SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Acido Arachidonico: il legame tra infiammazione e benessere

L’acido arachidonico (AA) è un acido grasso essenziale Omega 6, spesso citato come una delle cause di infiammazione, e poiché l’AA si trova principalmente nelle uova e nella carne, questa preoccupazione contribuisce a diffondere la paura della carne rossa. Nell’organismo, l’acido arachidonico svolge un ruolo cruciale nell’infiammazione (una risposta immunitaria normale e necessaria per riparare i tessuti danneggiati).

FotoL'Acido Arachidonico è un acido grasso incredibilmente importante che svolge un ruolo fondamentale per il processo di recupero e riparazione del danno muscolare, in grado di favorire un miglioramento della prestazione atletica e della crescita della massa magra. Inoltre, l'acido arachidonico facilita i processi di guarigione attivando anche la pulizia cellulare e stimolando la sintesi di nuove proteine muscolari.

L’acido arachidonico (AA) è un acido grasso semi-essenziale Omega 6, spesso citato come una delle cause di infiammazione. Si tratta di un grasso, che deriva perlopiù dal metabolismo del suo precursore, l’acido grasso essenziale linoleico.

L’acido arachidonico (AA) è presente in tracce negli alimenti, soprattutto nei grassi animali e nelle arachidi, da cui prende il nome. L’acido linoleico da cui deriva abbonda invece nelle noci, nei semi e nei loro oli. Secondo uno studio, i livelli più alti di acido arachidonico si rinvengono nel grasso di maiale (180 mg per 100 grammi di grasso), mentre nelle carni magre è stato rilevato in concentrazioni maggiori nell’anatra (99 mg per 100 g). Altre buone fonti di acido arachidonico sono le uova e il petto di tacchino.

Alcuni Autori hanno suggerito che una dieta troppo ricca di acido arachidonico, e più in generale di omega-6, potrebbe favorire l’infiammazione e con essa l’insorgenza di malattie metaboliche. Le citochine pro-infiammatorie sono infatti importanti nella normale funzione metabolica di cellule e tessuti; tuttavia, se prodotte cronicamente in eccesso possono contribuire a una serie di malattie croniche, come l’infiammazione e il cancro.

Ad ogni modo, l’ipotesi che l’eccesso alimentare di omega-6 possa promuovere l’infiammazione ha raccolto più smentite che conferme. Ad esempio, un documento di revisione ha affermato che l’acido arachidonico non aumenta la concentrazione di marcatori infiammatori e può persino ridurre l’infiammazione (1).

Negli atleti sottoposti a integrazione di acido arachidonico, ad esempio, è stata osservata un’azione anti-infiammatoria (2). Un avviso scientifico dell’American Heart Association ha valutato favorevolmente l’impatto sulla salute dei grassi omega-6 nella dieta, compreso l’acido arachidonico. Tale documento suggerisce che l’acido arachidonico dietetico non è un fattore di rischio per le malattie cardiache e può svolgere un ruolo nel mantenere un metabolismo ottimale e ridurre il rischio di malattie cardiache (3).

Nel complesso, non sembrano esistere nemmeno dati a sostegno dell’ipotesi che l’acido linoleico dietetico, precursore dell’acido arachidonico, promuova l’infiammazione in esseri umani sani (4).

Sebbene l’AA sia coinvolto nei processi infiammatori, il suo ruolo è regolatorio: in quantità adeguate permette una risposta efficace contro agenti patogeni, garantendo un’infiammazione controllata e limitata nel tempo. I suoi metaboliti modulano l'immunità, supportano la resistenza ai parassiti e influenzano eosinofili, basofili e mastociti. Inoltre, l’AA contribuisce alla produzione di endocannabinoidi, fondamentali per la regolazione dell'umore, la memoria, la concentrazione e la gestione del dolore. E' un precursore importante nella produzione di PEA molecola antinfiammatoria molto importante per il nostro corpo. Stimola la produzione di acidi grassi chiamate resolvine che portano a dare l'imput nella risoluzione del dolore, e infiammazione. Nel corpo umano, l’acido arachidonico si concentra a livello di cervello, fegato, muscoli, tessuto adiposo e altri organi . Costituisce rispettivamente il 10-12% e 15-17% degli acidi grassi totali presenti nel cervello e nei muscoli scheletrici.

STRUTTURA E FUNZIONI BIOLOGICHE
L'acido arachidonico è un acido grasso a 20 atomi di carbonio con quattro doppi legami (20:4, ω-6), derivato principalmente dall'acido linoleico attraverso una serie di reazioni enzimatiche. È un precursore di importanti mediatori lipidici come le prostaglandine, i trombossani e i leucotrieni, che regolano processi come l'infiammazione, la coagulazione del sangue e la risposta immunitaria.

L’acido arachidonico è un componente strutturale delle membrane cellulari.

In caso di danno cellulare, viene rilasciato dai fosfolipidi di membrana e metabolizzato da vari enzimi (come cicloossigenasi e lipossigenasi). Ciò dà origine a una varietà di sostanze chimiche ad azione perlopiù infiammatoria:

• prostaglandine;
• leucotrieni;
• trombossani.

La produzione di questi derivati e le loro azioni nell’organismo sono note collettivamente come “cascata dell’acido arachidonico”. In base agli enzimi presenti nella cellula, l’acido arachidonico può essere metabolizzato in una varietà di composti attivi. Diversi tipi di cellule producono pertanto diversi metaboliti attivi dell’acido arachidonico, che possono avere funzioni anche opposte l’uno all’altro.

L’acido arachidonico è importante per la crescita, lo sviluppo del cervello e la salute del bambino. Viene integrato al feto attraverso la placenta e si trova a livelli costanti nel latte materno (circa 0,5%). L’acido arachidonico svolge un ruolo importante anche nella formazione ossea e cartilaginea nei neonati. Rappresenta l’acido grasso più abbondante nel cervello e si accumula rapidamente durante lo sviluppo.

Per tutti questi motivi, l’acido arachidonico rientra nella composizione delle formule per lattanti. Una meta-analisi di 19 studi su un totale di 1.949 neonati ha concluso che la sua integrazione (insieme a quella di altri acidi grassi insaturi a catena lunga) migliora la vista (acuità visiva) nei neonati (5). Al contrario, la carenza di acido arachidonico nei neonati può causare fragilità vascolare (con possibili ripercussioni negative a livello del sistema nervoso centrale), deficit immunitari e disturbi cognitivi.

LE PRINCIPALI FUNZIONI DELL'AA INCLUDONO:

• Regolazione dell'infiammazione: l'AA è convertito in eicosanoidi pro-infiammatori (prostaglandine della serie 2, trombossani e leucotrieni) ma anche in lipossine, che hanno effetti risolutivi sull'infiammazione.
• Sviluppo e funzione del sistema nervoso: l'AA è essenziale per la crescita e il mantenimento del cervello, influenzando la memoria, l'apprendimento e la neuroprotezione. È particolarmente importante nei primi anni di vita e nella fase prenatale.
• Mantenimento dell'integrità delle membrane cellulari: l'AA contribuisce alla fluidità delle membrane e alla trasmissione dei segnali cellulari, influenzando la risposta ai fattori di crescita e agli ormoni.
• Ruolo nella contrazione muscolare e nel metabolismo energetico: è coinvolto nella regolazione della funzione muscolare e nella produzione di energia attraverso la sintesi di prostaglandine specifiche.

FONTI ALIMENTARI
L'acido arachidonico può essere assunto direttamente dalla dieta o sintetizzato a partire dall'acido linoleico (un altro omega-6). Le principali fonti alimentari di AA includono:

• Prodotti di origine animale: carne rossa, pollame, uova, frattaglie (come fegato e cervello), che sono tra le fonti più ricche.
• Pesce e frutti di mare: alcuni tipi di pesce contengono quantità moderate di AA, sebbene siano più ricchi di omega-3.
• Derivati del latte: in piccole quantità, ma presenti in alcuni formaggi e burro.
• Fonti vegetali indirette: sebbene l'AA non sia presente nei vegetali, l'acido linoleico, precursore dell'AA, si trova in oli vegetali come quello di girasole, mais e soia.

Le diete ricche di cibi processati e di origine animale possono aumentare l'assunzione di AA, influenzando i livelli di infiammazione nell'organismo se non bilanciate da un'adeguata assunzione di acidi grassi omega-3.

RUOLO NELLA SALUTE E IMPLICAZIONI CLINICHE
L'acido arachidonico è essenziale per diverse funzioni fisiologiche, ma un eccesso può favorire condizioni infiammatorie croniche. Alcune aree di interesse scientifico includono:

• INFIAMMAZIONE E MALATTIE CRONICHE: un eccesso di AA, associato a un disequilibrio tra omega-6 e omega-3, è stato correlato a malattie infiammatorie come l'artrite reumatoide, le malattie cardiovascolari e le malattie autoimmuni.
• SALUTE CARDIOVASCOLARE: alcuni studi suggeriscono che alti livelli di AA possano aumentare il rischio di trombosi e ipertensione, a causa della sua conversione in trombossani pro-coagulanti. Tuttavia, il suo ruolo è complesso e dipende dal bilancio con altri acidi grassi.
• SALUTE CEREBRALE E FUNZIONE COGNITIVA: l'AA è fondamentale per la funzione neuronale e può svolgere un ruolo protettivo contro malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson. Inoltre, è coinvolto nella plasticità sinaptica e nella risposta allo stress ossidativo.
• SVILUPPO MUSCOLARE E PERFORMANCE ATLETICA: alcuni studi suggeriscono che l'AA possa migliorare la crescita muscolare e la performance atletica, motivo per cui viene talvolta utilizzato come integratore per atleti e culturisti.
• RUOLO NEL SISTEMA IMMUNITARIO: l'AA modula la risposta immunitaria, influenzando la produzione di citochine e la funzione dei leucociti. Un bilancio ottimale tra infiammazione e risoluzione dell'infiammazione è essenziale per mantenere una risposta immunitaria efficace senza danni ai tessuti.

OMEGA-3 E OMEGA-6, L'IMPORTANZA DELLA GIUSTA COMBINAZIONE
Uno degli aspetti più importanti della nutrizione moderna è il bilancio tra acidi grassi omega-6 (come l'AA) e omega-3 (come EPA e DHA). Un rapporto eccessivo di omega-6 rispetto agli omega-3 può promuovere stati infiammatori cronici, aumentando il rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari. L'ideale sarebbe mantenere un rapporto omega-6/omega-3 vicino a 4:1 o inferiore, attraverso un'alimentazione equilibrata che includa pesce, semi di lino, noci e oli vegetali ricchi di omega-3.

Omega3 e Omega6 sono acidi grassi essenziali ovvero due tipologie di lipidi che devono essere necessariamente introdotti tramite gli alimenti: il nostro organismo non è infatti in grado di auto-produrli. In particolare, si tratta di Acido linoleico, a capo degli Omega6 e di Acido Alfa linolenico, a capo degli Omega3.

Fra questi 2 acidi grassi essenziali esiste un rapporto ben preciso che, nei fatti, la nostra cultura occidentale disattende completamente, a favore degli Omega 6. Il fabbisogno raccomandato di acidi grassi essenziali e il loro rapporto ottimale.

Secondo i dati riportati dall’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) il fabbisogno giornaliero di Omega 6 dovrebbe ricoprire dall’1 al 2% dell’energia giornaliera totale introdotta, mentre quello degli Omega3, più basso, dovrebbe aggirarsi fra lo 0.2 e lo 0.5 % dell’energia (sempre giornaliera).

Chiarito questo, il corretto rapporto fra Omega 6/Omega 3, variabile a seconda dell’età, dovrebbe essere inferiore o pari a 4: ogni quattro grammi di omega 6 bisognerebbe consumare almeno un grammo di omega 3. E’ da questo equilibrio, infatti, che dipende la regolazione di ormoni “pro infiammatori” o “anti infiammatori”, entrambi funzionali alla salute delle membrane cellulari.

L’equilibrio tra Omega 3 e Omega 6 è essenziale. Alte dosi di EPA (Omega 3) possono ridurre eccessivamente i livelli di AA, compromettendone le funzioni. L’integrazione di Omega 3, quindi, non deve essere indiscriminata, poiché un eccesso può favorire l'ossidazione dei lipidi. Per questo motivo, è importante associare antiossidanti liposolubili come Astaxantina e Vitamina E, che proteggono le membrane cellulari dai radicali liberi.

LE CAUSE DELL’ECCESSO DI OMEGA 6 NEI PAESI OCCIDENTALI
Gli studi scientifici dimostrano che il rapporto omega6/omega3 dei paesi occidentali, Italia compresa è pari se non superiore a 15:1. Le cause di questo totale sbilanciamento a favore dei primi sono molteplici:

• utilizzo dell’olio di girasole o mais per cucinare e condire,
• eccessivo consumo di prodotti confezionati contenente questi oli,
• scarso consumo di pesce,
• scarso consumo di verdure e semi oleosi ricchi di omega3,
• quantità eccessive di frutta secca (principalmente fonte di omega6).

Premesso che questo squilibrio non provoca, come spesso si legge, malattie cardiovascolari, infiammazioni irreversibili (come tumore, artrite reumatoide o allergie), è doveroso avanzare alcune considerazioni. Come suddetto, il rapporto ottimale prevede in ogni caso una dose di Omega6 superiore a quella degli Omega3 (proprio come nel latte materno): non occorre, anzi è sconsigliato, eliminarli (in presenza di un’alimentazione varia e bilanciata non è necessario neanche ridurli) ma è sufficiente aumentare l’apporto di Omega3.

L'acido arachidonico è un acido grasso essenziale con ruoli fondamentali nella salute umana. Sebbene sia necessario per molte funzioni biologiche, il suo equilibrio con altri acidi grassi, in particolare gli omega-3, è cruciale per prevenire e gestire condizioni infiammatorie. Un'alimentazione equilibrata e ricca di nutrienti aiuta a mantenere il giusto rapporto tra questi acidi grassi, promuovendo una salute ottimale e prevenendo il rischio di malattie croniche.

Studi clinici hanno dimostrato che aggiungere fino a 1200mg di AA al giorno nella dieta – che è una quantità 12 volte più alta rispetto all’apporto attuale negli Stati Uniti – non ha effetti rilevanti sulla produzione di citochine infiammatorie (studi in bibliografia). E se questo non dovesse bastare, i nostri antenati del Paleolitico (che erano in gran parte liberi da malattia cronica e infiammatoria) consumavano almeno due volte la quantità di AA che l’americano medio consuma oggi. Infine è importante notare che la carne rossa ha effettivamente una minore concentrazione di AA rispetto ad altre carni, grazie al suo contenuto complessivo di Acidi Grassi Poliinsaturi (PUFA) inferiore.

Fonte: Dr. Fabrizio Marrone, farmacista esperto in Nutraceutica

BIBLIOGRAFIA:
1. Acidi grassi Omega-6 e infiammazione (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29610056/)
2. Effetti dell'integrazione di acido arachidonico sugli adattamenti all'allenamento nei maschi sottoposti ad allenamento di resistenza (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18045476/)
3. Effetto dell'acido linoleico dietetico sui marcatori dell'infiammazione in soggetti sani: una revisione sistematica di studi clinici randomizzati (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22889633/)
4. Meta-analisi dell'integrazione di LCPUFA nel latte artificiale e dell'acuità visiva (https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC3529943/)
5. https://www.cambridge.org/.../789B73B03956B2BAC309218C215...
6. https://www.sciencedirect.com/.../abs/pii/S0952327801903382
7. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/9507233/
8. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20860883/
9. https://link.springer.com/article/10.1007/s11745-998-0225-7
10. https://link.springer.com/article/10.1007/BF02537187



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