Il toro spagnolo
IL TORO SPAGNOLO: UNA PRESENZA CHE RIMONTA ALLA PREISTORIA
La presenza del toro nella vita dell”uomo rimonta alla preistoria, e in Spagna ci sono interessantissime testimonianze archeologiche che lo documentano molto bene.
In questo articolo voglio farti conoscere alcuni luoghi della Spagna, spesso sconosciuti e fuori dei percorsi proposti al turismo di massa, dove poter scoprire il ruolo e l’importanza di questo animale nella vita e nella storia del popolo spagnolo, per darti la possibilità di poter comprendere meglio come ancora oggi il toro è protagonista di uno degli aspetti più discussi ma non per questo meno interessanti della cultura spagnola.
Spero che ti piacciano, buona lettura!
Nella grotta dei “Toricos del Prado del Navazo” (7.000 – 5.000 a.C.) a Albarracín, nella provincia di Teruel (Aragona) troviamo un meraviglioso esempio.
La cittadina, un tempo capitale del regno di Taifa, con le sue mura secolari, la sua Cattedrale, i resti di un antico “Alcazar” ed il suo bellissimo centro storico è uno dei Borghi più belli della Spagna.
Nella sua spettacolare “Sierra” si trova l’eccezionale tesoro rupestre al quale appartiene questa grotta, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Sono rappresentate diverse figure di tori, di notevoli dimensioni. Hanno la particolarità di essere stati dipinti con pigmento bianco (caolino), in contrasto con lo sfondo rossastro delle pareti.
El Toro de Porcuna (s. VI a.c.) è una scultura appartenente all’arte ibera che si trova al museo di Jaen (Andalusia). L’ animale riposa, seduto, sulle sue quattro zampe e si presenta con la testa piegata. La coda si adagia sulla spalla sinistra e termina in una frangia geometrica che rappresenta i peli.
I cosi detti Tori di Costitx sono tre teste di toro in bronzo risalenti al s. V a.c. e ritrovate a Mallorca, nel santuario di Predio de Son Corró. Il santuario, collocato nel contesto di in un insediamento talaiotico, era costituito da uno spazio rettangolare con abside; all’interno vi erano colonne decorate che forse servivano a sostenere le teste di bronzo. Le tre teste sono state interpretate come divinità e sono conservate presso il Museo archeologico nazionale di Madrid.
Sempre in questo museo possiamo ammirare La Bicha de Balazote (V secolo a.C.), scolpita in pietra calcarea. Trovata nella provincia di Albacete è una delle figure più insolite, misteriose e attraenti della statuaria iberica. Rappresenta un toro sdraiato, con un’anatomia ben modellata. Dietro le tempie spuntano le corna e sotto di esse piccole orecchie di bovino. La sua appartenenza a un monumento funerario sembra indubbia ed è legata al simbolo della vita eterna che si desiderava ai morti, materializzata in una delle più belle e monumentali rappresentazioni dell’Acheloo. Il toro, come simbolo di fertilità, era associato all’idea del fiume e dell’acqua che fertilizza i campi, espressione della vita benefica per l’uomo.
“Los Toros de Guisando” sono un insieme scultoreo attribuito ai “vettones”, uno dei popoli preromanici di cultura celtica che vissero in una parte dell’odierno settore occidentale della penisola iberica.
Si trovano sulla collina di Guisando, nel comune di El Tiemblo, nella provincia di Ávila. Si tratta di quattro figure scolpite in granito che rappresentano quadrupedi identificati come tori (per via delle cavità che presentano nella testa e che sono considerate il punto per l’inserimento delle corna) e che si crede furono create tra il V e II secolo a.C. Sono affiancate, formando una linea e tutte rivolte a ovest.
Il Toro de Azaila (s. II a.c.) è una figura di bronzo che rappresenta un toro in un atteggiamento di attacco. E’ stato trovato in un tempio posto all’ingresso dell’insediamento iberico, a Cabezo de Alcala (Azaila, Aragona). I “santuari d’ingresso” erano santuari urbani che, nelle popolazioni iberiche, erano dedicati alle divinità legate ai riti di passaggio, fertilità e protezione del territorio.
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