"Gramsci Gay" di Iacopo Gardelli, con Mauro Lamantia, al Piccolo di Forlì
Regia di Matteo Gatta. Produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri Progetto vincitore della borsa teatrale Anna Pancirolli 2022 come migliore spettacolo inedito under 35.
"Gramsci Gay" di Iacopo Gardelli, con Mauro Lamantia al Piccolo di Forlì-
"Ora che tutto ci sembra perduto, ora che abbiamo intravisto una porta aprirsi su una nuova epoca, e subito richiudersi; che fare ora?”
(Antonio Gramsci. Lettere dal carcere).
1920. Lo sciopero delle lancette – duecentomila lavoratori pronti a instaurare la rivoluzione comunista in Italia – è stato un grande fallimento. Un Antonio Gramsci non ancora trentenne si confronta con gli operai torinesi per convincerli che la strada dell’agitazione è ancora quella giusta da percorrere.
2019. Su un muro del carcere di Turi viene imbrattato un famoso murales dedicato a Gramsci, che proprio in quel carcere aveva passato cinque anni di prigionia scrivendo gran parte dei suoi densi Quaderni: una mano anonima ha scritto “gay” sulla fronte del grande politico e filosofo marxista italiano.
Da questi avvenimenti, apparentemente del tutto distanti tra loro e non solo nel tempo, tre giovani artisti, Iacopo Gardelli (autore del testo), Mauro Lamantia (una straordinaria presenza artistica, precisa e multiforme) e Matteo Gatta (regia) creano un pungente monologo in due quadri che riflette sull’attuale scollamento fra le generazioni più giovani e la politica.
Il contrasto tra la ricerca continua della libertà e dell'impegno politico anche all'interno del carcere duro da un lato e la desolata solitudine della libertà come vissuta oggi, dall'altro: una riflessione potente sul rapporto fra politica e indifferenza, impegno e disillusione, fuoco e cenere.
"Vivere significa partecipare e non essere indifferenti a quello che succede" scriveva Antonio Gramsci su La città futura, 11 febbraio 1917.
Un testo attuale ancora oggi, soprattutto oggi.
"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente.
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Studio Doiz
GRAMSCI GAY
di Iacopo Gardelli
con Mauro Lamantia
regia Matteo Gatta
scene e costumi Gaia Crespi
voce e tecnica Mattia Sartoni
Produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri
Progetto vincitore della borsa teatrale Anna Pancirolli 2022 come migliore spettacolo inedito under 35