Il martire del “libero pensiero”: la nuova luce del 600 della mentalità umanistica
Il ricordo del pensiero del filosofo Giordano Bruno abiurato dalla Chiesa di Roma
La libertà delle proprie idee ed il coraggio di esprimerle, come la storia ci insegna,oltre ad aver suscitato nella società lo spirito reazionario al cambiamento, contemporaneamente ha creato lo scontro ideologico tra i liberi pensatori e la temporalità della Chiesa,la quale impedì la giusta crescita culturale dell’uomo costringendolo a vivere nell’oscurantismo della paura e della superstizione.Un netto cambiamento si avrà con l’umanesimo che aprì le porte all’età dei Lumi. Sulla base di questa “buia” pagina storica, oggi esiste una forte diatriba tra chi si ostina e chi no a difendere i “santi crimini” di Santa Roma Ecclesia, commessi alla pari di altre religioni per mano delle atrocità del Santo Uffizio.
Il 17 febbraio di quest’anno, si celebrano 412 anni dal rogo del filosofo nolano Giordano Bruno, avvenuto con sentenza della Santa Inquisizione nella piazza de Fiori a Roma.Storicamente siamo ai primordi del 1600, e tale periodo si alloga con la fine del medioevo conclusosi cento anni prima con la scoperta dell’America (1492). Negli stati europei sotto l’egida del potere ecclesiale e clericale, la Controriforma alla dottrina di Martin Lutero (Concilio di Trento 1545-63) contribuì ad accentuare l’oscurantismo unitamente alla mannaia del Santo Uffizio che non conobbe sosta e mezzi per recidere ogni forma di eresia.
Giordano Bruno nacque a Nola nel 1548 entrò nell’ordine dei predicatori (domenicani) nel 1565 cambiando il suo nome da Filippo in Giordano,di carattere impetuoso e di viva intelligenza abile nell’apprendere in quanto dotato di una meravigliosa capacità memonica,presentò da subito molte difficoltà a sottomettersi alle convinzioni oscurantiste dell’epoca rispondendo di conseguenza con un notevole anticonformismo intellettuale. Se da un certo punto di vista questo lo rese più abile e perspicace nel cercare la verità filosofica, dall’altro subì l’ostacolo della Chiesa. Nel corso dei suoi studi sulla Teologia,approfondì il pensiero di San Tommaso d’Aquino unitamente allo studio dei testi ebraici riportati da Erasmo di Rotterdam,che tra le altre cose gli causarono l’apertura del suo primo processo, perché ritenuti eretici.
Il filosofo errante dedicò la sua vita al peregrinare per l’Europa con l’obiettivo di approfondire il lume della conoscenza e della ricerca,con particolare attenzione verso la cosmogonia, giungendo a contrapporsi al geocentrismo tolemaico in quanto sosteneva che l’infinità dell’universo non aveva un centro e ogni suo punto è al tempo stesso centro e periferia,negando a chiaro rigore ogni possibile forma privilegiata. Il suo trattato “De infinito universi et mundi” sarà ritenuto dalla Santa Inquisizione eretico, in quanto nella sua descrizione dell’universo non viene incluso la presenza di Dio. Abbandonato l’abito domenicano, e per sfuggire alla mano dell’inquisizione, soggiornò per un periodo in Italia settentrionale ove in seguito raggiunse la Svizzera convertendosi al calvinismo, ove non mancarono dissapori con la locale università ginevrina che lo costrinse a dirigersi in Francia, ove venne nominato lettore alla Sorbona pubblicando alcune opere tra le quali “Il Candelaio”. Successivamente nel 1583 si ritrovano tracce di Bruno in Inghilterra ove pubblicò la “La Cena delle ceneri”, oltre ad ottenere l’insegnamento ad Oxford sulla cosmologia copernicana. Il suo stazionamento in Inghilterra non fu sempre felice anche se in questo periodo instaurò relazioni con la Corte della regina Elisabetta,e secondo le fonti dello storico inglese John Bossy dell’università di York, il nome di copertura Henry Fagot, adottato da Giordano Bruno celava la missione dello 007 della regina che li permise di soffocare il tentativo di rivolta dei cattolici per mettere sul trono Maria Stuart. In questo frangente la sua presenza in terra anglosassone si poneva come catalizzatore del Nuovo Teatro e della Nuova Scienza,nel passaggio in cui il connubio di magia e matematica,di astronomia e astrologia,di empirismo e mito si coalizzarono nel fondare le basi scientifiche della nuova conoscenza,divenendo la controcultura anti-aristotelica e “ateistica” della “scuola della notte” di Sir Walter Raleigh. Il filosofo errante,campione delle libertà intellettuale trovò il suo centro innovativo nel momento in cui l’illuminismo iniziava i primi passi, e le idee antipapiste suggellavano l’inizio della nuova epoca, stimolando l’uomo a prendere coscienza dei propri valori intellettuali, da sempre inibiti dal potere temporale della Chiesa. Il rapporto instaurato con la regina Elisabetta I,Giordano Bruno sostenne a gran forza la politica estera protestante,ritenendo il suo regno all’insegna del nuovo ordine di giustizia,tolleranza e armonia all’indomani del suo trasferimento da Oxford a Londra. I suoi insegnamenti sull’astronomia e l’immortalità dell’anima furono ricusate, in quanto abbracciava le teorie copernicane unitamente al fatto che aveva plagiato Marsilio Ficino. Ritornando al suo servizio reso alla Corona Inglese con il nome di Fagot, lo 007 ante litteram,ferocemente anticattolico divenne spia non tanto per denaro, ma per scelta politica in quanto attratto dalla spregiudicatezza della regina Elisabetta….credo che ravvisasse in lei l’impeto della sua stessa personalità sul modo di agire.
Purtroppo la sua arroganza e presunzione se pur animate da una intelligenza straordinaria che emergeva nel tempo dall’oscurantismo,divennero inadatte a prevalere sulla ragione e sugli odi che confluirono sulla personalità del nolano, e questo gli procurò l’espulsione dai paesi europei,costandogli per mezzo dell’inquisizione la bocca serrata dalla “mordacchia” al fine di eliminare la sua voglia “di filosofare”…mi chiedo secondo la metodologia insegnata da Socrate nella sua scuola ateniese !?!
Senza esitazione il filosofo Giordano Bruno aveva sgretolato la sfera delle stelle fisse, che lo stesso Copernico non osò toccare, e con essa tutto il bagaglio tolemaico così armonioso e divino che gli uomini del medioevo consideravano chiuso e riconducibile a Dio. Esiste sulla base di riscontri un filo di conduzione tra Epicuro a Matrodoro,quando considerano la Terra il solo mondo abitato in uno spazio infinito, a Tito Lucrezio nella sua visione della pluralità dei mondi…condizioni che allarmarono i tribunali della Santa Inquisizione in quanto ritenute teorie pericolose ed eretiche,e tirate in campo dal gesuita cardinale Bellarmino, nel processo contro il nolano Bruno.
In Germania aderì al luteranismo, e precisamente a Wittemberg incontrò un clima a lui favorevole, in cui i vertici dell’università a differenza di quelli parigini e oxoniensi, l’avevano accolto con grande solidarietà permettendogli di insegnare e di lavorare in serenità…da lui tanto ricercata nel corso del peregrinare per l’Europa. In questo periodo però non mancarono le sue diversità ideologiche opposte alla teologia protestante di Lutero. Infatti il pensiero luteriano e calvinista considerano il rapporto tra uomo e Dio secondo un legame individuale fondato esclusivamente sulla fede,e tutto ciò che ravvede l’orizzonte mondano viene espunto e allontanato. In termini pratici il fedele deve sottomettersi passivamente alla volontà del Divino,e i valori della fede di conseguenza sono separati da quelli morali e civili . L’interpretazione di Bruno si acuisce nel considerare le funeste conseguenze che la dottrina può avere sulla società. Nel suo pensiero il filosofo ritiene il luteranesimo peggiore dello stesso cristianesimo, in quanto non incoraggia l’uomo ad intraprendere la strada della veritas. La non giusta valorizzazione dell’etica contribuirebbe sempre secondo il filosofo a lasciare l’uomo avvolto nella sua perenne ignoranza legata a dogmi e superstizioni. Infatti gli aspetti che distanziavano il cristianesimo dalla religione dei romani erano rappresentati dal fatto che quest’ultimi avevano una chiara visione della funzione morale e civile del culto religioso,in quanto custodiva i cardini per tenere unita la popolazione, divenendone il cemento sociale. In questo scontro tra Erasmo e Lutero,Bruno abbraccia il pensiero del primo in quanto ritenuto maestro di pace che punta al valore esegetico e alla metafora che si muove da Origene per giungere al nolano per poi raggiungere Erasmo. Erasmianamente la pace interiore per il filosofo nolano è il paragone delle religioni,e qui prende spunto il netto rifiuto per Lutero e della sua riforma,in quanto egli ha esasperato gli aspetti negativi del cristianesimo a causa del carattere diretto e interiore con la divinità. Non può sfuggire il testo da cui emerge un diverso giudizio su Lutero,infatti il discorso denominato “l’Oratio valedictoria”,e pronunciato a marzo del 1588, esprime la sua immensa gratitudine esaltando la cultura tedesca rievocando l’epopea storica di Alberto Magno,Paracelso e Copernico. Ma occorre porre attenzione nel suo elogio, in quanto non pone alcun riferimento alla dottrina teologica,poichè questa nuova terra ne apprezza la libertà ideologica, quale scelta politica del pensiero luterano.
Il suo spessore culturale fu causa del suo modo anticonvenzionale, che in svariate occasioni fomentò l’odio tra le persone che non appoggiavano le sue idee. Il suo peregrinare in Europa si concluse con la tappa verso Venezia su invito del Nobile Giovanni Moceningo. Dopo aver ricevuto dal Senato di Francoforte l’obbligo a lasciare la Germania,l’invito veneziano si presentò come l’anelato desiderio del suo rientro in Italia,considerando la città marinara una repubblica indipendente,ma nel suo lume di grande sapienza non considerò i rischi del suo rientro. Il tradimento e la denunzia alla Congregazione dell’Inquisizione di Venezia da parte di Moceningo, siglò l’inizio del supplizio del filosofo nolano,il 27 febbraio del 1593 venne trasferito a Roma e rinchiuso in una cella del palazzo dell’inquisizione nei pressi di porta Cavalleggeri. Nell’autunno dello stesso anno, il frate cappuccino Celestino da Verona rinchiuso con Bruno, perché eretico, riportò al Santo Uffizio ulteriori accuse unitamente a tre altri testimoni di grave eresia contro il nolano. Stranamente gli vennero anche imputate da parte dell’inquisitore Bellarmino comportamenti e stili di vita eretici, suffragato dal fatto che il filosofo aveva soggiornato in paesi e vissuto secondo i loro costumi anticattolici. Il suo processo durò sette anni quando papa Clemente VIII,funestò nell’applicare quanto stabilito dalla Controriforma del Concilio di Trento, sentenziò la condanna al rogo del filosofo Bruno, in quanto non accettò mai di rinnegare in toto le sue idee giudicate inammissibili con l’ortodossia cristiana,purtroppo un altro umanista medico spagnolo Michele Serveto,scopritore del piccolo circolo polmonare, fu arso vivo a Ginevra il 27 ottobre del 1553 a causa dell’intolleranza verso il calvinismo.
Nella Roma del 1600 si celebrava l’Anno Santo, e l’8 febbraio viene condannato al rogo Giordano Bruno in quanto ritenuto” eretico impenitente…” e le sue opere vennero bruciate sulla scalinata di San Pietro e le stesse incluse nell’Indice dei Libri Proibiti (tale strumrnto ecclesiale contro la stampa ritenuta eretica venne abolito il 14 giugno del 1966 da papa Paolo VI - “Index librorum prohibitorum”).
Il filosofo errante Giordano Bruno all’età di 52 anni, a seguito della lettura della sentenza di condanna da parte del cardinale Madruzzo, venne affidato al braccio secolare del governatore di Roma per l’esecuzione della pena, e dal carcere di “Tor di Nona” con il saio sanbenito penitenziale indosso e adagiato su di un mulo veniva condotto verso Campo de Fiori alla luce dell’alba del 17 febbraio dello stesso anno. Occorre specificare che il Santo Uffizio non eseguiva materialmente la pena in rispetto all’enciclica di Innocenzo III “Ecclesia abhorret a sanguine” (La chiesa aborrisce il sangue),e per questo gli eretici venivano condannati al rogo oppure all’impiccagione nei casi meno gravi, al fine di non cospargere sangue…vi tralascio la descrizione dell’ulteriore supplizio destinato a quest’ultimi dopo la morte !
Nei giorni che precedettero l‘esecuzione i religiosi domenicani e francescani, tentarono ogni possibile redenzione implorando Bruno di abiurare per salvarsi l’anima,in quanto ormai per la salvezza del corpo non esisteva alcuna possibilità. Quel lugubre mattino nella sua cella giunsero i fratelli laici di San Giovanni Decollato, incappucciati di nero, offrendo l’ultima assistenza al condannato somministrandogli la rituale colazione di biscotti di mandorle immolati nella marsala,mentre i carcerieri lo preparavano per il trasferimento al luogo della pira venivano cantate le litanie.
A tutt’oggi la Chiesa non ha espresso alcuna riabilitazione come invece è accaduto per Galileo Galilei,Jan Huss e Girolamo Savonarola,l’unico passaggio lo si riscontra nelle parole del Beato Giovanni Paolo II (18 febbraio 2002) con le quali esprimeva un generico “mea culpa” per l’eccesso delle atrocità compiute dal tribunale del Santo Uffizio. La Chiesa si limitata esclusivamente a riconoscere al rogo un “ruolo antivangelico” sottolineando nello stesso tempo una estraneità del pensiero del nolano dal fondamento cristiano. Comunque i processi,le terribili condanne sentenziate contro Tommaso Campanella e lo stesso Bruno, se da un lato trova il terreno del clima dei sospetti intrise nelle lotte di religione dall’altro si riscontravano risvolti politici in quanto le loro idee rappresentavano serie minacce all’autorità ecclesiale nell’ambito del proprio potere temporale. L’autorità “opprimente”della Chiesa dichiarava incompatibili ogni idea o teoria che tentava di scardinare il temporalismo che deteneva da secoli senza considerare realmente il vero ministero evangelico avuto da Cristo.
Gli scritti e gli studi filosofici di Telesio,Campanella e Bruno segnarono il passaggio dalla filosofia antica e medievale alla filosofia moderna. Le ipotesi delle leggi di Keplero sul movimento dei pianeti unitamente alle osservazioni astronomiche di Galileo, si dimostrano scientificamente attendibili,ma emersero in un periodo in cui la verità destabilizzava il potere dell’ignoranza che in nome di Dio,o per essere ancor più precisi per bocca del “clero temporalista” non poteva trovare il giusto collocamento,poichè classificata fonte di eresia e di conseguenza condannata.
A distanza di 412 anni la statua penosa di Giordano Bruno domina il Campo de Fiori,eretta una prima volta nel 1848 e distrutta nel periodo della restaurazione da papa Pio IX,lo stesso pontefice che fece eliminare 130 cittadini romani e rese famoso il suo boia personale “Mastro Titta”( Giovanni Battista Bugatti giustiziere di Sua Santità gli venne concesso il vitalizio di pensione di trenta scudi mensili per i servizi resi ossia 516 esecuzioni).
Con l’unità d’Italia, e la conseguente conquista di Roma del 20 settembre 1870, si instaurò un forte clima di tensione tra la Chiesa ed il nascente Stato Italiano. Il netto rifiuto da parte di Pio IX nell’accettare le prerogative sancite dalla Legge delle Guarantige (1871) determinò la scomunica dei Savoia con la bolla papale “Non expedit”, fomentando i cattolici a non partecipare alla vita politica del nuovo Stato. Ulteriore distanza si creò a seguito della nascita del comitato per la realizzazione del monumento al filosofo nolano Giordano Bruno, a cui aderirono Victor Hugo,Giovanni Bovio,Herbert Spencer,divenendo il simbolo del libero pensiero e nello stesso frangente una sfida per la Chiesa. Il neo Presidente del Consiglio dei Ministri Francesco Crispi, sostenne il comitato promotore,condizione che inasprì violenti diatribe tra bruniani e antibruniani. Finalmente la corrente anticlericale, che nel 1888 aveva anche vinto le elezioni amministrative, dava seguito alla realizzazione della statua per tramite lo scultore-massone Ettore Ferrari,considerato un uomo della sinistra radicale. Il 9 giugno del 1889,solennità della Pentecoste, venne inaugurata l’anelata statua. Questo epilogo rappresentò per la Chiesa un grave oltraggio tanto che il papa Leone XIII, tramite del suo segretario di stato, intimò al Presidente del Consiglio Francesco Crispi l’intenzione di abbandonare il Vaticano, quest’ultimo non estrema freddezza rispose:” dica a sua santità che se dovesse andar via dall’Italia non potrà più tornare”…per dovere di cronaca il papa rimase in Vaticano digiunando e pregando !
Il monumento divenne significativo sia per l’affronto politico alla Chiesa,ma soprattutto per l’alto valore del messaggio che esprimeva,ed ossia il rifiuto di sottomissione del filosofo al potere ecclesiale. La sua tenacia nel combattere per il suo pensiero e la sua baldanza nel ricevere il verdetto della sentenza e la sua conseguenza risposta al cardinale Madruzzo che la leggeva: “tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla” divenne di fatto il vessillo della libertà ideologica e la volontà dell’uomo libero a combattere in difesa delle proprie idee. Questo nuovo pensiero tramandato da laici a laici poneva la fine all’oscurantismo più volte evidenziato, in questo scritto contro la tirannia temporale che ostacolò per secoli l’evoluzione cultuale dell’uomo.
Una medesima condizione si ripresentò nel corso della stesura dei Patti Lateranensi del 1929,quando Pio XI propose di radere a suolo il monumento di Giordano Bruno al fine costruirvi la cappella di espiazione al cuore santissimo di Gesù. La risposta di Mussolini conscio dei disordini verificatasi nel periodo della nascita del comitato bruniano, congiuntamente ai rifermenti del filosofo del fascismo Gentile,il quale era un profondo stimatore del nolano,respinse la proposta con la sola postilla che poneva il divieto alle manifestazioni in suo ricordo,condizione che terminò con la caduta del fascismo.
Il nolano Giordano Bruno morì su quella pira illuminando con la luce più incipiente lo squallido passaggio dell’Italia della Controriforma e chiuse il 500 dando luce alla nuova era del 600,divenendo lo spiraglio della nuova mentalità umanistica.
Bruno ad Oxford
La statua in bronzo realizzata dallo scultore Ferrari riporta i tre bassorilievi che rappresentano i momenti di vita del filosofo. Infatti nel primo bassorilievo raffigura Bruno nel periodo ad Oxford e lo ritrae nel suo ruolo di accademico mentre illustra le sue teorie. Nel secondo bassorilievo riporta la condanna del Sant’Uffizio e l’atto in cui gli viene letta la sentenza. Nel terzo bassorilievo invece viene rappresentato Bruno sul rogo somigliante al martirio di Huss, (Riformatore religioso boemo) raffigurato legato al palo e circondato da gente del luogo insieme ad alcuni prelati. Sul lato del basamento è ubicata una lastra di bronzo con l’epitaffio scritto da Giovanni Bovio il 9 giugno 1889 :”il secolo da lui divinato-qui- dove i rogo arse- auspice la gioventù dell’ateneo di Roma”. Proseguendo nella descrizione della statua sempre nel basamento sono raffigurati otto martiri del libero pensiero,ed esattamente sul lato nord al di sopra di Bruno sul rogo sono impressi i critici della Chiesa (Huss e Wycliff); sul lato est sopra la rappresentazione di Bruno innanzi al Santo Uffizio sono raffigurati i critici umanisti delle teorie ecclesiali (Antonio Paleario e Michele Serveto); sul lato sud sopra la rappresentazione del nolano ad Oxford sono raffigurati i convertiti al protestantesimo (Erasmo di Rotterdam e Giulio Cesare Vanini); sul lato ovest,nella facciata anteriore della statua ove è inserita la scritta di Bovio sono raffigurati i sostenitori della Chiesa democratica (Campanella e Sarpi). Occorre specificare che l’ordine cronologico inizia con l’anno dei conflitti instauratasi tra il filosofo e l’ Ecclesia,richiamando alla memoria le battaglie condotte contro l’intolleranza religiosa unitamente alla libertà di pensiero.
In conclusione
La statua bruniana in un primo momento volgeva lo sguardo del filosofo verso il luogo della pira con un libro trattenuto tra le mani,nel corso del tempo subì un nuovo riposizionamento,ed esattamente il suo sguardo si indirizza verso San Pietro… tenuto conto del suo impeto e della sua riluttanza contro il clero…attraverso il suo sguardo quasi coperto dal saio, lo pone in perenne sfida ai “suoi carcerieri” che gli impedirono di continuare a parlare nell’attesa di ricevere il reale giudizio, questa volta di Dio.
“…lasciate l’ombra ed abbracciate il vero” Giordano Bruno