La SSICA entra a far parte dei soci ordinari
Sancita l’adesione della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari al Consorzio Italbiotec
Dopo l’Università degli Studi di Pavia, fa il suo ingresso tra i soci ordinari del Consorzio Italbiotec un’istituzione di grande prestigio nel panorama nazionale e internazionale, un fiore all’occhiello della ricerca italiana in ambito alimentare: è notizia di poche settimane fa l’avvio della nuova collaborazione con la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA), formalizzata con la firma dell’accordo di adesione al Consorzio, orientato a promuovere lo sviluppo delle biotecnologie nel panorama nazionale e internazionale attraverso la realizzazione di progetti di Ricerca e Sviluppo e l’ampliamento di reti e network pubblici e privati in grado di rispondere alle esigenze di sviluppo sostenibile ed etico della ricerca scientifico-tecnologica.
La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari ha lo scopo di promuovere il progresso scientifico, tecnico e tecnologico dell’industria conserviera italiana, attraverso attività di ricerca applicata, consulenza, formazione e divulgazione, collocandosi fra le più importanti istituzioni di ricerca applicata nel settore della conservazione degli alimenti esistenti in Europa e nel mondo e annoverando numerose partecipazioni a progetti di ricerca nazionali e internazionali.
L’ingresso della prestigiosa istituzione tra i soci ordinari rappresenta uno step fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Consorzio Italbiotec, con cui la SSICA condivide la mission e la vision, volte alla promozione della ricerca, della progettazione in ambito scientifico, del trasferimento tecnologico e del networking, nonché della formazione avanzata e post-universitaria.
Tra le attività previste dalla partnership istituzionale, figurano: l’organizzazione di iniziative di approfondimento di tematiche connesse ai finanziamenti agevolati, lo scouting strutturato di proposte progettuali, l’attività di networking tra università, centri di ricerca e imprese, le facilitazioni nello sviluppo di opportunità internazionali, l’analisi e l’ottimizzazione delle risorse (umane, economiche e temporali) a disposizione dell’istituto e il coinvolgimento nella progettazione e realizzazione di corsi di formazione specialistica.
Oltre agli otto soci fondatori (Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Università della Calabria, Università degli Studi dell’Insubria, Università degli Studi di Palermo, Università degli Studi di Parma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Parco Tecnologico Padano, Fondazione Renato Dulbecco) aderiscono al Consorzio l’Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani (ANBI) e l’Istituto Nazionale dei Tumori “G. Pascale”, a cui si sono aggiunte nel 2014, oltre alla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA), l’Università del Salento e l’Università degli Studi di Pavia. Ai soci ordinari si affiancano oltre 20 imprese affiliate, realtà del settore Biotech interessate a usufruire dei servizi e delle convenzioni attivate dall’ente, verso una rete di collaborazioni sempre più proficua e sinergica tra pubblico e privato nelle attività di ricerca, innovazione e sviluppo scientifico-tecnologico.
Diego Bosco, Direttore generale del Consorzio Italbiotec, ha così commentato l’ingresso dell’istituto tra i soci ordinari del Consorzio: “Salutiamo con grande piacere l’adesione della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari a membro ordinario del nostro Consorzio. Poter annoverare tra i nuovi soci un ente così prestigioso e importante nel panorama della ricerca italiana rappresenta un importante passo per lo sviluppo del progetto “Biotech in Rete”, da noi promosso nell'ottica di aggregare e mettere in comune risorse e competenze del settore attraverso azioni mirate a promuovere e stimolare progettualità di eccellenza a livello nazionale. Siamo infatti profondamente convinti che un sistema basato su meccanismi aggregativi su larga scala con forti sinergie e complementarietà tra gli attori del sistema della ricerca sia da ritenersi un modello vincente, considerato anche il particolare periodo socio-economico dove le scarse risorse suggeriscono l'adozione di principi di sinergia consolidati e sostenibili. Questo modello è a nostro parere particolarmente applicabile nel settore della ricerca biotecnologica, in cui l'innovazione spesso nasce dallo scambio di idee, iniziative e dalla realizzazione di progetti multidisciplinari, impossibili da concretizzare se non con il contributo di persone e soggetti con background e competenze differenti”.
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