Riduzione Cinema-dramaterapica del Nuovo Diario di Anna Frank in scena a Roma
Lunedì’ 21 gennaio va in scena al Teatro Cinema Aquila al Pigneto (ore 20,00) la prima nazionale cinema-dramaterapica de “Il nuovo diario di Anna Frank”. Abbiamo formulato alcune domande all’autore Daniele Poto sullo “strano” recupero di questo personaggio che ha segnato la storia della seconda guerra mondiale e non solo.
Perché Anna Frank?
“Perché è un mito, un icona estremamente interessante, ma anche un personaggio che è stato rimosso e che viene tolto dagli archivi della memoria solo per qualche più o meno sentita celebrazione. Ho scoperto con raccapriccio che anche il suo originale Diario è stato rimosso, dato che non è compreso negli archivi di molte biblioteche comunali di Roma. Di qui l’idea di rimetterla scenicamente in vita e di provocare un convulso corto circuito con l’attualità da cui è stata bruscamente tagliata fuori con la sua morte, ancora prima della conclusione del conflitto mondiale. Così con questo pretesto, la “nuova” Anna Frank alle prese con un “nuovo” diario, può giudicare 70 anni di attualità contraddittoria, prendendo posizioni critiche sull’America che la ospita e sulle attitudine belliche di Israele. Non è un’intervista impossibile, ma un revisionismo teatralmente fecondo”.
Cosa può insegnarci oggi un’Anna Frank riportata in vita?
“La coscienza critica, il senso del relativismo, la responsabilità, l’amore per il prossimo, l’orgoglio, ovviamente, di essere ebrea, ma senza steccati, la dignità della condizione umana”.
E la cinema-dramaterapia come si inserisce in questo contesto?
“Grazie all’abile mano del regista e psicoterapeuta Ermanno Gioacchini , mentre si svela il sé di Anna Frank, si apre anche il sé profondo degli attori, che non sono professionisti né pazienti in terapia, trattandosi di un teatro drammaterapico (Creative Drama In-Out Theatre). Un processo di disvelamento profondo che li libera come persone, ma anche come attori, capaci di oltrepassare il sé, di diventare altro da sé e parteciparlo allo spettatore”.
Che ritrovati scenici dobbiamo attenderci sul palcoscenico dell’Aquila?
“La suggestione del doppio ruolo. Due Anna Frank, due Solomon Kugel, il principale interlocutore della martire. Una trovata scenica che il pubblico non tarderà a capire. E poi tante piccole sorprese disseminate ad arte nel testo che si realizzera tra proiezione sul grande schermo e presenze sceniche sul palco. Musica klezmer, icone di riconoscimento. Una scena povera ed essenziale come il teatro di Monticchiello o quello di Grotowsky al quale modello il regista s’ispira. Trovate ammiccanti e collusive con la riscoperta (non è mai troppo tardi) di Anna Frank”.
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