo determinante nell’edificazione del Tempio di Jerusalem di Salomone. La segretezza dei Sufi,avvezzi alla Cabala Ebraica,coniugava la sapienza templare con le corporazioni medievali muratorie,rappresentate dai Figli di Salomone,quali esperti conoscitori della geometria sacra, contribuendo secondo un disegno misterico alla realizzazione dell’opera architettonica, secondo rapporti matematici. Questa nuova conoscenza antichissima, divenne l’aspetto di contrapposizione alla superstizione medievale fino a concludersi con le ipotetiche unioni tra i Rex Deus e la cultura iniziatica. L’importante passaggio di collegamento “ipotetico” tra i Rex Deus e i liberi muratori,tracciano la leggenda di Hiram Abif,edificatore del Tempio di Salomone,al quale si richiama, in maniera allegorica , l’omicidio di Giacomo il Giusto,fratello di Gesù, custode degli insegnamenti misterici degli Esseni.
I vari riferimenti storici ci portano a considerare l’opera edificatoria del Tempio di Salomone nella Città Santa dei luoghi della Passione di Cristo. Nella città furono quattro i tempi associati al monte Moria. Il primo fu fatto costruire da re Salomone circa 3000 anni fa,il secondo comparve in sogno al profeta Ezechiele nel corso dell’esilio del popolo ebraico a Babilonia nel 570 a.C., il quale non venne edificato in pietra come riportato dagli scritti ebraici e in seguito inserito nella tradizione cristiana. Il terzo venne realizzato per volere di Zarobabele nel VI° secolo a.C., a seguito della fine della prigionia babilonese degli Ebrei per giungere al quarto e ultimo tempio,eretto da Erode ai Tempi di Gesù e distrutto nel 70 d.C. Il popolo ebraico non possedeva alcuna conoscenza architettonica,e per questo re Salomone chiese aiuto al re fenicio di Tiro,da non confondere con Hiram Habif lapalissiano. Nello specifico occorre evidenziare che Hiram re di Tiro inviò i materiali per l’edificazione del tempio,mentre Hiram Abif fu l’effettivo architetto dell’opera muratoria. Secondo le ricerche di Clarke,si ritiene che la convinzione dei Liberi Muratori nel considerare il Tempio di Salomone la pietra miliare della storicità architettonica,in realtà rappresenta una copia del tempio sumero edificato in amore del Dio della vegetazione ,caccia e guerra “Ninurta”. La documentazione esistente sottolinea con certezza l’esistenza del Tempio di re Salomone,mentre secondo altri potrebbe trattarsi di una leggenda sorta all’ideologia ebraica vissuta in un’epoca posteriore e si richiama per tradizione all’antico tempio dopo l’effettiva costruzione. La caratteristica del tempio è rappresentata dal rivestimento in oro, intagli di cherubini e fiori dischiusi. Il tempio misurava 27 m in lunghezza e 9 m in larghezza con una porta di entrata posta sul lato orientale che univa l’intero edificio da occidente a oriente,mentre l’esistenza di una divisoria separava la zona interna in due vani, così da creare uno spazio di forma cubica di 9 metri. Questo spazio rappresentava l’oracolo dell’Antico Testamento detto “Santi dei Santi” o “Sanctum Sanctorum”,luogo vuoto nel quale veniva custodita l’Arca dell’Alleanza che misurava 60 cm in altezza e 60com in larghezza, posta al centro della sala. All’interno dell’Arca vi erano depositate tre cose: due tavole di pietra con i 10 comandamenti e il simulacro del Dio Jahvè,il tutto ricoperto in oro e sovrastato da due Cherubini in legno con le ali distese e rivestite in oro. Questo altresì era il Tempio dei Templari riportato nell’effige del proprio sigillo.
La costruzione del Tempio di Erode aveva sostituito il Tempio di Salomone, avendo in comune con gli altri la stessa storia:la distruzione. La Bibbia Ebraica riporta che i progetti per l’edificazione del primo Tempio appartenevano a re Davide e successivamente consegnati al figlio Salomone. Il Libro dei Re riporta con particolare storicità la meravigliosa opera costruttiva unitamente alla vita politica e religiosa del popolo ebraico. Il primo tempio venne distrutto da Nabucodonosor,re babilonese nel 587 d.C. Gli stessi ebrei furono costretti all’esilio in Babilonia, creando un rallentamento per lo sviluppo del giudaismo. A seguito dell’ascesa del poter persiano,il re Ciro il Grande,estese il suo dominio in tutta l’Asia minore a seguito della sconfitta dell’esercito babilonese favorendo, nel 538 a.C., gli Ebrei al loro rientro a Gerusalemme, garantendo così un sostanziale aiuto nella costruzione del tempio. Nella storia dell’edificazione dei templi in Gerusalemme ci sono tre diversi edifici: Salomone,Zarobabele e quello di Erode. In particolar modo l’attacco e la distruzione del Tempio di Erode costituisce un fondamento verso la costruzione di una casa di Dio: l’inizio del cristianesimo. La stessa Bibbia riporta la domanda che veniva posta a Gesù Cristo all’uscita del tempio: “ Maestro,guarda queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra,che non sia distrutta” (Mc 13,1-2). Il Vangelo di Marco è stato stilato dopo l’invasione di Gerusalemme, compiuta dall’esercito romano, e di conseguenza la profezia su indicata ha avuto un forte richiamo sui primi lettori. Nel Vangelo di Giovanni troviamo:”Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” (Gv 2,19), questo riferimento viene interpretato dai discepoli come la risurrezione di Gesù Cristo dopo i tre giorni della sua passione,divenendo egli il Tempio della “nuova Gersualemme”. Questo nuovo tempio diviene un’immagine centrale del cristianesimo,poichè il tempio terreno di pietra distrutto dall’opera dell’uomo si contrappone al tempio divino. Per i cristiani,l’abbattimento del tempio significa il trionfo del cristianesimo.
Il Tempio di Salomone,ritenuto la casa del Signore,spicca sempre come l’immagine gloriosa riportata nei libri dei Re della Bibbia, ove traspare il risentimento per la sua distruzione per mano dell’uomo. La sua storia accuratamente approfondita nel ripercorrere la figura del personaggio più rappresentativo dell’opera sacra,re Davide,dopo l’uccisione di Golia fino alle sue manipolazioni reali,la rapacità sessuale e la sua sconvolgente dovizia, attraverso i Salmi trasmessi in sua lode,rappresentano il fondamento della liturgia cristiana ed ebraica. Fu lo stesso re Davide a fare di Gerusalemme la sua capitale riportandovi l’Arca dell’Alleanza sottratta dai Filistei. Re Davide guidò la processione per il rientro dell’Arca dell’Alleanza in Jerusalem nella nuova capitale:saltando e danzando davanti al Signore (2 Sam 6,16). Gerusalemme doveva divenire la capitale della vita religiosa, come riporta il libro di Samuele,completando la sua opera con l’edificazione del tempio:”Vedi,io abito in casa di cedro,mentre l’Arca di Dio sta sotto una terra” (2 Sam 7,2). Il profeta Natan prediceva che il Signore non aveva bisogno di una casa, tuttavia annunciava la Casa di Davide da cui sarebbe nato il Messia. Appare evidente che le parole del profeta impongono a re Davide la non costruzione del Tempio,infatti leggendo quanto riportato nel libro delle Cronache,redatto molto tempo dopo quello dei Re,viene evidenziato quanto profetizzato. Re Davide potrà disegnare il progetto e scegliere il luogo,ma non potrà avere l’onore dell’edificazione,in quanto lui “è un guerriero e ha versato sangue” (1 Cr 28,3). La sua violenza divenne il reale impedimento alla costruzione del Tempio del Signore in Gerusalemme. La sua progettualità venne di seguito affidata all’erede di re Davide, ossia re Salomone,uomo molto virtuoso e saggio. Il tempio di Salomone doveva essere un tempio destinato non a Dio,ma per il nome di Dio, nel quale doveva essere percepita la presenza della Divinità,osservando il comandamento dell’Esodo: “Non ti fari idolo né immagine alcuna….non ti prosterai davanti a loro e non li servirai” (Es.20,4-5). Questo richiama la profonda connessione teologica e artistica nell’impedire la totale assenza dell’immagine raffigurante Dio all’interno del tempio. L’Arca dell’Alleanza doveva essere nascosta all’interno del Tempio,la quale scomparve ancor prima della distruzione dell’imponente edificio sacro,in quanto venne sepolta sotto il Monte del Tempio in attesa della venuta del Messia. Infatti gli stessi romani e greci trovavano inspiegabile il fatto che non vi fosse nulla da onorare in una struttura così imponente. Quanto riportato nei Libri dei Re e delle Cronache in riferimento al Tempio di Salomone,emerge l’unica espressione religiosa formatasi nel doppio intendimento della Legge Sacra di immortalare attraverso i monumenti la divinità. Sempre secondo il Libro dei Re viene riportato con maggior successo il re Giosa,il quale ordinò l’abolizione di tutte le attività di credo fuori da Jerusalem. Il Libro dei Re venne scritto molti anni dopo i tantissimi avvenimenti, raccontandone i fatti nella loro retrospettività.
L’istituzione del Tempio determinò il potere dei sacerdoti,i Cohanim,che celebravano all’interno dello stesso, controllandone il luogo unitamente ai Leviin (Leviti),i quale cooperavano con i sacerdoti del tempio fornendogli assistenza e serbandone il sito. Il titolo invece di Sommo Sacerdote custodiva la rilevanza politica in tutto l’antico Israele. Come riferito in precedenza,gli israeliti non possedevano alcuna conoscenza architettonica sacra,e per questo chiesero aiuto al Re di Tiro Hiram,il quale inviò in aiuto al re Salomone l’architetto Hiram Abif ,unitamente ai materiali per la costruzione del tempio, anche la manodopera, come citato in Samuele II,5:11. Nella Bibbia e precisamente nel Libro delle Cronache 2:13,si riporta la richiesta formale di re Salomone a re Hiram I° di Tiro per le maestranze e materiali utili per l’edificazione del Tempio;il re Hiram in seguito risponde: “Io ti sto inviando Huram-Abi,un uomo di grande abilità,discendente di parte materna dalla tribù di Dan e con padre nativo di Tiro. E’ molto capace nel lavorare con oro e argento,bronzo e ferro,pietra e legno e nell’utilizzo di lino fine tinto porpora,blu e rosso cremisi. E’ esperto in vari tipi di bassorilievo ed incisione e può eseguire qualsiasi disegno gli venga proposto. Lavorerà con i tuoi mastri e con quelli del mio signore,David tuo fratello”.
Il nome Hiram deriva dall’unione di due monosillabi: “Hi” (vivo) e Ram (elevato),rappresentando l’elevazione spirituale raggiunta dall’individuo e riportato in diversi versi dell’Antico Testamento: nel Libro dei Re (5,28) e nel II Libro delle Cronache (2,12-13), con particolari richiami alla sua abilità nella fusione del rame. Hiram Abif nel I° Libro dei Re 7:13-14 viene evocato come colui che viveva lungo il fiume Jabbok,a est della riva del fiume Giordano,lavorando per un breve periodo sul terreno argilloso (1 Re 7:46-47),identificato come il figlio di una vedova di Tiro,assunto per le maestranze da re Salomone. Nella concettualità filosofica dell’iniziazione muratoria Hiram,esperto nella fusione dei metalli nella lavorazione della pietra,rievoca, secondo la leggenda ideata da Ashomole ed ispirata alla venerazione di Osiride, che lo stesso Hiram sarebbe stato ucciso per mano di tre compagni d’arte con lo scopo di ottenere l’aumento del loro salario. Allegoricamente rappresentano il genio del male simboleggiato dall’ignoranza,dalla menzogna, dall’ipocrisia,il fanatismo e l’ambizione determinando il fondamento delle gravi disgrazie. Hiram innalzò innanzi alle porte del tempio una colonna di bronzo a destra denominata Joakim e una a sinistra denominata Boaz. Nella leggenda inziatica sono i concetti salienti per il raggiungimento della comprensione del sacro da parte del profano.
La morte dell’architetto del tempio Hiram Abif rappresenta l’aspetto esoterico del profondo significato storico,sociale ed etico della costruzione interiore del tempio, tendente al raggiungimento del perfezionamento della propria coscienza e conoscenza. Per comprendere quanto riportato, occorre analizzare la misteriosa vicenda degli ultimi momenti di vita dell’architetto del tempio. La sua morte venne progettata da tre compagni d’arte,i quali miravano ad estirpare l’arcana conoscenza di Hiram. Consapevoli che lo stesso, ogni giorno alle 12 in punto, si appartava nel tempio in fase di costruzione per lodare l’Altissimo,i tre compagni d’arte si nascosero alle entrate del tempio di sud,ovest ed est con l’intento di tendergli l’imboscata. Hiram dopo aver terminato la sua venerazione si portò verso sud dove venne affrontato dal primo malintenzionato armato di un “regolo al piombo”. Con atteggiamento minaccioso cercò invano di rubare il segreto ad Hiram,ma non riuscendo nel suo intento gli sferrò un colpo alla tempia destra, facendolo barcollare e crollare a terra sul ginocchio sinistro. Ristabilitosi Hiram si portò verso l’occidente, ove venne fermato dal secondo malintenzionato ,il quale non ricevendo alcuna risposta gli sferrò un colpo alla tempia sinistra con la “livella a piombo” facendolo cadere sul ginocchio destro. Il povero Hiram sanguinante per le ferite inferte si portò verso oriente ove lo attendeva il terzo furfante,il quale come in precedenza non ricevendo alcuna risposta lo colpì a morte con il proprio “maglietto in pietra” in mezzo alla fronte. Nella tracciatura della sommaria esecuzione dell’architetto del Tempio,la sua leggenda è ricca di importanti significati misterici e simbolici per l’opera subordinata per conto del re Salomone, e interrotta per opera dei tre malfattori compagni d’arte. I riferimenti numerici dei tre compagni d’arte, che colpiscono l’architetto del Tempio, rappresentano i tre segni dell’inverno dei segni zodiacali:bilancia-scorpione-sagittario che anticipano il solstizio invernale e il progressivo annidarsi delle tenebre. Il percorso compiuto da Hiram all’interno del Tempio durante la sua esecuzione si compie in senso orario,tipico del moto solare in direzione delle porte poste nelle regioni illuminate dal sole. La ferocia con la quale i tre furfanti eseguono la condanna a morte di Hiram Abif,rievocano i vizi carnali dell’anima umana ed esattamente la corruzione, l’egoismo e l’individualismo. Questo riferimento deve rappresentare per colui che percorre “l’iniziazione” la morte di se stesso,il quale, dopo aver combattuto contro la propria ignoranza e l’ambizione, riemergerà la sua parte migliore facendola prevalere sui difetti che gli impedivano di ricercare la vera identità. Hiram attraverso la sua testimonianza nell’accettare l’estremo sacrificio,ci rappresenta un uomo che ha preferito la morte al tradimento della sacra fiducia.
Appare logico comprendere l’importanza assunta dal Tempio! L’edificazione muraria può non esistere,in quanto prende forma nella mente degli uomini. Il tempio non rappresenta un’edificazione distrutta,ma è diventato il più importante simbolo della ricerca umana di un valore perduto. La sua storia ha fomentato brutali conflitti tra culture e popoli in molte nazioni. Essere uomo-tempio significa proporre noi stessi nello spazio consacrato divenendo specchio dell’anima. I tanti riferimenti storici-religiosi dell’Ordine del Tempio di Salomone,rivendicano la loro effettiva primogenitura al primo tempio. L’edificazione del Tempio di Salomone sotto l’aspetto politico segue, con re David, l’inizio della dinastia di Giuda e la fine della diaspora eleggendo Jerusalem come capitale. Per il valore di Dio il Tempio viene eretto in Jerusalem per serbare l’Arca dell’Alleanza e la Tavola dei 10 Comandamenti. Il volere di Dio proibì a re David la costruzione del tempio,affidandola a suo figlio Salomone uomo di pace. La Bibbia riporta che nell’anno 480 (2829 del calendario ebraico corrispondente all’833 a.C.) segna l’uscita del popolo di Israele dall’Egitto,nel IV° anno del regno di Salomone, in cui avvenne la costruzione della casa del Signore (I Re 6,1). Furono impiegati sette anni di duro lavoro prima che l’edificio sacro sorgesse in cima al monte Moriah,divenuto in seguito il luogo di innumerevoli storie e leggende talmudiche. Questo santo luogo per le religioni monoteiste rappresenta, per gli Ebrei, il periodo d’oro di Salomone,con la gloria di serbare l’Arca dell’Alleanza. Per i Cristiani il Tempio,oltre a rappresentare l’edificio divino,custodisce la storia e la passione in terra di Nostro Signore Gesù Cristo,invece per i Musulmani è il luogo della Cupola della Roccia edificata sulla sacra pietra, su cui Abramo avrebbe dovuto sacrificare l’unico figlio Isacco,e dalla quale il profeta Maometto iniziò il suo viaggio verso il Paradiso. Nel periodo crociato,ed esattamente dopo la I° crociata,il nobile francese Hugues de Payns, proveniente dallo Champagne unitamente a otto cavalieri, fondò l’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo in difesa dei pellegrini occidentali contro la mano dell’infedele. Il cronista dell’epoca Guglielmo di Tiro riporta che nell’anno 1118-1119 alcuni cavalieri di stirpe nobile,pii e timorati di Dio, promisero di consacrarsi al servizio di Dio come i Canonici del Tempio. La temperanza e la fermezza nella fede permise ai Templari di garantire in Terrasanta e in Europa una forza monastico-militare in difesa di Dio e della Chiesa ponendo le proprie origini sui ruderi della spianata del Tempio di Salomone e precisamente nel recinto di Haram Al-Sharif. Sulla cupola della roccia venne innalzata una croce cristiana che per ottant’anni, dopo la prima crociata del 1099, rappresentò il “Templum Domini”,ossia il tempio cristiano fino alla conquista da parte di Saladino, che sostituì la croce con la mezzaluna musulmana.
“Io ti sto inviando Huram-Abi,un uomo di grande abilità…” (Cronache II 2:13)