Iniziato l'Anno Accademico 2013 dell'Università Europea di Roma
Mercoledì 14 novembre 2012 si è tenuta la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2012 – 2013 dell’Università Europea di Roma.
Mercoledì 14 novembre 2012 si è tenuta la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2012 – 2013 dell’Università Europea di Roma.
L’incontro, presentato dallo studente Andrea Piacentini è stato aperto dal saluto e dalla relazione del Rettore Padre Paolo Scarafoni LC, che ha spiegato: “La nostra università aspira a promuovere una vera e propria formazione civica. Ci ispiriamo a quanto dice il Concilio Vaticano II nella Costituzione apostolica Gaudium et Spes n. 31: Al senso di responsabilità l’uomo giunge con difficoltà se le condizioni della vita non gli permettono di prender coscienza della propria dignità e di rispondere alla sua vocazione, prodigandosi per Dio e per gli altri. Invero la libertà umana si indebolisce qualora l’uomo cada in estrema indigenza, come si degrada quando egli stesso, lasciandosi andare ad una vita troppo facile, si chiude in una specie di aurea solitudine. Al contrario la responsabilità si fortifica quando l’uomo accetta le inevitabili difficoltà della vita sociale, assume le molteplici esigenze dell’umana convivenza e si impegna al servizio della comunità umana. Perciò bisogna stimolare la volontà di tutti ad assumersi la propria parte nelle comuni imprese. È poi da lodarsi il modo di agire di quelle nazioni nelle quali la maggioranza dei cittadini è fatta partecipe degli affari pubblici, in una autentica libertà.
“Su questa base posta dal Concilio – ha detto il Rettore - noi ci sforziamo di formare i nostri giovani ad un impegno civile e sociale, partendo da una profonda coscienza cristiana”.
Fra i vari temi della sua relazione, il Rettore ha sottolineato la crescita nel settore della ricerca: “Dobbiamo congratularci con il Centro dipartimentale per la ricerca, che si è impegnato attivamente negli ultimi anni. La giovane età di molti nostri professori è un fattore positivo, elogiato e vivamente raccomandato dal Comitato Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario nella sua ultima relazione. Ciò ha favorito molto la ricerca, e quest’anno sono stati centrati importanti risultati: l’assegnazione del finanziamento ad un Prin proposto dalla nostra università come capofila in giurisprudenza, dal titolo: La regolamentazione giuridica delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (TIC) quale strumento di potenziamento delle società inclusive, innovative e sicure. Esso vede coinvolti dieci professori della nostra università e la collaborazione di altri sei importanti atenei. Inoltre altri cinque professori della nostra università sono risultati vincitori in altrettanti Prin proposti da altre università ai quali è stato assegnato il finanziamento, e che prevedeva la nostra partecipazione. Il budget totale assegnato alla ricerca nell’ultimo anno ammonta al 9% dell’intera spesa annuale. Si tratta di una cifra rilevante per una università così giovane”.
L’etica: DNA del rapporto uomo - lavoro
Alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2012 – 2013 dell’Università Europea di Roma è intervenuto il giornalista Antonio Preziosi, Direttore del GR RAI, che ha parlato dell’etica giornalistica.
“L’etica – ha spiegato Preziosi – non conosce confini temporali o professionali. E’ un caposaldo necessario per qualsiasi attività, una sorta di DNA del rapporto uomo – lavoro”.
“Chi oggi frequenta l’Università deve sentirsi coinvolto dall’etica nello stesso modo”, ha affermato Preziosi. “I valori della correttezza, del rispetto e dell’onestà non sono affatto dissimili da quelli che bisogna portare nella propria ‘cassetta degli attrezzi’ fatta di esperienze e di qualità quando si va a fare un’intervista, seguire un vertice internazionale o raccontare un episodio di cronaca. Ed è proprio quando le vicende portano in primo piano le esperienze personali, i drammi familiari o le emergenze sociali che si deve fare strada non un dubbio, ma una certezza: il racconto del fatto non deve mai e ripeto mai ledere la dignità umana o sfociare in quella morbosa curiosità che troppo spesso vediamo in tv, sui giornali, sui siti web”.
“Pensando ai giovani e al nostro mercato del lavoro – ha continuato il Direttore del GR RAI – non posso che trarre come comune denominatore di chi aspira ad accedere al mondo del giornalismo un’alta formazione: studiare tanto, bene, le materie e i percorsi giusti, in luoghi di eccellenza formativa”.
Antonio Preziosi ha concluso il suo intervento con queste parole rivolte agli studenti: “Credo convintamente che l’Università – momento formativo fondamentale prima del vostro ingresso nel mondo del lavoro – debba aggiungere questo importante compito ai tanti che già ha nei vostri confronti. Insegnarvi a ‘leggere’ il mondo non con cannibalismo, ma con rispetto e prudenza. E anche in questo, non a caso, l’etica gioca un ruolo fondamentale”.
L’università e la nuova evangelizzazione
Dopo l’intervento di Antonio Preziosi, la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2012 – 2013 è proseguita con la menzione di merito dei migliori studenti dell’Università Europea di Roma.
L’incontro si è concluso con la Lectio Magistralis di Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo ausiliare della Diocesi di Roma, sul tema “Università e la Nuova Evangelizzazione.
Secondo Mons. Leuzzi “il rapporto tra l’Università e la nuova evangelizzazione è certamente tra i grandi snodi, se non il grande snodo, su cui si gioca il destino dell’esperienza universitaria e la stessa credibilità della fede cristiana che intende rilanciarsi in un nuovo contesto socio-culturale. Si tratta infatti di verificare se davvero esista tra loro un rapporto e il perché le due realtà, nonostante la diffusa opinione di una loro definitiva rottura, siano chiamate ad incontrarsi per il futuro dell’umanità”.
“Pur nata in un contesto statico-sacrale, l’Università nella società storico-dinamica è sollecitata a scoprire la sua vocazione di luogo della conoscenza per la costruzione”, ha spiegato Mons. Leuzzi. “La sua crisi è legata alla non comprensione di questo passaggio, relegando l’esperienza universitaria a un fenomeno datato storicamente. L’Università, nata come espressione della vita della Chiesa, è sempre stata il luogo della ‘realtà’, servizio della conoscenza della realtà.
Come potrà l’Università recuperare la sua vocazione di servizio alla conoscenza, che rispetto al passato, deve ora far riferimento alla realtà, alla nuova realtà storica, che è diventata dinamica? L’Università dovrà abbandonare il suo ruolo di servizio alla realtà, rinchiudendosi nella cultura-civiltà o scegliere la strada della professionalizzazione?
Per realizzare la sua vocazione l’Università dovrà confrontarsi non con la fede religiosa, ma con la fede teologale, quale tipica espressione della nuova evangelizzazione. Infatti la fede teologale è la via per scoprire la vera natura della realtà storica, cogliendo la società come realtà e non come divenire.
Nel suo discorso alla Westminster Hall a Londra, Benedetto XVI aveva invitato a promuovere un nuovo dialogo tra secolarità e sacralità come condizione necessaria per costruire la società: «Per questo vorrei suggerire che il mondo della ragione ed il mondo della fede – il mondo della secolarità razionale e il mondo del credo religioso – hanno bisogno l’uno dell’altro e non dovrebbero avere timore di entrare in un profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà».
Se ciò era vero in passato, lo è ancora molto di più oggi! È ciò di cui ha bisogno l’Università per rispondere alle attese della nuova società storico-dinamica. Ma ciò sarà possibile solo se il Cristianesimo si presenterà al mondo per ciò che è sempre stato: una religione storico-dinamica e non a forma sacrale. È questo il vero annuncio della nuova evangelizzazione da cui dipende il futuro non solo dell’Università ma anche dell’intera umanità.
L’Università e la nuova evangelizzazione, pertanto, sono sollecitate a cercarsi vicendevolmente e a camminare insieme: l’una senza l’altra rischiano di restare fuori dalla storia, assumendo ruoli anti-storici e - di conseguenza - antirealistici dagli esiti davvero imprevedibili per le sorti delle nuove generazioni.
Auspico che l’Università Europea di Roma possa essere al servizio della nuova esigenza storica, la quale richiede una conoscenza deputata alla costruzione della Chiesa e della società”.
Nel corso della cerimonia sono stati particolarmente apprezzati gli interventi del Coro dell’Università Europea di Roma, diretto da David Apa, e di Giovanni Bordieri che ha raccontato l’esperienza del suo percorso di studio nel nostro ateneo.
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