GASTRONOMIA
Comunicato Stampa

Monte delle Vigne, al via la prima vendemmia interamente Biologica

30/08/21

Raccolta manuale e notturna per un’annata che si preannuncia di grande qualità

FotoMonte delle Vigne, l’azienda vinicola della famiglia Pizzarotti sui colli di Ozzano Taro (Parma), raggiunge un nuovo traguardo del suo percorso sostenibile: la vendemmia 2021 sarà la prima interamente biologica e certificata dall’ICEA – Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale. “Sono emozionato e orgoglioso del risultato raggiunto – dichiara Paolo Pizzarotti, presidente di Monte delle Vigne – Questa vendemmia, che si inserisce in un più ampio progetto di sostenibilità che stiamo portando avanti fin dal 2016, è il nostro atto d’amore per i Colli di Ozzano Taro, un territorio a noi molto caro perché qui affondano le radici della nostra storia familiare e dei nostri affetti. Un territorio di cui ci sentiamo custodi”.

Fino a metà ottobre due squadre, ciascuna composta di dodici persone, saranno impegnate nella raccolta notturna e a mano, in cassette, nei 40 ettari di vigneto. La decisione di eseguire tale operazione senza l’ausilio di macchinari risponde alla volontà di selezionare i grappoli con la massima cura, mentre la scelta delle ore notturne si pone l’obbiettivo di prevenire macerazioni e pre-fermentazioni indesiderate per ottenere la massima espressività.

“Quest’anno le uve, di ridotta quantità a seguito della gelata primaverile della notte del 6 aprile, sono tuttavia di alta qualità grazie al favorevole andamento climatico degli ultimi mesi: il tempo soleggiato di giugno unito a scarse piogge e l’abbassamento delle temperature di fine agosto, con buone escursioni termiche tra il giorno e la notte, fanno presupporre una grande annata per i nostri vini – spiega Lorenzo Numanti, amministratore delegato di Monte delle Vigne – Dal punto di vista agricolo il nostro raccolto è oggi certificato biologico al 100%: questo vuol dire che i vini prodotti saranno interamente biologici e usciremo con quasi tutti nel 2022. Solo per Nabucco dovremo aspettare il 2024 perché richiede alcuni anni di affinamento. Ma si sa che con il vino la fretta non paga”.

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