Carlo Carrà: dal Futurismo alla Metafisica
Ricordo del grande pittore piemontese
Oggi è l'11 Febbraio ed in questo giorno, nel 1881, a Quargnento (Alessandria) nasceva Carlo Carrà, pittore che prese parte al “Futurismo” ed alla “Metafisica”. Iniziò giovanissimo a lavorare come decoratore murale e negli anni 1904-05 frequentò la Scuola superiore d'Arte applicata all'Industria del Castello Sforzesco di Milano. Solo nel 1906 entrò all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove incontrò, tra gli altri Umberto Boccioni. Nel 1909 aderì al movimento del Futurismo, con Marinetti, Boccioni, Russolo, Severini e Balla. Dal 1915 Carrà cominciò a sentire l'esigenza di abbandonare i temi della velocità e del dinamismo, tipici del Futurismo e di tornare ad un contatto maggiore con il reale. L'esperienza della guerra fù talmente dolorosa per Carrà che finì ricoverato in un nevrocomio a Ferrara, ed in questa città, nel 1917, conobbe Giorgio De Chirico e Filippo De Pisis con i quali definì i principi teorici della pittura “Metafisica”. Nel 1922 abbandonò anche la metafisica, spinto dal desiderio di "essere soltanto se stesso". Nel 1922 espose alla Biennale di Venezia, e nel ’28 sempre alla Biennale ebbe una sala personale. L’attività espositiva divenne intensa negli anni Trenta e Quaranta e negli anni quaranta insegnò anche pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Dopo la guerra, si dedicò alla critica, all’illustrazione e alla grafica. In seguito ad una malattia fulminante, Carrà morì nel 1966, a Milano. L'archivio dell'artista è conservato all'Archivio del '900 del “Mart” di Rovereto.
Questa mia opera a carboncino acquerellato è in suo omaggio e memoria.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa