All’Auxologico di Milano, presso Il Polo Chirurgico Capitanio, dopo l'emergenza Coronavirus sono riprese in tutta sicurezza le avanzate tecniche chirurgiche mininvasive di restyling urogenitale per guarire l’incontinenza urinaria femminile e i prolassi uro-genitali che colpisco migliaia di italiane dai 40 anni in sù
All’Auxologico di Milano, dopo lo stop dell’emergenza COVID 19, presso il Polo Chirurgico Capitanio sono ripresi gli interventi chirurgici programmati. Un ritorno alla normalità che avviene in modo molto prudente per garantire la massima sicurezza al paziente e agli operatori sanitari. L'accesso in ospedale e la preparazione all'intervento seguono standard rigorosi per evitare il rischio di contagio. Per il ricovero i pazienti vengono sottoposti ai test Covid (tampone naso-faringeo) e agli accertamenti polmonari
All’Auxologico di Milano, dopo lo stop dell’emergenza COVID 19, presso il Polo Chirurgico Capitanio sono ripresi gli interventi chirurgici programmati. Un ritorno alla normalità che avviene in modo molto prudente per garantire la massima sicurezza al paziente e agli operatori sanitari. L'accesso in ospedale e la preparazione all'intervento seguono standard rigorosi per evitare il rischio di contagio. Per il ricovero i pazienti vengono sottoposti ai test Covid (tampone naso-faringeo) e agli accertamenti polmonari.
L’urologia dell’Auxologico di Milano è all’avanguardia e centro di riferimento per la Lombardia per la cura dell’incontinenza urinaria e del prolasso uro-genitale, patologie che in Italia colpiscono milioni di donne. “Moltissime”, fa presente il dottor Andrea Cestari, direttore dell’Unità Operativa di Urologia e del Centro Avanzato di Urotecnologie dell’Istituto Auxologico Italiano, “sopportano per anni questi disturbi e si rassegnano ai pannolini perché non sanno che ora esistono avanzati e definitivi interventi di chirurgia mininvasiva anche a carico del Sistema Sanitario Nazionale. L’incontinenza urinaria e il prolasso urogenitale colpiscono circa 4 milioni di donne italiane dai 35 anni in su e sono tra i problemi femminili più frequenti. L’incontinenza urinaria da sforzo nella donna si manifesta a seguito di un piccolo sforzo, come un colpo di tosse, uno starnuto, il sollevamento di una borsa o un esercizio fisico, ed è causata principalmente da gravidanze e parto, menopausa, prolasso genitale, età, tosse cronica, fumo, stipsi, attività pesanti e sportive ed esiti di chirurgia pelvica. Altri fattori di rischio legati allo stile di vita sono obesità, assunzione di alcool e caffeina in quantità eccessive, scarsa attività fisica, fumo e assunzione di alcune tipologie di farmaci”.
Nonostante la diffusione di queste patologie, che, con ansia, depressione, tendenza a isolarsi per il timore di improvvise perdite di urina, e nel caso del prolasso perdite vaginali e sanguinamenti, incidono pesantemente sulla qualità di vita, sui rapporti sociali, sull'intesa di coppia e sulla sessualità, solo una minoranza riesce a vincere vergogna e imbarazzo e rivolgersi all’urologo; le altre donne si rassegnano ai pannoloni peggiorando il disturbo. L’incontinenza e il prolasso dopo un’accurata diagnosi possono invece essere risolti efficacemente con la riabilitazione perineale, i farmaci e le avanzate e collaudate tecniche chirurgiche mininvasive di restyling urogenitale.
“La metodica chirurgica per l’incontinenza urinaria da sforzo”, spiega il dottor Cestari, “prevede l'applicazione per via vaginale di una sling (retina in polipropilene), che posta sotto all'uretra risolve il disturbo effettuando un vero e proprio restyling del pavimento pelvico. Le retine non agiscono solo da supporto ma intervengono anche nei processi di riparazione biologica, favorendo la cicatrizzazione ottimale dei tessuti. I vantaggi, rispetto ai “vecchi” interventi invasivi, come la colposospensione, che richiedeva incisione addominale, anestesia generale, ricovero e convalescenza prolungati, sono l’efficacia, la brevità degli interventi (circa 30- 40 minuti) che si possono effettuare in anestesia spinale. Altro vantaggio: il veloce recupero fisico con un ritorno alle normali attività entro una settimana”.
"Il prolasso genitale”, prosegue Andrea Cestari, “si manifesta con la discesa dalla sede naturale e talvolta fuori dall'introito vaginale di una o più strutture pelviche - utero, vescica e retto - e riguarda 3 donne su 10 dopo i 50 anni. Spesso è associato all’incontinenza urinaria e le cause sono le stesse dell’incontinenza. Per la risoluzione ci sono avanzate metodiche laparoscopiche basate sull'uso di mesh, retine in polipropilene, che sostituiscono il supporto originario danneggiato del pavimento pelvico e si affiancano alla chirurgia tradizionale. Rispetto agli interventi invasivi del passato associati all'isterectomia, queste tecniche garantiscono un’elevata efficacia e un basso rischio di recidive, inoltre consentono di non asportare sempre l'utero quando questo è sano. Tali interventi vengono eseguiti per via laparoscopica o robotica, a seconda del caso e della complessità della situazione anatomica, metodiche che consentono una rapida convalescenza”.
L’Auxologico risolve incontinenza urinaria e prolasso e grazie a una équipe multidisciplinare (composta da urologi, ginecologi, endocrinologi, neurologi, internisti, nutrizionisti e specialisti della medicina riabilitativa) è in grado di offrire il miglior percorso terapeutico basato su terapie farmacologiche, riabilitazione del pavimento pelvico, elettrostimolazione e Bio-Feedback, terapie chirurgiche mininvasive, tossina botulinica, neuromodulazione sacrale, e la chirurgia laparoscopica e robotica per il trattamento dei prolassi genitourinari e delle forme più complesse di incontinenza.
Per informazioni: Pierangelo Garzia
Ufficio Stampa Responsabile Ufficio Stampa
Md Health Consulting IRCCS Istituto Auxologico Italiano
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