21 febbraio: Giornata internazionale della lingua madre
Il 21 febbraio si è celebrata la Giornata Internazionale della Lingua Madre (International Mother Language Day), festa indetta dall’UNESCO nel 1999, con lo scopo di promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo, e riconosciuta dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2007.
Perché proprio il 21 febbraio?
Il 21 febbraio 1952, nella città di Dacca, morirono 22 studenti universitari che protestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale. Nel 1999, durante la Conferenza Generale dell’Unesco, fu proprio il Bangladesh a proporre la celebrazione della Giornata Internazionale della Lingua Madre, per ricordare questo triste evento.
Celebrare questa giornata è un modo per conservare il patrimonio culturale di ogni popolo, la scomparsa di una lingua costituirebbe un impoverimento per l’intera umanità.
Infatti, come afferma Irina Bokova, Direttore Generale dell’ UNESCO, ogni lingua è portatrice di un patrimonio culturale che accresce la nostra diversità creativa. Le lingue di alcune popolazioni indigene sono portatrici di conoscenze uniche sulla biodiversità e sulla gestione degli ecosistemi. Questo potenziale linguistico è un motore di sviluppo sostenibile che merita di essere condiviso.
E’ davvero importante celebrare questa giornata tutti gli anni, anche perché i dati riportati dall’Unesco sulla possibile scomparsa di molte lingue sono davvero allarmanti:
“più del 50% delle 6.000 lingue mondiali è in pericolo; il 96% delle 6.000 lingue mondiali è parlato solo dal 4% della popolazione mondiale; il 90% delle lingue mondiali non è rappresentato su Internet; i contenuti presenti sulla rete Internet sono per il 68% in inglese, seguito dal giapponese (6 %), dal tedesco (6%) e dal cinese (4%); una lingua scompare mediamente ogni 2 settimane; l’80% delle lingue africane non ha l’ortografia.”
Rivolgersi a dei traduttori professionisti, come quelli che lavorano per Epos, vi permetterà di aver tradotti i vostri documenti in più di 40 lingue senza costringervi a scrivere i vostri documenti solo in inglese sottovalutando le lingue minoritarie.