La “Verita” rende gli uomini Liberi...… Attraverso il pensiero di Giordano Bruno
17 febbraio 1600 il rogo di Giordano Bruno
Giordano Bruno un Uomo si potrebbe dire , vissuto in un epoca sbagliata !ma a mio avviso comunque , in qualunque epoca , da molti sarebbe stato frainteso….Oggi come ieri ,o meno di ieri ,o a minor differenza di ieri, con preconcetti e preclusioni la verità viene sempre combattuta e oscurata da coloro i quali basano , fondano e formano i cardini delle loro dottrine , dei loro guadagni e delle loro glorie proprio sull’ignoranza della gente . Ignoranza intesa come mancanza di conoscenza la quale conduce alla verità e rende gli uomini liberi e capaci di scegliere per sé stessi e svilupparsi personalmente.
Fu accusato più volte di eresia soprattutto per l’ostinazione nel difendere la propria filosofia , le sue teorie e per aver rifiutato di ritrattare quell’accusa la quale mise la Santa Inquisizione romana di fronte alla decisione di condannarlo al rogo e all’alba del 17 Febbraio 1600 vi fu l’esecuzione dell’eretico impenitente a Roma in piazza Campo dei Fiori.
Bruno nasce a Nola nel 1548 con il nome di Filippo ,da una famiglia modesta il cui padre era soldato di professione .Studiò presso l’università di Napoli mnemotecnica ,logica e dialettica dopo aver terminato gli studi superiori.
Nel 1565 intraprese la vita monastica entrando nell’ordine mendicante dei Domenicani Predicatori ,cambiando il nome in Giordano .Fu un personaggio inquieto ,eccentrico e per le sue doti intellettive ebbe ben troppe difficoltà nell’abbracciare le rigide regole dell’ordine religioso.
Appena un anno dopo entrato nell’istituzione religiosa ,rischiò un provvedimento disciplinare per aver esternato il suo atteggiamento ostile per i santi ed il culto di Maria .Ciò portò Bruno a terminare in fretta gli studi e nulla gli impedì ,nel 1572 ,di avere anche una breve carriera sacerdotale ,nel 1575 poi divenne dottore in teologia .
Studiò San Tommaso D’Aquino oltre a condurre studi su testi definiti proibiti dalla Chiesa dell’epoca e proprio il libro di Erasmo da Rotterdam gli causò un processo con l’accusa di avere dubbi sul mistero trinitario . Era un periodo in cui vigeva disordine morale e disciplinare della Chiesa ,la borghesia diveniva sempre più ostile e gli intellettuali laici iniziavano a non accettare più il monopolio culturale del clero e degli ordini religiosi . Nonostante il periodo, l’inquisizione era molto efficiente nel perseguire gli eretici ,ciò indusse il nolano a spogliarsi dalle vesti sacerdotali e ad allontanarsi da Napoli , liberandosi dai legacci che lo costringevano a piegare la mente a pensieri indotti dal “Potere” del tempo . Pensieri che tutt’oggi inducono e piegano le menti di molti… mediante “poteri” machiavellici.
Cominciò così una vita in giro per l’Italia e l’Europa ,portando avanti gli studi clandestini che lo spingevano sempre di più a disputare con accademici , scienziati e teologi dell' epoca ,non ancora pronti alle sue affermazioni , dando voce ai suoi pensieri , stravolgendo tesi e studiosi. Dopo essere stato in varie città dell’Italia settentrionale giunse in Francia, poi in Svizzera la quale aderì al calvinismo, qui dovette lasciare subito Ginevra, per avere diffamato un docente in filosofia durante una lezione ,contando gli errori che il professore aveva commesso .Subì un processo in cui ammise la sua colpa e costretto ad andare via.
Tornò nuovamente in Francia a Tolosa , di seguito a Parigi dove ottenne ,all’università della Sorbona, la cattedra come lettore straordinario . Gli anni trascorsi in Francia furono propizi per il nolano ,ebbe una produzione straordinaria di opere tra cui “Il Candelaio” nella quale applica la sua filosofia in chiave tragicomica nella quale tratta della società corrotta, violenta e assurda del tempo . Con l’aiuto di re Enrico divenne gentiluomo dell’ambasciatore di Francia a Londra trasferendosi presso la corte di Elisabetta Tudor .
Continua a scrivere e pubblicare opere importanti come “De la causa, principio et Uno” ,”Spaccio della bestia trionfante” ,”De infinito ,Universo et mondi” e tante ancora in cui presagì anche la sua fine .Accanito sostenitore della teoria copernicana la quale confermava l’eliocentrismo, tesi oscurata dal “potere” il quale approvava quella aristotelica del geocentrismo ,il nolano volle superare Copernico sostenendo sì l’eliocentrismo ma confermando un Universo infinito senza limiti composto da più mondi . Anche frate Celestino confermava il pensiero degli infiniti mondi ,concetto che gli costò la vita , condannato al rogo il 16 settembre del 1599 a Roma in piazza Campo dei Fiori , accusato di eresia ,reticenza e ostinazion .
Oggi, l’astrofisica Margherita Hack ,porta avanti questi studi riscontrando una certa intuizione in Giordano Bruno sulla cosmologia,inoltre per la Hack il coraggio di Bruno rappresenta il più alto ammonimento della ragione contro il dogma e che insieme a Galileo e Keplero diedero inizio alla scienza moderna .Era una teoria difficilmente accettata , sconcertava gli scienziati dell’epoca che pensavano di raggiungere la verità mediante dei calcoli .Con questa tesi il nolano sconvolse quell’architettura universale su cui si basavano gli studiosi del tempo la quale vedeva il mondo finito creato da Dio e l’uomo al centro ,al contempo dominatore della natura ma bisognoso di essere salvato ,sfatando così il legame tra la tradizione cristiana e l’agnosticismo scientifico .
Bruno invece poneva tutto al centro dell’Universo non solo l’uomo ma anche l’essere più minuscolo esistente sulla terra .Per lui ogni cosa ,tutto il creato è sottoposto alle leggi dell’Universo .Per questo, si definiva mago-sapiente e non nel senso di stregoneria come fu male interpretato e accusato .Intendeva “mago-sapiente” come colui che sà , colui che conosce la grandiosità legata alla coscienza cosmica e alla meravigliosa grandezza e armonia dell’Universo .
Proprio come il Filosofo greco Pitagora ,Bruno credeva nella metempsicosi ,sosteneva “La Monade” ovvero “L’Uno” da cui parte tutto l’infinito creato e increato ,asseriva la descrizione matematica della natura che è anima ed al contempo meccanismo e che l’uomo è anche natura .Entrambe affermavano : “Tutto è per effetto di causa” , il nolano trattò quest’argomento nell’opera “De la causa principio et Uno” ,pubblicata nel periodo che trascorse a Londra.
Alla corte di Elisabetta I si presuppone abbia lavorato come spia sotto il nome di Henry Fagot , sventando la rivolta dei cattolici che preferivano al trono Maria Stuart . Tra la regina “Diva”e Bruno nasce un ottimo rapporto lavorativo ,era un tenace sostenitore del nuovo disegno di governo di Elisabetta proiettato sulla giustizia , sull’umanesimo e l’armonia oltre ad essere sostenitrice del protestantesimo e un’irremovibile antipapista. Veniva definito “Omiciattolo” dai docenti della Oxford nella quale lavorava come insegnante , gli furono contestate molte sue opere oltre al suo carattere pertinace e dirompente . Fu accusato di plagio per aver contraffatto alcune opere di Marsilio Ficino , costretto a interrompere le lezioni , abbandonò l’Ateneo per le offese ricevute e ritornò alla sua vita da remingo .Il nolano definiva questi docenti ottusi , incompetenti , somari-pedanti che non erano alla ricerca della verità, ma solo impegnati a giuocare con le parole .
Nel suo peregrinare giunse in Germania , nella quale insegna filosofia , ringrazia coloro i quali l’avevano accolto senza pregiudizi religiosi e nell’esprimere loro gratitudine fece un elogio a Lutero il quale si batteva coraggiosamente contro lo strapotere della Chiesa romana sulla quale anche Bruno nutriva un’aspra e profonda critica perciò sempre perseguitato ,accusato, processato e cacciato via. Fu vittima del “pensiero unico” , lo denunciò nelle sue opere , ma non potè salvarsi in quanto ,in quel periodo il “Potere” ,come lui lo definiva , agiva sulla credulità della gente attraverso la manipolazione delle coscienze , mascherando le nefandezze che la Chiesa commetteva con motivi rivolti alla carità e all’amore , mediante questo strumento di catechizzazione fingeva di agire a favore dell’interesse del popolo ,attuando , con questo sistema,le intenzioni della gente indotta a tali pensieri ,imponendo sul popolo una “dottrina da ignoranti “,come lui la definiva .Il nolano per l’eccentricità e l’ostinazione, non riusciva a trattenere i dubbi sulla fede e il “libero pensiero” ma non fu mai mentore di irreligiosità. Proprio come un autentico mago avvertiva le avversità da parte di coloro i quali avanti a lui si dimostravano contrari al suo libero pensiero il quale ,per mancanza di coraggio e paura di esprimere liberamente la loro opinione, preferivano vivere con la mente ingabbiata e costretta ad una fallace“libertà”intrisa di costrizioni morali .Sosteneva che la conoscenza per l’uomo era necessaria al fine di compiere l’azione mediante la contemplazione , invece di agire senza pensare.
Durante il periodo che trascorse in Germania, Giordano Bruno , ebbe l’opportunità di esprimere liberamente le sue tesi il quale furono accolte da coloro che lo seguivano nei vari cenacoli e riunioni , svolti segretamente , dando inizio a quell’aspetto di rinascita di un’umanizzazione universale su cui si basava il flebile movimento rosacrociano. Giungiamo a dire che la predicazione di Giordano Bruno appoggiò l’affermarsi del movimento dei Rosacroce che via via andava diffondendosi. Il pertinace nolano fu il padre del filantropismo proprio per questi aspetti lungimiranti e rivoluzionari ,proiettati a favore dell’umanità intera il quale la rendeva padrona della propria sorte perciò libera ,ricca di conoscenza e priva di quell’oscurantismo che dava potere esclusivamente ai “Potenti”. Per poter insegnare in un’università locale a Helmstedt fu costretto ad abbracciare il luteranesimo ,dopo poco tempo fu mandato via da un pastore locale per motivi poco chiari .
Giunto a Francoforte gli fu rifiutato il soggiorno e fu accolto presso un convento di carmelitani . Ricevette delle lettere ,nel 1591, da parte del nobile veneziano Giovanni Mocenigo il quale lo invitava a ricevere lezioni sulla mnemotecnica,ovvero l’arte della memoria .Era combattuto nel rientrare in Italia ,in quanto ricercato e perseguitato dalla Chiesa cattolica e in Europa dalle chiese riformate . Fiducioso nella Repubblica Veneta ,la quale godeva di una tradizionale autonomia nei confronti del Papa ,in cui sopravvivevano circoli aristocratici orientati al liberalismo ,decise di rientrare .Nel 1592 giunse in casa Mocenigo .Pochi mesi ed il nobile cominciò ad avere dei sospetti riguardo gl’insegnamenti che riceveva da Bruno , oltre a riscontrare nel nolano un uomo fermo non predisposto alla corruzione .Lo rinchiuse in una camera e lo denunciò all’inquisizione locale , ammettendo di aver assistito a bestemmie e frasi eretiche .Dopo pochi mesi al processo, Bruno era riuscito a discolparsi, sostenendo d’aver trattato tesi filosofiche e non teologiche ,chiedendo persino perdono per qualche frase pronunciata erroneamente ,a suo favore testimoniarono anche alcuni del patriziato Veneto .
Stava per ricevere l’assoluzione quando improvvisamente giunse da Roma il trasferimento del processo al Sant’Uffizio . Il senato alla prima reazione , custode dell’autonomia della Serenissima, si oppose ,ma dietro alle insistenze del Vaticano ,in cambio di indulgenze ,cedette e nel Febbraio del 1593 terminò la vita da remingo in una fredda cella del nuovo palazzo del Sant’Uffizio .Nel Primo mese subì numerosi interrogatori . Giordano Bruno rifiutò il difensore d’ufficio ,decise di difendersi da solo.
L’inquisizione si trovò di fronte ad un imputato eccellente ,dotto ed erudito .La sua erudizione infastidì molto gli uomini della legge ,di sicuro fu un’altro punto a suo sfavore . L’ animosità dell’imputato ,nell’esternare il suo valente pensiero carico di note stonate per gli uomini del potere del tempo e della Chiesa, deviò gli inquisitori il quale vacillarono ,offrendo , al pertinace impenitente , la scelta dell’ abiura alla condanna a morte .Se Giordano Bruno avesse accettato ,la Chiesa avrebbe avuto la meglio , sotterrando così la personalità di un uomo libero e coerente . Il nolano privilegiò la morte, consacrando così la filosofia del “Libero pensiero” .
La sua visione ,ampliamente laica di uomo libero da ogni dogma fideistico ,gli diede la possibilità di sciogliersi dalle catene dell’ignoranza e di forgiarsi da sé .Scelse di morire assicurando il sicuro mantenimento nel ricordo dell’uomo che è stato . Consapevole che se avesse scelto l’abiura ,di conseguenza ,la vita li avrebbe condannato il suo intelletto ,la sua etica e costretto ad affogare la sua mente , reindirizzandola verso il “pensiero unico”.
Fu così che all’alba del 17 Febbraio del 1600 , scortato da uomini in abito nero e torce in mano , con una morsa di metallo , avente un ferro che gli arrivava alla gola e gli teneva bloccava la lingua , simile a quella che veniva usata per i cavalli , negandogli la possibilità di parlare ,viste le tante accuse di eresia.
“La verità ci renderà uomini liberi” , concetto che Bruno sostenne fino ad ottenere la vittoria abbracciando la morte a vita “posillanime” .
Milena Indino
Dama del Tempio Gran Commenda Cavalieri del Tempio
San Giovanni Battista - Terra del Salento