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Aspirina chimica o naturale?

Uno dei rimedi più utilizzati come anti-infiammatorio e anti-dolorifico è l'aspirina, il cui principio attivo, l'acido acetilsalicidico, veniva inizialmente prodotto a partire dalla spirea (Filipendula ulmaria) e poi dal salice bianco (Salix alba). Oggi viene prodotto per via chimica.

FotoL'aspirina o acido acetilsalicilico è un salicilato, derivato dell'acido salicilico, che funziona riducendo nel corpo le sostanze che causano dolore, febbre e infiammazione.

Da circa un secolo i salicilati vengono impiegati nel trattamento del raffreddore, delle sindromi influenzali, del mal di gola. L'aspirina, in particolare, è usata di solito per trattare il dolore di articolazioni e muscoli, ridurre la febbre o l'infiammazione. A volte è usata per trattare o prevenire problemi cardiaci, ictus e dolore al petto (angina).

Per queste condizioni cardiovascolari, l'aspirina deve essere utilizzata solamente sotto la supervisione di un medico. Per quanto riguarda la sua funzione antinfluenzale, antinfiammatoria e antipiretica, invece, di solito è usata come farmaco da dare senza ricetta, in automedicazione. È noto, però, che l'aspirina può causare effetti collaterali intestinali o allo stomaco per chi soffre di disturbi gastrici, e inoltre non può essere presa da chi è allergico ai FANS (farmaco antinfiammatorio non steroideo).

ASPIRINA NATURALE
Chi sceglie di assumere la cosiddetta aspirina naturale sceglie un prodotto di medicina allopatica, formato da ingredienti che il nostro organismo poi trasformerà. Il principale componente è il Salice Bianco, scientificamente denominato Salix Alba e ricco di salicilati, soprattutto di salicina.

La corteccia di salice bianco è un rimedio naturale molto conosciuto. Al suo interno è presente una sostanza, la salicina, a cui sono state attribuite proprietà utili contro la febbre, le infiammazioni, i disturbi gastrici e varie forme di dolori. La salicina possiede anche un’azione antiaggregante piastrinica ed è considerata il predecessore dell’aspirina. Estratta e sintetizzata, è da qui che si ottiene il farmaco che tutti conosciamo, infatti, chi è allergico all’aspirina dovrebbe evitare di adoperare rimedi naturali a base di corteccia di salice bianco. Il rimedio naturale, seppur considerato più blando del farmaco, non irrita lo stomaco. Tra i benefici del Salice Bianco: riduzione di spasmi, flogosi, recupero dei traumi, riduzione della temperatura interna, attività antidolorifica, recupero in caso di performance fisiche impegnative, effetto sfiammante e analgesico.

ALTERNATIVE NATURALI ALLA CARDIOASPIRINA
La cardioaspirina è una forma specifica di aspirina che viene spesso prescritta come terapia preventiva per prevenire l'insorgenza di problemi cardiaci, come l'infarto. La principale differenza tra cardioaspirina e aspirina è che la cardioaspirina contiene una dose più bassa di aspirina rispetto alle compresse di aspirina tradizionali che si possono acquistare senza prescrizione medica. La cardioaspirina è formulata in modo da rilasciare gradualmente l'aspirina nel corpo, mentre le compresse di aspirina tradizionali agiscono in modo più rapido.

La droga vegetale per eccellenza ad attività antiaggregante piastrinica è rappresentata dalle foglie di GINKGO BILOBA.

Il ginkgo contiene lattoni terpenici (ginkgolidi), sesquiterpeni – tra cui il bilobalide – e flavonoidi.

Non è semplice stabilire quali siano i composti che determinino l’attività farmacologica di un estratto vegetale, ma si ritiene che i ginkgolidi siano inibitori competitivi sul legame del PAF (fattore attivante le piastrine), mentre i flavonoidi contribuiscono alla rimozione dei radicali liberi.

Tra le attività del ginkgo rientrano:

• la dilatazione dei capillari, con conseguente aumento del flusso sanguigno;
• l’antagonismo del PAF e dunque una maggior fluidità del sangue;
• la riduzione dei radicali liberi con effetto neuroprotettivo.

L'impiego tradizionale del Ginkgo biloba è legato alle sue note proprietà vasoattive, specialmente nei confronti della microcircolazione cerebrale. Si è scoperto che l'attività farmacologica è legata all'azione anti-PAF (Platelet Activating Factor). I derivati terpenici, ginkgolidi, si sono dimostrati infatti dei potenti antagonisti del PAF, fattore prodotto dal corpo che attiva l'aggregazione delle piastrine, inibendone il legame coi recettori specifici. Il PAF è 1000 volte più potente dell'istamina nel favorire la liberazione di leucotrieni ed altri fattori pro-infiammatori da parte degli eosinofili: tali sostanze, favorendo l’aggregazione piastrinica, sono responsabili della broncocostrizione asmatica, della vasocostrizione coronarica e sono implicati nella genesi di affezioni quali l'aterosclerosi e le trombosi arteriose.

Il ginkgo aiuta a limitare l'eccessiva tendenza delle piastrine di aderire l'una all'altra, che, a lungo andare può causare problemi alla circolazione. Infatti le piastrine incollandosi tra loro assieme ad altre sostanze come il colesterolo, possono formare le placche dell'arteriosclerosi. Queste placche costituiscono un freno per la circolazione. Una circolazione rallentata determina diversi disturbi e malattie a seconda del distretto corporeo interessato.

Inoltre il fitocomplesso del ginkgo sembra in grado di modulare il tono dei muscoli che rivestono i vasi sanguigni, stimolando una dilatazione dei vasi sanguigni che è molto utile in caso di grandi ostruzioni da placche aterosclerotiche. Infatti, il sangue scorre in modo insufficiente in vasi parzialmente ostruiti , ed una loro dilatazione, favorisce un miglior flusso del sangue, a beneficio dei tessuti.
Questa pianta di origine cinese contiene alcuni componenti, i ginkgoflavonglicosidi, importanti dal punto di vista farmacologico, poiché possono migliorare alcune condizioni di insufficienza cerebrovascolare.

PARTENIO (Tanacetum parthenium)
Un recente studio iraniano si domanda se l'aspirina possa venire sostituita nella prevenzione base di alcuni disturbi dal partenio (Tanacetum parthenium), pianta erbacea della famiglia delle Composite originaria dell'Asia, ma oggi diffusa in gran parte del mondo, che cresce lungo i vialetti di campagna, vicino alle case e anche sulle macerie. Non è quindi una pianta molto esigente. Quest'erba, o meglio i suoi fiori, sono utilizzati tradizionalmente nel trattamento dei dolori mestruali, come dimostra lo stesso nome che deriva dal graco "parthenos", ovvero “vergine”.

Storicamente, ma anche nell'erboristeria moderna, il partenio viene sfruttato anche per alleviare il dolore associato alle emicranie, in particolar modo quelle vasomotorie. La pianta possiede infatti proprietà anti-infiammatorie, grazie alla presenza di flavonoidi, polifenoli e sesquiterpeni. Il principio attivo principale è però il partenolide, un lattone sesquiterpenico.

Il team di ricerca si è però soffermato su un'altra proprietà dell'aspirina, ricercandola nel partenio: il suo potere anticoagulante. Gli autori hanno così reclutato 60 individui sani, dividendoli in modo casuale in due gruppi: quello di studio ha assunto 250 mg di partenio al giorno per due settimane, mentre quello di controllo un placebo. Ogni partecipante è stato poi sottoposto a esami del sangue per valutare la presenza di citochine infiammatorie, tempo di prototrombina completo e parziale e funzione epatica, quest'ultima necessaria per valutare anche la sicurezza del rimedio naturale.

I risultati delle analisi sono stati quindi studiati con il T-test, la distribuzione Chi-square e una analisi di regressione lineare. Gli autori hanno quindi osservato un incremento del tempo di prototrombina nel gruppo di studio, evidenziato sia dal T-test che dal modello di regressione: si passa infatti dal 12.2 ± 0.7 secondi del gruppo di studio a 11.6 ± 0.6 secondi di quello di controllo. Ciò potrebbe indicare che il partenio riduce la velocità di coagulazione del sangue, aspetto che può essere utile in alcune affezioni.

Anche gli altri paramentri risultano essere maggiori nei soggetti che hanno assunto il rimedio erboristico, in particolare il tempo di prototrombina parziale e i livelli di interleuchina 17A e chemochina MCP-1.

Lo studio suggerisce, quindi, che il partenio possa avere proprietà anticoagulanti, anche se gli stessi autori dichiarano l'esigenza di effettuare nuove prove su campioni più ampi e con follow up più lunghi.

Individuare rimedi naturali capaci di sostituire i farmaci di sintesi può essere utile per sostenere le cure e, al tempo stesso, ridurne gli effetti collaterali, spesso a carico di fegato e reni.

Studio: Mohammadreza Ataollahi, Ebrahim Akrami, Mehdi Kalani, Malek Zarei, Mahsa Rostami Chijan, Massih Sedigh-Rahimabadi, Hiva Alipanah. Evaluation of anticoagulant and inflammatory effects of Tanacetum parthenium (L.) in a randomized controlled clinical trial. Journal of Herbal Medicine, Volume 36, 2022. Doi: https://doi.org/10.1016/j.hermed.2022.100613.

AURICULARIA (auricula-judae)
Dal mondo infinitamente sorprendente dei funghi medicinali va segnalato AURICULARIA (auricula-judae).

L’Auricularia ha interessanti proprietà medicinali ed è stata utilizzata per centinaia di anni dalla medicina tradizionale cinese. É infatti un prezioso antiaggregante piastrinico, un ottimo rimedio nella prevenzione delle patologie cardiovascolari e rinforza le pareti vasali sostenendo così la salute di vene e capillari.

Inoltre, grazie all’elevata quantità di fibre contenute che riducono l’assorbimento di grassi e zuccheri, l’Auricularia ha la proprietà di ridurre colesterolo e trigliceridi oltre che di regolare la glicemia.

Questo fungo può essere impiegato come anticoagulante naturale. Esercita un’azione di protezione cardiovascolare molto complessa e particolare: previene trombosi ed ostruzioni vasali con effetto ipolipemizzante ed antiaggregante piastrinico (Adenosina) senza indurre emorragie e soprattutto senza danneggiare il collagene. In questo modo esercita indirettamente un’azione terapeutica sull’aterosclerosi.

Auricularia agisce sull’insufficienza venosa periferica rinforzando i vasi sanguigni, inducendo vasodilatazione e stimolando la circolazione. Per questa proprietà è spesso abbinato a un altro fungo medicinale, il Reishi, per una vantaggiosa sinergia di azione.

Tra tutti i Funghi Medicinali, l’Auricularia è quello che contiene la più alta concentrazione di adenosina. Sono presenti anche beta-glucani, terpeni, polisaccaridi di diversa tipologia e AAP (polisaccaridi dell’Auricularia Auricula), oltre ad altre sostanze nutrizionali come potassio, calcio, magnesio, ferro, fosforo, rame e silicio. Contiene inoltre la provitamina D, betacarotene, vitamina B1, B2, B3, polipeptidi e polisaccaridi. In particolare è stata dimostrata la sua straordinaria capacità di assorbire il rame dal terreno e quindi di accumularlo. vitamine, minerali e oligoelementi essenziali.

Nel dettaglio:

• l’adenosina svolge un’azione antinfiammatoria (Akkari et al., 2006) e vasodilatatrice (Berne, 1980; Toda et al., 1982; Pelleg e Porter, 1990)
• i beta-glucani hanno azione immunostimolante e antinfiammatoria (Ukai et al., 1983)
• i terpeni sono oli essenziali e svolgono l’azione di immunostimolanti
• gli AAP (polisaccaridi dell'Auricularia auricula) (Wu et al., 2010) si rivelano utili per il cuore

PRECAUZIONI D'USO
L'Auricularia deve essere utilizzata con cautela in concomitanza a terapie anticoagulanti o antiaggreganti piastriniche di sintesi, salvo indicazione medica. È controindicata in gravidanza e nelle donne che ricercano una gravidanza, in quanto può interferire con la capacità di impianto dell'embrione.

In ogni caso, va sottolineato ancora una volta che le persone in trattamento con cardioaspirina o altri farmaci antiaggreganti per la salute del cuore non devono ricorrere ad alternative naturali senza il parere favorevole del medico curante.

Curarsi con i funghi fino a qualche anno fa sembrava impossibile, ma in Cina e in Giappone la micoterapia funziona e viene utilizzata da parecchi anni, tanto da essere inserita anche nei protocolli ospedalieri, per esempio come coadiuvante delle cure oncologiche. Addirittura nel primo trattato di farmacologia dell’umanità, trasmesso oralmente,che risale al 1800 A.C. si parlava di funghi e di più di 300 piante con proprietà benefiche.

Un fungo medicinale è un fungo con proprietà terapeutiche dimostrate da studi scientifici, ovvero apporta degli effetti positivi sulla salute del soggetto andando ad abbattere i sintomi. Non tutti i funghi possono essere considerati curativi, e di quelli curativi ognuno ha proprietà diverse e quindi può andare a curare aspetti patologici diversi.

I funghi medicinali hanno una funzione “adattogena” e vanno a lavorare in profondità riequilibrando i vari sistemi dell'organismo. La funzione comune di tutti questi funghi è quella quindi di rinforzare le funzioni vitali e le difese immunitarie.

Il ruolo e gli evidenti benefici dei funghi e dei loro polisaccaridi, oltre ad essere usati da millenni dall’Arte Medica, ultimamente hanno anche avuto innumerevoli conferme dagli studi scientifici. Però, nonostante non ci siano dubbi sui numerosi benefici apportati dai funghi medicinali, siamo ancora molto lontani dalla validazione clinica di questi importanti serbatoi di nutrienti. Nonostante tutti i dati noti sulle potenzialità dei funghi, il loro consumo a scopo medicinale è ancora ristretto ad un piccolissimo numero di medici.

C’è sicuramente bisogno di sensibilizzare la Comunità medica e non medica sul fatto che i funghi medicinali devono essere:

• coltivati in ambienti esenti da inquinanti,
• controllati nella loro purezza chimico-fisica,
• prescritti da medici competenti,
• consumati per lunghi periodi di tempo

al fine di sfruttare al massimo il potenziale preventivo e curativo di questa preziosa risorsa naturale” (Dr. Roberto Gava in https://www.robertogava.it/

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ERBORISTERIA ARCOBALENO
Specialista in MICOTERAPIA

Tel. 3200469843 / 0445-524576
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Fonti e bibliografia:

• Stefania Cazzavillan (2011) – FUNGHI MEDICINALI, dalla tradizione alla scienza – NUOVA IPSA EDITORE
• Ivo Bianchi (2008) – MICOTERAPIA – NUOVA IPSA EDITORE
• Georges M. Halpern – I FUNGHI CHE GUARISCONO – EDIZIONI IL PUNTO D’INCONTRO
• Ivo Bianchi (2013) – Il Fungo dell’Immortalità – MOS MAIORUM EDIZIONI
• https://www.integratorifoodmed.it/
• https://www.santenaturels.it/
• Wu Q, Tan ZP, Liu HD, Gao L, Wu SJ, Luo JW, Zhang WZ, Zhao TL, Yu JF, Xu XH. (2010): “Chemical characterization of Auricularia auricula polysaccharides and its pharmacological effect on heart anti-oxidant enzyme activities and left ventricle ejection fraction in aged mice.” Int. J. Biol. Macromol., 46: 284-288.
• Ukai S, Kiho T, Hara C, Kuruma I, Tanaka Y. (1983): “Polysaccharides in fungi. XIV. Anti-inflammatory effect of the polysaccharides from the fruit bodies of several fungi.” J Pharmaeobiodyn, 6(12): 983-90.
• Toda N, Okunishi H, Taniyama K, Miyazaki M. (1982): “Response to adenine nucleotides and related compounds of isolated dog cerebral, coronary and mesenteric arteries”, in Blood Vessels, 19, pp. 226-236.
• Francia C, Rapior S, Courtecuisse R, Siroux Y. (1999): “Current Research Findings on the Effects of Selected Mushrooms on Cardiovascular Diseases”, in International Journal of Medicinal Mushrooms, 1, pp. 169-72.
• Fan L, Zhang S, Yu L, Li M. (2006): “Evaluation of antioxidant property and quality of breads containing Auricularia auricula polysaccharide flour.” Food Chem, 101: 1158-63.



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