Bocs box of contemporary space di Catania ospita FILIPPO LA VACCARA
Dal 16 ottobre al 27 novembre Bocs box of contemporary space di Catania ospita FILIPPO LA VACCARA la personale siciliana di Filippo La Vaccara, artista catanese che risiede e opera a Milano.
Per il Bocs la Vaccara presenterà 5 grandi dipinti inediti con l'intento di misurarsi con le vaste pareti grezze e cercare di stabilire quell’equilibrio e quel dialogo costante con l’architettura, con la storia e le caratteristiche del luogo, che La Vaccara considera contenitore ideale per questo progetto isolano.
Un rapporto vivo tra contenitore e contenuto. “In questo “match” tra opera pittorica e spazio-parete – afferma Filippo La Vaccara - non ho potuto ignorare il tema “superficie”. Il muro del BOCS è per certi versi disagevole, difficoltoso da seguire, mentre la superficie dei dipinti, realizzati su tela di cotone grezzo, è levigata, rifinita, ultimata. La superficie del dipinto risulta per lo sguardo un isola di riposo in un mare increspato. Inoltre l’immagine dipinta impone regole proprie di percezione invitando chi guarda ad entrare nel mondo rappresentato, o a contemplarlo dal di fuori. In ogni caso l’opera invita ad una pausa, ad un rallentamento, ed il “passaggio” da un lavoro all’altro può costituire un percorso, sia di immagini ma anche fisico, all’interno dello spazio.”
L’inclinazione verso un’arte monumentale ha sempre spinto l’artista a misurarsi con il grande formato, sia in scultura che in pittura. “Lo spazio - continua La Vaccara - con le sue pareti molto vaste e grezze, non intonacate, mi ha enormemente attratto sin dalla mia prima visita. La “crudezza” di questo contenitore, incompleto dal punto di vista formale ma molto completo da quello concettuale, mi ha fatto sorgere il desiderio di un mio intervento, di un mio passaggio come artista all’interno della sua storia.”
Scrive Laura Cherubini nel testo critico, “La pittura incantata”, ediz. Galleria Claudia Gian Ferrari e Galleria The Flat – Massimo Carasi, 2009, Milano. “[...]La prima cosa che salta agli occhi davanti ai quadri di Filippo La Vaccara è l’aspetto della narrazione e infatti è quello che è stato maggiormente evidenziato dalla critica. Di fronte a questa esigenza narrativa, a questo filo del racconto, però, si rimane stupiti che raramente le immagini siano accompagnate da titoli, come ci si potrebbe aspettare. L’artista asserisce di essere concentrato sull’immagine, sull’aspetto pittorico, e di trovare il titolo un aspetto letterario secondario. Dalla semplicità tipica delle opere di Filippo La Vaccara si rischierebbe di passare alla banalità, l’apposizione del titolo potrebbe diventare didascalica. La semplicità invece è una cifra iconografica e stilistica al tempo stesso nel lavoro di Filippo La Vaccara. Sono semplici le immagini che sembrano in alcuni casi quasi ingenue, tratte dal mondo dell’infanzia o delle favole. Sono semplici ed essenziali le forme. Sono semplici la campitura e il ductus pittorico, la pennellata e i colori. Quello della narrazione si rivela invece un falso movimento: la narrazione non si sviluppa, non segue un’evoluzione, si tratta più che altro di uno spunto narrativo, di un sentiero che si interrompe per restare misterioso, di un viaggio le cui premesse e i cui esiti restano segreti. E’ questo forse a generare l’atmosfera di sospensione [...]”
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