ALEPPO la città perduta
Udine accoglie le istanze della rivoluzione siriana a due anni dal suo inizio. Una mostra fotografica sulla città di Aleppo al Visionario per ricordare l’inizio della rivolta popolare contro la dittatura in Siria.
Ormai da due anni, nella solitudine, nel silenzio mediatico e nella paralisi dell’ONU, la Siria è sconvolta da una rivoluzione che da iniziale protesta pacifica si è trasformata in una “guerra interna” scatenata dalla spietata e barbara repressione del Regime di Bashar al-Assad.
Anche la città di Aleppo dall’estate scorsa è stata investita dalla guerra che l’ha spaccata in due, la zona orientale e la città vecchia nelle mani dei ribelli, i quartieri occidentali ancora sotto il controllo del Regime.
Aleppo, patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1986, è ora una città morta e in rovina, teatro dell’assassinio di migliaia di persone, abbandonata da un terzo dei suoi tre milioni di abitanti.
I suoi famosi souq sono andati distrutti nell’incendio durante i combattimenti di fine settembre del 2012, la Grande Moschea degli Ommayadi pesantemente rovinata, i quartieri ottomani in gran parte ridotti in macerie.
La mostra di Daniela Isola, ALEPPO la città perduta, è un omaggio all’arte islamica di questa “Venezia del Medio Oriente”, è un tributo d’amore a un luogo vissuto dall’autrice per tre anni, ma anche il documento e la memoria di una città che non esiste più, oggi invisibile dietro alle macerie, profanata nei suoi quartieri abbandonati dagli abitanti, città del silenzio e del dolore.
Le immagini di Daniela Isola, appassionata di fotografia e di cultura araba, sono un invito al viaggio nei luoghi emblematici e nelle memorie di Aleppo multietnica e pluriconfessionale, dove comunità diverse hanno convissuto nella tolleranza per secoli, tra monumenti straordinari dell’arte islamica e ottomana, a cominciare dalla Cittadella fino a Jdeidéh, il quartiere degli Armeni. Ma nel momento in cui si svela la straordinaria bellezza intatta e antica di Aleppo, questa stessa bellezza oggi violata provoca “per contrasto” una presa di coscienza sull’immane tragedia del popolo siriano, chiede di riflettere e interrogarsi sulla barbarie di una dittatura che opprime il popolo da 50 anni.
Un comitato spontaneo formato da volontari italiani e siriani, accomunato dalla solidarietà per la rivoluzione siriana, si è impegnato, in collaborazione con Vicino Lontano e con il CEC-Visionario di Udine, per l’allestimento della mostra che resterà in esposizione dal 15 marzo al 12 aprile. L’inaugurazione si terrà venerdì 15 marzo al Visionario alle ore 18.30.
Presenteranno Sandro Minisini, che ha vissuto ad Aleppo per tre anni come Lettore del Ministero degli Affari Esteri, ed Eva Ziedan, siriana, dottoranda in archeologia a Udine, impegnata nella sensibilizzazione sulla guerra in Siria sul sito online Sirialibano, mentre Stefano Rizzardi, attore ben noto al pubblico udinese per le sue opere sui testi poetici di Giacomini, Morandini e Valentinis, leggerà i testi di Marie Seurat, Un si proche Orient e di Rafik Schami, Il lato oscuro dell’amore. Per reagire ai crimini di un Regime che cancella e distrugge uomini luoghi e arte.